Assemblea dei soci e socie 2008


ASSEMBLEA DEI SOCIE DELLE SOCIE
Del Comitato ProvincialeARCIGAY PIANETA URANO VERONA

Martedì 2 Dicembre

Alle ore 20.45 in prima convocazione
e alle 21.15 in seconda convocazione


presso la sede dell’associazionein via Gela, 9 (Borgo Nuovo) Verona

Ordine del Giorno

:: Approvazione bilancio 2007

:: Nuove coptazioni nel direttivo

:: Emergenza sede

:: Prima programmazione attività ed iniziative 2009

:: Varie ed eventuali.


Visti i numerosi argomenti da discutere, si raccomanda la massima puntualità.

Per informazioni contattateci: 349.3134852 – 338.1067300
info@arcigayverona.org

La Strage di Stato

Dal Libro ECCE OMO di FRANCO GRILLINI

LA STRAGE DI STATO


Serata incontro a tema con l'autore e presentazione libro.


Giovedì 4 Dicembre 2008

ore 21, Presso LIBRERIA GHEDUZZI
C.so Santa Anastasia VERONA
(a due passi da P.zza Erbe)RED WEEK


Per Informazioni sull'iniziativa: 349.3134852

“Quando dichiaro che quella dell’Aids, in Italia, è stata una strage di Stato, so perfettamente quello che dico. Posso testimoniare che, se fin dal primo momento la prevenzione è stata quasi impossibile, la responsabilità non è stata della gente, ma delle istituzioni”. In prossimità del 1° dicembre, giornata mondiale contro l’AIDS, Franco Grillini presenterà il suo libro “ECCE OMO. 25 anni di rivoluzione gentile” partendo proprio dalla rivisitazione di quei primi anni in cui “all’AIDS non credeva nessuno”. Passati gli anni, cosa è cambiato? “Nel 1984 l’Italia occupava il quattordicesimo posto nella classifica europea dell’AIDS, oggi è al terzo.

Scritto con serenità, umorismo e un’insopprimibile gioia di vivere, ECCE OMO è la storia, tra pubblico e privato, di questo quarto di secolo: lotte e scandali, amori e dolori, gli allegri Gay Pride e il lavoro di deputato in un parlamento in cui “i gay, tanti, sono ancora rigorosamente velati e nascosti” e che, caso unico in Europa, non riesce a non vuole approvare nessuna legge sui diritti civili delle coppie di fatto. “Grazie alle nostre battaglie la questione dei diritti e della laicità oggi non riguarda più solo la comunità omosessuale: è al centro dell’agenda politica del paese”.

L’evento è organizzato da Arcigay Pianeta Urano e Arcilesbica Juliette & Juliette di Verona

