DA OGGI SIAMO TUTTI PIU' LIBERI

"Quanto tutti gli americani vengano trattati come eguali, non importa chi sono o chi amino, allora tutti noi siamo piu' liberi". E' il commento del presidente Usa, Barack Obama, alla sentenza della Corte Suprema che ha definito incostituzionale la legge che definisce matrimonio solo l'unione tra un uomo e una donna, discriminando quindi i gay. "Quella legge era discriminatoria - ha detto Obama in un comunicato - trattava le coppie gay e lesbiche come cittadini diversi di serie b". "La sentenza rappresenta un vittoria - ha aggiunto il presidente Usa - per le coppie che a lungo hanno lottato per un trattamento paritario di legge, per i bambini i cui genitori ora sono riconosciuti come legittimi, per le famiglie che avranno da oggi in poi il rispetto e la protezione che meritano" Una giornata storica, a soli due giorni dalla ricorrenza del 44° anniversari della rivolta di Stonewall. Con 5 voti contro 4 la Corte Suprema USA ha spazzato via la Proposizione 8 reintegrando, così, le nozze gay in California, e spianato la via verso il matrimonio gay/lesbico in tutti gli USA. Aspettiamo l'effetto tsunami. L'Arcigay Pianeta Urano Verona e il Milk Verona lgbt Community Center si associano alle manifestazioni di giubilo e felicità di tutte le nostre comunità in tutto il mondo.

Scritta "VENNER EROE"all'Alpo. Le associazioni Lgbt veronesi denunciano intimidazioni.

“Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo” - Comunicato stampa.
Giovedì 27 giugno alle ore 19.30 ci ritroveremo in zona industriale, sotto il ponte che porta all’Alpo (in fondo a Via Roveggia), per cancellare l’ennesima scritta che inneggia alla violenza contro la comunità lesbica gay e trans di Verona. 
 
Qualche giorno fa, sotto un ponte della zona industriale di Verona, è comparsa una scritta “Venner eroe”, accompagnata da una svastica e due celtiche. La scritta fatta con una bomboletta di spry nero è collocata su uno dei piloni dei ponti della Strada dell'Alpo non lontano dall'azienda "Ceni Gomme". Com'è noto la zona e frequentata nelle ore notturne per incontri gay, soprattutto nel punto dove tale scritta è stata fatta.

Non è la prima volta che sui muri della città compaiono svastiche, celtiche e scritte varie a sfondo xenofobo, ma questa ha una particolarità: inneggia al sacrificio compiuto
da Dominique Venner, morto suicida nella cattedrale di Notre Dame il 21 maggio 2013, all’indomani dell’approvazione della legge sui matrimoni gay in Francia.
Venner era un attivista di estrema destra, che con il suo gesto voleva protestare proprio contro questa legge.
 
In Italia i gruppi di estrema destra fanno subito di Venner un martire, compaiono scritte, striscioni che lo dipingono come un eroe, proprio il caso di Verona.
A Roma CasaPound tira fuori uno striscione con su scritto “Onore a Dominique Venner, samurai d’Occidente“; a Pesaro, fra le altre, spiccava la scritta “Dominique Venner martire d’Europa”.
La scritta di Verona ha anche un altra particolarità, non tanto nel testo ma per il luogo dove è stata fatta, uno dei luoghi di incontro notturni della comunità gay veronese, l’unico rimasto a Verona dopo che Tosi con un’ordinanza ha chiuso quello storico di Basso Acquar.

La scritta suona come un avvertimento alla comunità gay veronese che là si incontra. Un caso? A nostro modo di vedere no. Come dicevamo, sembra più un avvertimento, non tanto che offende, come tante altre scritte fatte negli anni passati, ma che vuol farci sapere che l’estrema destra veronese o chi per essa, che usa quei simboli violenti, svastiche e celtiche, sa perfettamente dove ci incontriamo ed è in grado di colpirci con molestie o altro. Cosa del resto avvenuta più volte in passato ad opera di svariati gruppi più o meno organizzati o anche di singoli balordi che, non sapendo cosa fare, ad una certa ora  pensano bene di andare a vedere e colpire i “froci” veronesi. In questo caso pensiamo che di balordi non si parli ma piuttosto che la scritta, anche se non firmata, porti il marchio inequivocabile dell’estrema destra.
 
Venerdì 28 giugno in tutto il mondo si ricorda la rivolta dello Stonewall Inn, storico locale di New York dove il 28 giugno del 1969 la comunità GLT, stanca delle continue violenze ad opera della polizia, si ribellò, iniziando quella battaglia per i diritti civili delle persone lesbiche gay e trans che continua anche oggi.

I gruppi GLBTE veronesi si troveranno a cancellare quella scritta nella serata di giovedì 27 giugno alle ore 19,30. Lo faremo non tanto per cancellare una testimonianza che inneggia
alla violenza ma perché vogliamo mandare una risposta a chi l’ha fatta: “Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo”.

Un messaggio implicito che mandiamo anche riguardo al mantenimento e all’esistenza pacifica di un luogo di incontro che deve continuare ad esserci perché la si incontrano
molte persone gay, perché questi luoghi sono sempre esistiti in tutte le culture in cui le minoranze e le diversità, colpite da discriminazioni di ogni genere, hanno dovuto ritagliarsi spazi di vivibilità.
 
Pink GLBTE Verona, Arcigay Verona, Milk Center Verona
Comunicato stampa - Verona 26 giugno 2013

Da quella notte non torneremo indietro!


