La sfilata del Gay Pride a Milano

La sfilata del Gay Pride a Milano
Pisapia: un orgoglio per la città


Il corteo attraversa il centro e guarda a New York e alla legge sui matrimoni omosessuali. L'assessore Majorino conferma: "Avremo un registro delle coppie di fatto, è nel programma"Un arco arcobaleno ha segnato la partenza delle decine di migliaia del corteo del Gay Pride a Milano.
Da Repubblica.it - 25.06.2011


La manifestazione, aperta dalle note di 'Fratelli d'Italia', vede la partecipazione di tutte le principali associazioni omosessuali, da Arcigay e Arcilesbica alle Famiglie Arcobaleno, dai genitori omosessuali all'Associazione Radicale. Ma soprattutto ci sono tante persone senza simboli se non l'arcobaleno, chi sul viso, chi tra i capelli, chi sulla maglietta o sventolato su una bandiera. Il corteo per le vie del centroAl corteo, che si chiude a piazza Castello, si sono unitii carri tra cui quello "egiziano" che l'Arcigay aveva già presentato ad inizio mese a Roma. A sostenere lo striscione che apre il corteo con la scritta 'Milano siamo anche noi' ci sono fra gli altri Alessandro Cecchi Paone e Ivan Scalfarotto. Tra i cartelli uno si riferisce anche all'ex sindaco Letizia Moratti. 'Letizia guardaci: belli, colorati e patrocinati'.La manifestazione ha ricevuto, per la prima volta, il patrocinio del Comune rappresentato dall'assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, che ha voluto subito spegnere qualsiasi accenno di polemica per la mancata partecipazione del sindaco Giuliano Pisapia. "Abbiamo dato il patrocinio - ha detto Majorino - sono venuto a rappresentare la giunta, penso che il discorso sia chiuso". E proprio Majorino ha Letto il saluto del sindaco Pisapia ai partecipanti. "Buona Milano, - ha scritto il sindaco- accolgo la vostra manifestazione con soddisfazione perché dopo 18 anni di chiusura e ostracismo è stata approvata all'unanimità dalla giunta di Milano la concessione del patrocinio di quella che consideriamo un momento importante di accoglienza e di riconoscimento di una parte della cittadinanza. E' un orgoglio per Milano - prosegue il saluto del sindaco - perché quello della riaffermazione e del riconoscimento dei diritti di tutti è un principio irrinunciabile. E' in nome di questo principio, che non tradiremo e che ci impegnamo a realizzare, che governeremo la citta'. Mi sono sempre impegnato per impedire ogni discriminazione, nella nostra Milano non ci saranno ghetti, non ci saranno esclusi ne' invisibili - ha concluso - sara' forte il mio impegno per evitare qualsiasi discriminazione e per combattere la cultura omofobica".Il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patanè, ha lanciato invece un appello perché "l'Italia si decida a guardare a New York e smetta di guardare a Teheran", riferendosi alla nuova legge approvata a New York sui matrimoni gay. "La società - ha proseguito Patanè - è molto più avanti di questa politica arretrata che ormai la rappresenta malamente". In conclusione Patanè ha candidato Milano a ospitare l'edizione del 2015 dell'Europride in occasione dell'Expo.

Il Falso di Amina scatena i gay blogger Siriani

SIRIA: GAY E ATTIVISTI CONTRO FINTO BLOGGER, E LUI FA MEA CULPA
E' ormai bufera sul 40enne americano autore del finto blog 'A Gay Girl in Damasco', in cui aveva raccontato il sequestro, da parte del regime siriano, della giovane Amina
lunedì 13 giugno 2011 , di AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Londra - Gli attivisti siriani si sono scatenati contro Tom MacMaster, che si professa studente all'universita' di Edimburgo, accusandolo di aver danneggiato la loro causa, gettando dubbi sulla veridicita' delle denunce contro Bashar al-Assad. "Il giorno che verro' rapito molti non se ne preoccuperanno, perche' il mio caso potrebbe rivelarsi un nuovo caso Amina", ha scritto con rabbia un blogger libanese. La valanga di proteste ha costretto MacMaster a vergare un vero e proprio mea culpa, "Scuse ai lettori", in cui l'uomo ha ammesso che non aveva immaginato di ricevere un "tale livello di attenzione". Ma la sua causa, si e' difeso, era giusta e nobile: "la voce narrativa era finta ma i fatti descritti nel blog riflettono quelli veri e non sono fuorvianti rispetto a quanto accade davvero sul terreno", ha affermato l'americano, che in un'intervista al New York Times ha ammesso di aver aspirazioni da romanziere. "Volevo solo fare in modo che le informazionmi uscissero".