MATTHEW SHEPARD 1998 - 2008

12 OTTOBRE 1998:

10 ANNI FA MORIVA MATTHEW SHEPARD

Un brutale omicidio ha reso il giovanissimo Matthew Shepard simbolo della lotta alla discriminazione e all‘omofobia in tutto il mondo.Pubblichiamo la lettera commemorativa della madre Judy e il discorso del padre Dennis durante il processo agli assassini.
In ricordo di questo ragazzo, il comitato provinciale Arcigay Modena ha preso il proprio nome.
Matthew Shepard aveva 20 anni nel 1998, era uno studente dell’Università del Wyoming e viveva nella città di Laramie. La notte tra il 6 e il 7 ottobre chiese un passaggio in un bar ad Aaron James McKinney e Russell Arthur Henderson. I due lo derubarono, lo picchiarono, lo legarono ad una staccionata e lo lasciarono lì a morire. Diciotto ore dopo un ciclista di passaggio lo trovò, vivo ed in stato di incoscienza. Le sue lesioni furono giudicate troppo gravi per essere operate: aveva una frattura profonda alla nuca e un’altra dozzina sparse sul resto del corpo, il cervello aveva perso la capacità di regolare il battito cardiaco e la temperatura corporea.
Morirà 5 giorni dopo, alle 12.53 del 12 ottobre di 10 anni fa.Aaron James McKinney e Russell Arthur Henderson sostennero al processo di essere divenuti temporaneamente incapaci di intendere e di volere a causa delle avances che Matthew aveva loro rivolto. Poi che la loro unica intenzione era stata quella di rapinarlo.
Gli avvocati della famiglia Shepard dimostrarono che Matthew fu ucciso solo a causa del suo orientamento sessuale. I due assassini furono condannati a due ergastoli a testa senza possibilità di essere rilasciati anticipatamente per buona condotta.
I genitori di Matthew, Judy e Dennis Shepard, lottano attivamente per i diritti LGBT attraverso la Matthew Shepard Foundation. Matthew è divenuto simbolo della lotta alla discriminazione e all’omofobia.
Pubblichiamo un estratto dal discorso che Dennis Shepard pronunciò durante il processo agli assassini di suo figlio e dalla lettera aperta che Judy Shepard ha pubblicato sul sito della Matthew Shepard Foundation in occasione del decennale del barbaro omicidio.Mio figlio, Matthew non aveva l’aria del vincente. Era anche piuttosto piccolo per la sua età […] Però, nel corso della sua vita troppo breve, ha dimostrato di esserlo, un vincente […] Il 12 ottobre 1998, mio figlio, e il mio eroe, è morto […] Vorrei dire qualcosa su Matt e sull’impatto che ha avuto la sua morte. Matt è divenuto un simbolo, alcuni dicono un martire, il “ragazzo della porta accanto” contro i crimini motivati dall’odio. Mi sta bene. Matt sarebbe contento se la sua morte fosse di aiuto ad altri […] Il dono di Matt erano le persone. Amava essere tra la gente, aiutare le persone e renderle felici. La speranza in un mondo migliore, senza l’ingiuria e la discriminazione nei confronti della diversità, era la sua molla. Per tutta la sua vita ha provato la fitta della discriminazione […] Amavo mio figlio ed ero orgoglioso di lui. Non era il mio figlio omosessuale. Ogni volta che aveva dei problemi, ne parlavamo insieme. Per esempio, non sapeva se rivelarmi la sua omosessualità. Aveva paura che l’avrei respinto e così si prese del tempo prima di dirmelo. Ma durante quel tempo, sua madre e suo fratello me l’avevano già detto. Un giorno, mi disse che aveva qualcosa da rivelarmi. Vedevo che era nervoso, così gli chiesi se tutto andasse bene. Matt respirò profondamente e mi disse di essere gay. Poi aspettò la mia reazione. Ancora ricordo il suo stupore quando gli dissi: “Davvero? Ok, ma qual è il punto della conversazione?”. Da allora ogni cosa andò a posto. Tornammo ad essere un padre e un figlio che si vogliono bene e rispettano le reciproche convinzioni […] Quando prendeva posizione lo faceva in base a ciò di cui era davvero convinto. Successe così quando accettò serenamente che gli altri sapessero che era gay. Non lo pubblicizzò, ma non tornò indietro dal suo proposito. Per questo sarò sempre orgoglioso di lui. Mi ha mostrato di essere molto più coraggioso di molta gente, me compreso. Matt era consapevole che vi erano dei pericoli a dichiararsi gay, ma lo ha accettato e ha semplicemente continuato a vivere la sua vita […] Come posso esprimere il sentimento di perdita che provo ogni volta che penso a Matt? Come posso descrivere la voragine nel mio cuore e nella mente quando penso ai problemi che Matt ha affrontato nel suo cammino e che ha superato? Nessuno può capire il sentimento di orgoglio e soddisfazione che provavo ogni volta che riusciva a superare un ostacolo. Nessuno, me compreso, conoscerà mai la frustrazione e la sofferenza che alcuni gli hanno inferto a causa della sua diversità […] Matt è deceduto ufficialmente alle 12.53 di lunedì 12 ottobre 1998 in un ospedale di Fort Collins, in Colorado. In realtà è morto nei sobborghi di Laramie, legato a un recinto contro il quale il mercoledì precedente lei lo aveva picchiato. Lei, signor McKinney, e il suo amico, signor Henderson, avete assassinato mio figlio. Al termine dell’aggressione, il suo corpo ha provato a sopravvivere […] Lei ha aperto gli occhi alle persone, signor McKinney. Lei ha permesso al mondo intero di comprendere che come vive una persona non è una giustificazione per la discriminazione, l’intolleranza, la persecuzione, la violenza. Non siamo negli anni ’20, ’20, ’40 della Germania nazista. Mio figlio è morto a causa della sua ignoranza e della sua intolleranza. Non posso farlo tornare indietro. Ma posso fare del mio meglio affinché questo non accada a un’altra persona o un’altra famiglia, mai più. Come ho detto, mio figlio è diventato un simbolo, un simbolo contro l’odio e la gente come lei; un simbolo del rispetto dell’individualità, della diversità, della tolleranza. Mio figlio mi manca, ma sono fiero di dire che mio figlio rappresenta tutto questo.

