“Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo” - Comunicato stampa.
Giovedì 27 giugno alle ore 19.30 ci ritroveremo in zona industriale, sotto il ponte che porta all’Alpo (in fondo a Via Roveggia), per cancellare l’ennesima scritta che inneggia alla violenza contro la comunità lesbica gay e trans di Verona.
Qualche giorno fa, sotto un ponte della zona industriale di Verona, è comparsa una scritta “Venner eroe”, accompagnata da una svastica e due celtiche. La scritta fatta con una bomboletta di spry nero è collocata su uno dei piloni dei ponti della Strada dell'Alpo non lontano dall'azienda "Ceni Gomme". Com'è noto la zona e frequentata nelle ore notturne per incontri gay, soprattutto nel punto dove tale scritta è stata fatta.
Non è la prima volta che sui muri della città compaiono svastiche, celtiche e scritte varie a sfondo xenofobo, ma questa ha una particolarità: inneggia al sacrificio compiuto
da Dominique Venner, morto suicida nella cattedrale di Notre Dame il 21 maggio 2013, all’indomani dell’approvazione della legge sui matrimoni gay in Francia.
Venner era un attivista di estrema destra, che con il suo gesto voleva protestare proprio contro questa legge.
In Italia i gruppi di estrema destra fanno subito di Venner un martire, compaiono scritte, striscioni che lo dipingono come un eroe, proprio il caso di Verona.
A Roma CasaPound tira fuori uno striscione con su scritto “Onore a Dominique Venner, samurai d’Occidente“; a Pesaro, fra le altre, spiccava la scritta “Dominique Venner martire d’Europa”.
La scritta di Verona ha anche un altra particolarità, non tanto nel testo ma per il luogo dove è stata fatta, uno dei luoghi di incontro notturni della comunità gay veronese, l’unico rimasto a Verona dopo che Tosi con un’ordinanza ha chiuso quello storico di Basso Acquar.
La scritta suona come un avvertimento alla comunità gay veronese che là si incontra. Un caso? A nostro modo di vedere no. Come dicevamo, sembra più un avvertimento, non tanto che offende, come tante altre scritte fatte negli anni passati, ma che vuol farci sapere che l’estrema destra veronese o chi per essa, che usa quei simboli violenti, svastiche e celtiche, sa perfettamente dove ci incontriamo ed è in grado di colpirci con molestie o altro. Cosa del resto avvenuta più volte in passato ad opera di svariati gruppi più o meno organizzati o anche di singoli balordi che, non sapendo cosa fare, ad una certa ora pensano bene di andare a vedere e colpire i “froci” veronesi. In questo caso pensiamo che di balordi non si parli ma piuttosto che la scritta, anche se non firmata, porti il marchio inequivocabile dell’estrema destra.
Venerdì 28 giugno in tutto il mondo si ricorda la rivolta dello Stonewall Inn, storico locale di New York dove il 28 giugno del 1969 la comunità GLT, stanca delle continue violenze ad opera della polizia, si ribellò, iniziando quella battaglia per i diritti civili delle persone lesbiche gay e trans che continua anche oggi.
I gruppi GLBTE veronesi si troveranno a cancellare quella scritta nella serata di giovedì 27 giugno alle ore 19,30. Lo faremo non tanto per cancellare una testimonianza che inneggia
alla violenza ma perché vogliamo mandare una risposta a chi l’ha fatta: “Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo”.
Un messaggio implicito che mandiamo anche riguardo al mantenimento e all’esistenza pacifica di un luogo di incontro che deve continuare ad esserci perché la si incontrano
molte persone gay, perché questi luoghi sono sempre esistiti in tutte le culture in cui le minoranze e le diversità, colpite da discriminazioni di ogni genere, hanno dovuto ritagliarsi spazi di vivibilità.
Pink GLBTE Verona, Arcigay Verona, Milk Center Verona
Comunicato stampa - Verona 26 giugno 2013