Intanto, pero', la rabbia delle comunita' gay e attiviste non si placa. "Vergogna!! Ci sono blogger in Siria che cercano ogni giorno con difficolta' di raccontare le notizie che accadono nel Paese", ha scritto Sami Hamwi, pseudonimo dell'editore del sito GayMiddleEast. "Le tue scuse non sono accettate perche' io stesso mi sono messo ad indagare sull'arresto di Amina e avrei potuto finire in grave pericolo", ha osservato Hamwi.

LIBERATE AMINA!

Anche Arcigay Pianeta Urano Verona si unisce preoccupata a coloro che in tutto il mondo
chiedono il rilascio immediato della blogger siriana, Amina Abdallah Arraf.
Una ragazza lesbica scomoda che in questi mesi ha documentato
sul web come un regime sanguinario massacra il suo popolo.
---------------------------
Il Comunicato di Arcigay Nazionale

Arcigay unisce la sua voce a sostegno della liberazione di Amina Abdallah Arraf, blogger lesbica di Damasco, eroina della rivolta contro il regime sequestrata nella notte di lunedì da uomini armati.

Sono molti i Paesi nei quali l’omosessualità è illegale e punita, e la situazione siriana merita una particolare attenzione in considerazione della privazione dei diritti e delle libertà fondamentali che vive il Paese.

Siamo per questo a chiedere un intervento immediato da parte della diplomazia italiana e del Ministero degli Esteri volta a fare chiarezza su questa oscura vicenda e ad ottenere al più presto la liberazione di Amina.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay

Articolo da Repubblica

SIRIA, SEQUESTRATA LA BLOGGER AMINA. CAMPAGNA SUL WEB PER LA LIBERAZIONE
Prelevata da agenti della polizia segreta, armati e in borghese. Il suo diario online, "La ragazza gay di Damasco", era diventato fonte di informazione per molti media stranieri
mercoledì 08 giugno 2011 , da Repubblica.it

Damasco - Nella blogosfera era diventata uno dei nomi più noti della rivolta civile dei giovani siriani. Ora Amina Arraf è scomparsa, prelevata da uomini armati a Damasco e condotta in un luogo segreto. Il blog di Amina era diventato popolarissimo negli ultimi tempi, grazie agli aggiornamenti in tempo reale sulla rivolta e al tema coraggiosissimo - per una giovane donna araba - del coming out omosessuale: "A gay girl in Damascus" era infatti il titolo del blog in inglese dove Amina raccoglieva appunti privati, notizie e commenti di natura politica in un complesso di certo indigesto per le autorità siriane.

Il sequestro arriva in una fase di violenta repressione delle manifestazioni di piazza. E che la stretta sia particolarmente intensa lo testimonia il disagio di parte della classe dirigente siriana. E' clamorosa dunque la decisione dell'ambasciatrice siriana in Francia di dimettersi dall'incarico proprio in segno di protesta contro le feroce repressione scatenata in patria dal regime. Lamia Chakkour ha motivato inoltre il suo gesto con il proprio riconoscimento della "legittimità delle richieste avanzate dal popolo". L'annuncio è stato dato dalla diplomatica tramite un comunicato, diffuso dall'emittente televisiva 'France 24': "Non posso appoggiare un simile ciclo di violenza", scrive nella nota, "né ignorare che sono morti dimostranti, e che intere famiglie in Siria vivono nel dolore. Riconosco la legittimità delle richieste di maggiore democrazia e libertà da parte del popolo", è la conclusione.

Il sequestro di Amina non fa che confermare l'ingresso in una fase nuova e più dura del confronto tra il regime di Assad e il movimento. La denuncia del rapimento è stata fatta sul suo stesso blog con un post dalla cugina di Amina Arraf, più nota come Amina Abdallah, che precisa che Amina è stata fermata da tre agenti in borghese armati e costretta a entrare nella loro auto nei pressi della piazza degli Abbasidi della capitale siriana. "Amina ha colpito uno di loro e ha detto alla sua amica di andare a cerca suo padre. Uno degli uomini allora ha messo la mano sulla bocca di Amina e l'ha trascinata in una Dacia Logan rossa con un adesivo di Basel Assad (fratello del presidente Bashar al Assad, ndr) sul finestrino". In un aggiornamento sul blog, la cugina di Amina racconta di essere stata al telefono con i genitori della ragazza che non ne hanno notizie e stanno disperatamente cercando di capire dove sia stata condotta. "Purtroppo ci sono almeno di 18 diverse polizie in Siria, oltre a bande e gruppi paramilitari. Non sappiamo chi l'ha presa e dunque a chi chiedere il suo rilascio. E' anche possibile che stiano cercando di deportarla. Da altri membri della famiglia che sono stati imprigionati, possiamo supporre che verrà rilasciata presto. Se avessero voluto ucciderla lo avrebbero fatto subito. Almeno, questo è ciò che speriamo e per cui preghiamo".