Dennis Shepard

10 ANNI DI CAMBIAMENTI - NESSUN PROGRESSO

E’ difficile credere che sono passati già 10 anni dalla morte di Matthew. Così tante cose sono cambiate eppure tutto rimane com’è. Voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto me, la mia famiglia e la fondazione che porta il nome di mio figlio.Il nostro lavoro è lontano dall’essere finito. Non solo quello della fondazione ma quello di tutti noi a livello personale.Dobbiamo continuare a parlare con i nostri amici, colleghi e familiari. Finchè non saremo onesti su chi noi siamo e non saremo capaci di dividerlo con chi ci ama, non sapranno come aiutarci. Abbiamo bisogno di loro, delle persone che ci amano, in questa lotta per ottenere l’eguaglianza e realizzare i nostri pieni diritti civili.Grandi passi sono stati fatti in questi anni per cambiare l’atteggiamento della gente verso di noi e eliminare l’ignoranza persino in questo bellissimo stato del Wyoming. Almeno, lo pensavo finchè non ho letto i commenti di alcuni lettori a un articolo che parlava della decennale della morte di mio figlio nel quotidiano locale.Credo che chi abbia scritto lo faccia perchè in disaccordo con l’articolo mentre chi è d’accordo semplicemente tace. Ma questo mi fa capire quale livello di ignoranza ci sia in giro e quanto lavoro ci sia da fare. La credenza che ciò che è capitato a Matt non fosse un crimine di odio e che "persone speciali non devo avere diritti speciali" va oltre la mia comprensione. Il livello di odio è impressionante. E l’unico modo per combattere l’odio, che spesso finisce in violenza fisica eè quello di combattere l’ignoranza che lo genera.E tutti noi sappiamo quanto importante sia che in queste elezioni, non solo presidenziali ma anche locali, si scelgano persone che combattono l’odio e l’ignoranza. Per favore, andate a votare e incoraggiate tutti coloro che conoscete a farlo. L’apatia non è più un’opzione . Dobbiamo mostrare di appoggiare coloro che ci appoggiano per non tornare indietro. Tutti noi speriamo che i prossimi 10 anni siano i nostri.

Judy Shepard

Gender Bender a Bologna


GENDER BENDER è il festival internazionale che presenta al pubblico gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
Gender Bender propone un programma di appuntamenti articolato in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni letterari, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni.
Gender Bender è promosso da Il Cassero, gay lesbian center di Bologna.