Non sappiamo qual'è il confine tra leggenda e verità, ma nella notte tra il 28 e il 29 Giugno 1969 nacque una nuova era. Per la prima volta nella storia umana, molte persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender , dissero basta! Basta alla clandestinità, ai soprusi alle violenze, agli omicidi e ai suicidi. In quella notte si rivoltarono all'ennesima retata di polizia al bar Stonewall di Christopher Street a New York e da allora non furono più li stessi. Oggi, a distanza di 44 anni dalla rivolta di Stonewall, in tantissimi paesi sono stati fatti passi da giganti verso il pieno riconoscimento delle persone LGBT, delle loro famiglie e delle loro comunità, con leggi sulle Unioni Civili o il Matrimonio Egualitario, approvato anche di recente in Francia. 
Anche in Italia oggi la società è cambiata molto nell'atteggiamento verso le persone LGBT, ma molto resta da fare, da noi mancano ancora tutti i diritti, ma non ci fermeremo. Di questo cambiamento che riguarda una parte del mondo, purtroppo ne restano fuori tanti paesi, che anzi regrediscono a forme di repressione e fascismo, quasi come messaggio politico verso chi invece progredisce. Come il caso della Russia di Putin, passata in un ventennio dal totalitarismo sovietico ad una finta democrazia occidentale. In Russia, nonostante anche autorevoli appelli della comunità internazionale, continua la repressione verso le persone lgbt con leggi omofobe , sostenute sia da maggioranza che da opposizione, con violenza in aumento. E di questo chi dobbiamo ringraziare? Le chiese e i movimenti fondamentalisti soprattutto ci mettono sempre il loro diabolico zampino; In Russia è stata la chiesa ortodossa ufficiale a chiedere l'introduzione di leggi antigay, mentre da noi, seppur indebolita da scandali interni che l'hanno messa in crisi, la chiesa cattolica continua incessantemente con la sua tradizionale politica di intolleranza. Le ultime richieste da parte di Papa Francesco ai parlamentari francesi lo dicono chiaramente. Non ci spaventeremo di fronte a nessun tipo di intimidazione, di manifestazione di intolleranza, di minaccia. Ne va della nostra felicità, della nostra libertà, della nostra dignità! Avanti tutta! In Pride We Trust!

di Zeno Menegazzi

Vieni al Vicenza Pride!

Il Gran giorno è arrivato! SABATO 15 GIUGNO 2013 - ORE 16:30 CAMPO MARZO -VICENZA Il “Vicenza Pride 2013”
culminerà nella parata “VENETO LGBTQIE PRIDE 2013” che si svolgerà tra le vie del centro storico di Vicenza il giorno SABATO 15 GIUGNO. Il “Veneto LGBTQIE Pride 2013” sarà una manifestazione aperta a tutt*, veneti e non, lgbt e non: chiunque voglia manifestare con gioia la propria unicità e la ricchezza che deriva dall’unione di tutte le nostre differenze.



NON MANCATE! Per i veronesi che vogliono aggregarsi a noi ore 14.00 - Stazione di Porta Nuova Verona

Addio Clèment, Il loro odio non ci fermerà!

La morte di Clément Méric, giovane militante della sinistra e dei diritti lgbt, aggredito e ucciso da un gruppo di neofascisti, sta squotendo la Francia e l'Europa intera. Un'ondata di omofobia di ritorno generata da mesi di manifestazioni conto il "Matrimonio per tutti"? E questo quello che si chiedono in molti. Il fatto è che in Francia come in molte parti d'Europa la crisi economica e sociale si sta scaricando sui classici capri espiatori di sempre, come le persone LGBT, gli immigrati, gli zingari, le sinistre; quest'ultime colpevoli di voler distruggere la società europea e la Famiglia tradizionale, quella che per alcuni e solo tra uomo e donna. Il fronte anti matrimonio gay, sconfitto dal voto definitivo della Camera., non si rassegna al giusto avanzare della civiltà verso la parità di diritti per tutti i cittadini, per questo continua ad alimentare un clima d'odio non più sopportabile. Il 21 Maggio scorso, lo scrittore di estrema destra Dominique Venner, si suicidò in modo plateale dentro la Cattedrale di Notre Dame di Parigi, motivando il gesto come protesta verso il degrado della socità francese ed europea, islamizzata e omosessualizzata. Venner è diventato così, il simbolo, il martire di tutti i gruppi neofascisti e di estrema destra europei, che anche in Italia dedicano a lui, striscioni e frasi di ricordo, messe provocatoriamente spesso in prossimità di scuole, circoli o altri luoghi frequentati dalla comunità lgbt. 
Da quando in Francia è cominciato il dibattito pubblico e la lotta sociale fra una concezione che vuole una società inclusiva ed aperta e una che vuole cittadini discriminati e senza diritti, gli episodi di intolleranza anche violenti si sono moltiplicati.
Persone e coppie gay aggredite a Parigi, bar frequentati da gay presi d'assalto a Lille e tanti altri numerosi casi, avvenuti per emulazione nel resto d'Europa.
Giugno è vissuto in tutto il mondo come il mese nel quale la comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender festaggia il "Pride", L'Orgoglio, quell'orgoglio cominciato nella notte tra il 28 e il 29 giugno 1969, quando gli avventori del bar "Stonewall" si ribellarono all'ennesimo sopruso di polizia.
Da allora la comunità non vuole più nascondersi e va avanti come una locomotiva verso il pieno riconoscimento della dignità e dei diritti. Non saranno di certo quattro fascisti, seppur violenti a fermare la storia. Come dice un ironico e simpatico slogan coniato da alcuni movimenti lgbt:
"Se la paura ti arma, la frocia ti disarma"

Zeno Menegazzi