Figlia di un'americana e di un siriano, Amina ha la doppia cittadinanza e ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. Era tornata in Siria nell'estate 2010 e sul suo blog raccontava la vita di una ragazza omossessule in Siria, dove l'omossessualità è considerata un reato come in gran parte dei Paesi arabi. Nell'introduzione del su blog, un mix interessante di analisi politica e riflessioni ad alto tasso erotico, Amina Arraf disse di essersi ispirata al fatto che "Il vento del cambiamento sta soffiando sul Medio Oriente": "E' in corso una rivoluzione e tutti noi vogliamo vedere rivoluzionato ogni aspetto della nostra società, vogliamo che si ripensi non solo come gli Stati vengono governati ma anche il ruolo delle donne in queste società, il diritto all'autonomia sessuale e sì, anche il diritto a sposare chi amiamo".

Dallo scoppio delle proteste anti-regime nel marzo scorso e con la conseguente espulsione di gran parte dei giornalisti stanieri dalla Siria, il blog di Amina è diventata una delle fonti di notizie per la stampa internazionale. I suo post si erano fatti via via più diretti e aggressivi e domenica ad esempio scriveva: "Devono andarsene, devono andarsene subito. Non c'è altro da dire".

Da un mese Amina viveva nascosta, dopo aver ricevuto avvertimenti e minacce. La sua partner Sandra Bagaria, intervistata in Canada dal New York Times, ha raccontato che la Arraf "ha vissuto in quattro o cinque appartamenti in quattro o cinque diverse città" da quando due giovani si sono presentati in casa sua a Damasco qualche settimana fa. "Amina si svegliò nel mezzo della notte e vide suo padre parlare fuori di casa con due giovani di circa vent'anni. Penso che stessero solo eseguendo ordini, non sapevano cosa stessereo facendo". Quella notte gli agenti lasciarono in pace Amina, ma "da allora fummo sicure che sarebbero tornati per lei, era solo questione di tempo". Infatti tornarono, mentre lei era in un internet cafè ad aggiornare il blog. Con la Bagaria aveva in programma una vacanza a Roma, ma la donna racconta che Amina non se l'era sentita di lasciare la Siria e magari non potervi fare ritorno: "Voleva incontrare la gente, poter partecipare alle manifestazioni". Ora il web dove l'attivismo di Amina è nato sta rispondendo con una campagna massiccia per la sua liberazione. Una pagina su Facebook e l'hashtag #freeamina su Twitter sono i canali su cui a centinaia già si stanno mobilitando: "Ora la cosa più importante è che la notizia si diffonda", scrive la Bagaria. "E' la nostra unica speranza".

Rosa Vitale al MILK CENTER - Dom. 5 Giugno

La nostra storia (II):
"Una delle mille", incontro con Rosa Vitale
Domenica 5 Giugno
Milk Center - Verona

Dopo la serata in compagnia di Angelo Pezzana, Arcigay Pianeta Urano Verona vi propone, in chiusura della stagione culturale 2010/2011 del Milk, un incontro con Rosa Vitale, una delle protagoniste del movimento lgbt veronese, che ha scelto di consegnare i suoi ricordi di militanza, intrecciati alla rievocazione di amori passati, di episodi di diritti negati ma anche di piccole e grandi conquiste personali, in un manoscritto inedito intitolato "Una delle mille".

Insieme a lei ripercorreremo alcuni momenti indimenticabili della nostra storia recente: la lotta contro le mozioni omofobiche del 1995, il World Pride romano del 2000, la nascita di Arcilesbica Verona e di Pianeta Urano, l'elezione di Titti De Simone a parlamentare e molti altri.

L'incontro con Rosa Vitale sarà preceduto dalla proiezione del documentario "TUTTI IN PIAZZA '95" - Speciale Verona ALZIAMO LA TESTA. Video Premiato - Regia di Claudio Cipelletti (Regista di "Due Volte Genitori"). Il video-documentario tratta delle vicende della calda estate del 1995 sui fatti avvenuti in Consiglio Comunale, le mozioni antigay approvate il 14 luglio, le proteste di Arcigay-Arcilesbica Verona e il sostegno degli integralisti cattolici alle mozioni omofobe. Il video contiene anche interviste a personaggi e militanti dell' allora movimento lgbt, come Paolo Hutter, Franco Grillini ed altri ancora. Un pezzo di storia importante del movimento lgbt veronese.

Programma:

19.30: proiezione del documentario TUTTI IN PIAZZA '95
20.30: aperitivo/buffet
21.00: "Una delle mille", incontro con Rosa Vitale


Info: 346.9790553 / daniele@arcigayverona.org 

MILK Center
Via Antonio Nichesola,9 - VERONA (San Michele Extra)
---------------------------------------------------------------------------
MILK Verona Lgbt Community Center
www.milkverona.it  - www.arcigayverona.org/sito  - www.julietteverona.it  - www.gruppogasp.it