Per visitare il sito di Gender Bender:
http://www.genderbender.it/ita/home.asp

Arcigay Verona su Domenico Riso

L'OMISSIONE CENSORIA SULLA VITTIMA ITALIANA NEL DISASTRO DIMADRID, UN ESERCIZIO PATETICO DI FURBERIA CULTURALE

Quando due giorni fa abbiamo letto in prima pagina sul Corriere che c’era una vittima italiana nella tragedia di Madrid e che questa vittima viaggiava “con il compagno e il figlio”, in tanti ci siamo stupiti: abbiamo dovuto leggere fino in fondo per capire se il Corriere intendesseproprio “quello”.
Siamo talmente abituati ad omissioni e censure, ad essere socialmente inesistenti e invisibili (ovisibili solo nei quadretti manipolatori e distorcenti che puntuali arrivano con le cronache morbose dei Gay Pride), che non ci aspettavamo che qualcuno potesse per una volta almeno in questo Paese raccontare i fatti dando alle cose il nome che hanno. Ci è del resto bastato sfogliare le pagine bianche de La Repubblica e de L’Arena ieri e oggi, e leggere i commenti di disappunto del nostro governatore Galan e dell’editorialista Merlo, per capire che in effetti il Corriere aveva osato un’impresa improbabile,fare un giornalismo sereno squarciando suo malgrado il muro di gomma di una pratica culturale profonda e diffusa inItalia: l’omissione censoria.C’era una famiglia su quel volo. Punto. Era così semplice dirlo, come si sarebbe potuto dire per qualsiasi altra famiglia. Era una famiglia nella sua quotidianità e come tale è stata raccontata da chi ha avuto il coraggio di farlo: perché più di mille Gay Pride, vale proprio il racconto di questa quotidianità normale a riconoscere nella società e nella cultura l’esistenza dei gay e delle lesbiche in questo Paese. Proprio per questo il racconto è stato “opportunamente” omesso da tutti gli altri media. Fosse stata una famiglia eterosessuale ce loavreste detto? Certo, ce lo avreste raccontato in coro con dovizia di particolari, interviste ad amici e genitori di lui, ad amici e genitori di lei, qualche quadretto romantico sulle ferie che “insieme” quella coppia con figlio aveva organizzato. Al di là dell’opportunità e dello stile di questo giornalismo che cavalca morbosamente l’onda della tragedia, questa volta “casualmente” niente di tutto questo è accaduto: per la quasi totalità dei mediaitaliani, ad eccezione del Corriere, su quel volo c’era un single italiano e residente a Parigi in ferie con un amicoqualsiasi e un bambino circondati da eufemismi, qualche nota campanilistica sul dolore del paese di origine e la questione è stata chiusa. Una farsa mediatica nella tragedia: certe quotidianità normali non vanno proprio raccontante.La difesa di questa linea censoria omissiva è del resto arrivata imperterrita con le parole di Merlo e Galan: “de coccio”, direbbero a Roma, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. “Non si fruga nelle lenzuola” è l’argomento: quante volte ormai abbiamo sentito questa oppportunistica e militante litania ipocrita?Si usa per cancellare la nostra vita sociale e civile, per suggerire di fatto che le nostre relazioni e i nostri amori non hanno una forma e un contenuto socialmente e giuridicamente apprezzabili. Le nostre relazioni non esistono e non abbiamo diritto a quadretti romantici mediatici perché, al contrario delle famiglie eterosessuali, la nostra vita sociale e affettiva è banale “privato sotto le lenzuola”: per gli altri scatta il racconto sociale romantico di una famiglia “normale” eterosessuale, per noi scatta la pruderie e il “rispetto” per la vita cruda e privata dei singoli (corpi) sotto le lenzuola. Era così scandaloso e difficile dirlo? Domenico Riso era in volo con la sua famiglia, dueuomini e un figlio. Voler a tutti i costi far passare l’omissione censoria dell’indicibile per rispetto della persona è davvero un esercizio patetico e rivoltante di furberia culturale.

Michele Breveglieri
Membro del direttivo di Arcigay “Pianeta Urano”- Verona

FACCIAMO BRECCIA CHIEDE L'OSCURAMENTO DI GAYNEWS

"FACCIAMO BRECCIA" CHIEDE L'OSCURAMENTO DI GAYNEWS.IT No alle censura del pm: "diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero"

venerdì 22 agosto 2008 , Fonte: ANSA, GAY NEWS

BOLOGNA, 22 AGO - C'e' uno strascico legale, tutto interno al movimento omosessuale, del Gay pride di Bologna del 28 luglio.
All'origine della vicenda, c'e' la tentata incursione (non autorizzata) di Graziella Bertozzo, militante del coordinamento 'Fare breccia', sul palco del Gay Pride. La militante venne portata in Questura e denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Secondo gli organizzatori Bertozzo aveva 'assunto atteggiamenti pesantemente offensivi e fisicamente violenti costringendo una delle volontarie a richiedere il supporto delle forze dell'ordine'. 'Facciamo Breccia' aveva replicato sottolineando che 'non si era mai vista la polizia legittimata sul palco di un pride: il concetto di 'sicurezza' messo in opera e' risultato un'azione violentemente repressiva e diffamatoria contro un'attivista riconosciuta da tutte e tutti'.Ora Bertozzo, insieme ad altre due persone, ha presentato querela nei confronti di alcuni esponenti del mondo gay che erano intervenuti sull'episodio, tra cui Franco Grillini, e anche contro un quotidiano. Inoltre ha richiesto di oscurare alcuni siti, tra cui gaynews.it e gay.it, ma il Pm Luigi Perisco, che in questi giorni regge la Procura di Bologna, ha respinto l'istanza. Nel provvedimento Persico ricorda che all'origine ci fu una pubblica manifestazione che desto' l'interesse della pubblica opinione. Il magistrato si e' rifatto al diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero sottolineato che il sequestro dei siti sarebbe limitativo di un aspetto che attiene alla essenza stessa della democrazia.Il Pm ha poi trasmesso la vicenda al Gip, che avra' l'ultima parola sulla richiesta di sequestro. (ANSA )

Padova Pride Village

Parte alla grande il Padova Pride Village.Migliaia di persone nelle prime due serate d'apertura. Un festival d'eventi organizzato dall' Arcigay di Padova che durerà tutto il mese di agosto.

PADOVA. PRIDE VILLAGE DEBUTTA COL BOTTO: 3000 PERSONE Cultura e divertimento fra drag-queen e famiglie con i figli. Zan: «È emozionante dar vita a una festa che ha nel suo dna l’accoglienza e si propone come luogo d’incontro per tutti» domenica 03 agosto 2008 , di Il Mattino di Padova

Il Padova Pride Village debutta col botto. La serata d’apertura del festival organizzato dall’Arcigay ha portato all’ex Foro Boario di corso Australia non meno di tremila persone. Un successo, sulle note delle canzoni di Paola e Chiara, che per gli organizzatori è il miglior riscontro a una scommessa fatta sulla città e la sua gente: aprire un luogo senza barriere tra etero, gay, lesbiche, bisex o transgender, offrendo cultura e intrattenimento. Sarà il successo dell’estate? Ottime le premesse. Dopo otto anni di totale abbandono, il pubblico è tornato a far festa all’ombra delle «pagode» ideate negli anni’ 60 dall’architetto Giuseppe Davanzo lungo la tangenziale. Un complesso architettonico degradato il cui recupero è atteso da troppi anni. Il Pride Village vi ha portato un’atmosfera di variopinta allegria, esaltata dai raffinati e multicolori arredamenti della GiPlanet, azienda padovana tra gli sponsor della manifestazione. È la gente, comunque, la vera attrattiva: un’umanità curiosa e sorridente che va dalle drag-queen più vistose alle famigliole coi passeggini. Alla cassa hanno registrato più di 2.600 ingressi. Tantissimi i giovani. Quasi tremila persone che hanno seguito con calore l’esibizione delle sorelle milanesi Paola e Chiara, molto amate dal movimento glbt (gay, lesbiche, bisex, transgender). Azzeccata la scelta del presentatore della serata, il conduttore radio e tv Fabio Canino. Raggiante Alessandro Zan, presidente regionale di Arcigay e mente del festival: «È emozionante dar vita a una festa che ha nel suo dna l’accoglienza e si propone come luogo d’incontro per tutti», ha detto dopo la cerimonia del taglio del nastro, effettuato da Milvia Boselli, presidente del consiglio comunale, rappresentanza istituzionale che recupera in parte il mancato patrocinio del Comune. Presenti gli assessori Francesco Bicciato e Daniela Ruffini, il consigliere Salvatore Italiano con la segretaria Sdi Sandra Faleschini. Stasera il Ciccone Party - serata dedicata a Madonna - del bar Bertelli’s.
(Simone Varroto)

Conferenza IGLYO 2008 in Italia

Dal 12 al 19 Ottobre 2008 la città di Torino ospiterà la Conferenza annuale di IGLYO, Organizzazione Internazionale dei Giovani e Studenti Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Questo evento vede la collaborazione diretta di ARCIGAY.
IGLYO da 25 anni riunisce i giovani e gli studenti omosessuali di oltre quaranta paesi. Alla Conferenza di Torino parteciperanno decine di ragazze e ragazzi provenienti dalla Russia alla Spagna. Il tema della conferenza è "Lo sviluppo di strategie innovative per combattere l'omofobia".
IGLYO ha di recente presentato al Parlamento Europeo un'indagine che rivela come due ragazzi omosessuali su tre (61.2 per cento) subiscono discriminazioni a scuola, uno su due (51.2 per cento) in famiglia, uno su tre (29.8 per cento) nel gruppo dei pari.
"Questi dati rivelano – sottolinea Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay - come siano urgenti politiche serie di intervento contro il bullismo omofobico anche nella scuola italiana e un sostegno formativo alle famiglie di conoscenza dei differenti orientamenti sessuali".
"Questa Conferenza vuole segnare un passo avanti verso la costruzione di sinergie tra le politiche delle istituzioni, i servizi sociali e il lavoro delle organizzazioni omosessuali" - sono le parole di Claire Anderson del direttivo IGLYO.
Fabio Saccà, responsabile della Rete Giovani Arcigay aggiunge: "Siamo orgogliosi di portare un po' di Europa nel nostro paese! L'Italia è tra gli ultimi paesi europei a non avere alcuno strumento per eliminare l'odiosa discriminazione verso i cittadini omosessuali."

L'evento avrà il sostegno della Fondazione Europea dei Giovani, di Arcigay, e del Comitato Provinciale "Ottavio Mai" di Torino.
per maggiori informazioni http://www.iglyo.com/

Notizia anche su: http://www.arcigay.it/conferenza-iglyo-torino-2008

LETTERA APERTA AL SINDACO DI VILLAFRANCA

Egregio Sig. Sindaco,

Le scriviamo in merito alla vicenda Circolo Pink-Arci Kroen, sulla loro manifestazione di domenica scorsa e sul dibattito emerso di conseguenza anche in questi giorni di ferie imminenti.
Come Arcigay e Arcilesbica, ci siamo finora tenuti in silenzio e in disparte, perché nel rispetto dell’autonomia di ogni associazione, abbiamo ritenuto che l’organizzazione del “Sunday Pink Pride” riguardasse un’iniziativa privata del Circolo Pink, in quanto quell’evento era una festa da loro organizzata e rivolta al loro circuito, senza il coinvolgimento diretto dell’intero movimento
LGBT* veronese. Siamo convinti però, che la manifestazione svoltasi davanti al Municipio Domenica scorsa, abbia aperto una discussione importante e non più rinviabile sulla presenza delle persone Lesbiche,gay, bisessuali e transessuali nelle nostre realtà di provincia.
Come lei sa benissimo, l’Italia è il paese dei mille campanili, la maggior parte della popolazione vive fuori dalle grandi aree urbane e con questa anche la presenza LGBT*.
Presenza numerica rilevante, dal 5 a 10% della popolazione, dati forniti dell’O.M.S.(organizzazione Mondiale della Sanità) che non possono essere ignorati. Una amministrazione, a prescindere dal colore politico o schierameto di appartenenza, deve pensare ad amministrare per il bene e la qualità della vita di tutti, ma proprio tutti i suoi cittadini. Per questo principio, deve, secondo noi, valutare e andare incontro anche alle esigenze di comunità specifiche. Non importa se tali comunità sono più o meno grandi, più o meno simpatiche / antipatiche alla maggioranza della società.
Nel resto d’Europa, sopprattutto in quei paesi dove sono state approvate importanti leggi sull’eguaglianza e la tutela delle persone
con diverso orientamento sessuale ed affettivo, si dice e sostiene che una società è DEMOCRATICA e CIVILE, in base a come tratta LE DONNE e GLI OMOSESSUALI, almeno secondo i parametri occidentali e liberali.
Villafranca è dopo il capoluogo Verona la città più popolosa della nostra provincia, è una città ricca e piena di gente laboriosa che ha fatto crescere la città negli anni e continua a farlo.
Di questa crescita sono artefici ogni giorno anche moltissimi cittadini e cittadine LGBT*, che spesso lavorano nell’ombra e nell’anonimato a fianco di amici, colleghi e parenti eterosessuali, che nella maggior parte dei casi ignorano la loro condizione.
Cittadini/e che sono costretti a spostarsi da Villafranca per vivere la loro “normale” condizione omosessuale, i loro affetti e i loro desideri, diventando così corpi estranei al tessuto sociale in cui vivono e lavorano.
Per questo Signor Sindaco, Le chiediamo di riflettere su questa lettera e su quanto è successo, perché siamo convinti che quella parte della sua popolazione, quel 5-10 % di suoi concittadini (molti dei quali probabilmente suoi elettori), al di là dei permessi e “motivi di conformità urbanistica” si sono sentiti all’improvviso, bollare come NON GRADITI dalla loro stessa città, dalla loro stessa amministrazione. E questo non è un bene per l’intera collettività di Villafranca, perché l’emarginazione , la discriminazione o la violenza (verbale o fisica che sia) contro gli omosessuali non colpiscono solo le persone in quanto tali, ma feriscono assai pesantemente i loro genitori, i loro fratelli ed amici, le loro FAMIGLIE.
E’ questo che vogliamo Signor Sindaco?
Per concludere, le comunichiamo che le nostre associazioni sono sempre disponibili ad un dialogo e ad incontri costruttivi per mettere in cantiere progetti, iniziative o altro, volti al miglioramento della qualità della vita per tutti i cittadini. Perché l’omosessualità
non è né una malattia contagiosa né una depravazione immorale. E’ solo un modo di essere, diverso, ma non per questo meno degno di rispetto e di tutela.

Zeno Menegazzi - Presidente

Verona, 17 Luglio 2008
--------
La lettera potete scaricarla anche in formato PDF

* Pubblicata anche su: Gruppo Beppe Grillo di Villafranca

Arcigay Verona sul Lazzaretto

Spett. Giornale L’ARENA, scriviamo in riferimento all’articolo pubblicato sul vostro quotidiano in data 16 Luglio 2008 dall titolo: LAZZARETTO DIMENTICATO FRA ROVINE E DEGRADO a firma Giorgia Cozzolino.

SUL LAZZARETTO TROPPO PANICO MORALE E PIU’ DI UN SOSPETTO

Ci rendiamo conto che la finta bomboniera veronese non è la Amsterdam in cui un recente regolamento di polizia municipale ha “depenalizzato” il sesso nei parchi pubblici purché lo si faccia lontano dagli sguardi di chi potrebbe non gradire. E’ evidente che l’italica e padana passione per il panico sociale e morale non è il pragmatismo regolamentare olandese. Tuttavia questo continuo
insistere sui luoghi di incontro (foss’anche di sesso) tra uomini è un po’ sospetto e pericoloso: l’ultimo caso è l’articolo da voi pubblicato sulla questione del Lazzaretto.
E’ sospetta la mancanza di approfondimento sulla storia di questi luoghi, che risalgono ai primi passi della vita gay “clandestina” anche e soprattutto in questa città, non troppi anni fa quando non esistevano locali e circuiti commerciali, o tantomeno associazioni e internet, e le persone omosessuali erano “costrette” a ritrovare la propria identità e sessualità tra gli anfratti clandestini del lazzaretto o di altri luoghi di incontro all’aperto, lontani dagli sguardi degli amici, dei conoscenti, dei famigliari, dei vicini. Cosa che per alcuni è purtroppo ancora una regola di vita.
E’ sospetta la totale mancanza di una riflessione pragmatica su una realtà che è molto più generale ed equipara omosessuali ed eterosessuali nell’uso dei luoghi pubblici per gli incontri sessuali: le Torricelle, ad esempio, sono da sempre conosciute come luogo dove coppie eterosessuali vanno a riparare in macchina per fare ciò che non possono fare a casa propria sotto lo sguardo dei genitori o dei partner. Ma non abbiamo mai avuto il piacere di leggere articoloni sul degrado morale delle Torricelle, nonostante in certi luoghi fazzolettini e preservativi usati si sprechino. E’ sospetta la solerzia con cui si dipinge il solito quadretto sordido e allarmistico che equipara degrado e abbandono, pratiche nudiste estive, prostituzione immigrata, violenza e omosessualità, quasi a richiamare puntuale l’ennesima scure del sindaco che non dubitiamo si abbatterà, soprattutto se qualcuno potrà farci ghiotti affari privati mettendo tra parentesi qualche vincolo di troppo, com’è già accaduto al Lux o alle Cartiere. Con la giunta Tosi “lotta al degrado” non vuol dire recupero di bene pubblico: vuol dire affari privati indisturbati, più c’è degrado più si faranno affari indisturbati. In questo clima di panico morale si perde ogni sensibilità e visione sui mille atti di intimidazione e violenza fisica che in questi luoghi avvengono a danno delle persone omosessuali sfruttandone la caratteristica “invisibilità”, spesso richiamati proprio da notizie di stampa che fungono da legittimazione e da mappa per la caccia alle streghe morali della città. E i rari articoli su questi avvenimenti, a firma solitamente di Alessandra Vaccari, sembrano più un morboso appello all’intervento della forza pubblica per spazzare via il degrado morale, che una sincera preoccupazione per l’incolumità e il diritto alla sicurezza di alcuni nostri concittadini.
Come Arcigay siamo anche noi convinti che il Lazzaretto dovrebbe rientrare in un’opera di riqualificazione urbanistica e ambientale intelligente, essere bonificato dalle bombe inesplose e risistemato, perché è un bellissimo sito e come tale dovrebbe essere fruibile da tutti come parco attrezzato rispettoso delle caratteristiche storiche e ambientali del luogo. Ma se l’alternativa al luogo di incontro gay o di nudisti è l’affarismo speculativo che vorrebbe farci faraonici impianti sportivi in riva all’Adige, allora francamente preferiamo un Lazzaretto pubblico e allo stato brado.

Zeno Menegazzi - Presidente

Verona, 17 Luglio 2008

Lazzaretto: Patrimonio dimenticato

PATRIMONIO ABBANDONATO. La grande zona verde a Porto San Pancrazio resta inutilizzabile. Ogni tanto si parla di piani di recupero, poi se ne perdono le tracce

Lazzaretto dimenticato fra rovine e degradoIncontri «proibiti» fra le erbacce e i ruderi del tempietto sammicheliano In tutta l’area sarebbe vietato l’accesso per la presenza di residuati bellici

L'Arena - mercoledi 16 Luglio 2008 - Giorgia Cozzolino

Passa il tempo, ma non il degrado. A distanza di tre anni dalla nostra ultima inchiesta sul Lazzaretto, siamo andati a vedere se qualcosa è cambiato tra le rovine dell’antico nosocomio immerso nel verde a Porto San Pancrazio. Nel settembre del 2005, infatti, avevamo denunciato il fatto che l’area considerata pericolosa, perché non bonificata dagli ordigni bellici, è abbandonata ma non recintata, quindi facilmente accessibile. Una splendida zona a ridosso dell’Adige che bene si presterebbe ad attività sportive e ricreative è invece considerata «off limits» dalle famiglie in quanto si tratta di uno dei ritrovi gay più frequentati. Tra i ruderi delle cellette e del tempio del Lazzaretto si consumano infatti incontri a luci rossa tra uomini. Alcuni sono giovani e prestanti stranieri in cerca di un facile guadagno, altri sono veronesi, alcuni attempati e altri di bell’aspetto, in cerca di un rapporto fugace. Ma con la bella stagione, il tempio e l’argine dell’Adige si trasformano anche in un luogo ideale per l’abbronzatura totale. Passeggiando nella zona, guardati a vista con sospetto, incontriamo infatti due uomini completamente nudi che prendono la tintarella sdraiati sul marmo del tempietto. Tra le porte di un campo da calcio abbandonato e le erbacce alte, si snodano tutta una serie di percorsi battuti che conducono ad anfratti isolati, coperti dalla vegetazione e dai ruderi della struttura. E in ognuno di questi angoli è facile capire dove si consumano gli incontri: basta gettare un occhio a terra per notare le tracce del passaggio. La strada che porta al Lazzaretto è chiusa da una sbarra: infatti le auto dei frequentatori sono tutte parcheggiate sul ciglio della strada. Da lì si può proseguire solamente a piedi o in bicicletta, ma sono molti i motorini che vi transitano e alcuni trovano sosta tra i cespugli. Da tempo si discute del destino di questa zona: nel corso della passata amministrazione era stato un consigliere circoscrizionale del centrodestra, allora all’opposizione, Simone Dal Forno (An) a sollevare il problema attaccando l’amministrazione Zanotto. Verso la fine della legislatura, alcuni privati avevano presentato un progetto di recupero che intendeva costruire una sorta di cittadella dello sport. Il documento era passato al vaglio della Commissione ed era stato osteggiato dalle associazioni ambientaliste. Ma con lo scadere dell’amministrazione Zanotto si è persa traccia anche di questo intervento. Ora sono in molti a chiedersi se la Giunta Tosi riuscirà a trovare una soluzione per riqualificare il Lazzaretto e riconsegnare a tutti i cittadini un luogo tanto bello

Nessuno tocchi il BolognaPride

di AURELIO MANCUSO

Arcigay esprime la sua solidarietà nei confronti del Comitato organizzatore del BolognaPride del 28 giugno 2008.Sono in atto in questi giorni maldestri tentativi di offuscare una grande e gioiosa manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 ragazzi e ragazze, lesbiche, gay e trans da tutta Italia.

A conclusione della manifestazione sono state messe in atto provocazioni politiche da parte di alcune persone che fanno riferimento alla Rete di Facciamo Breccia.Tra queste azioni, si inseriscono il tentativo di salire sul palco da parte di Graziella Bertozzo e un atteggiamento aggressivo, condito da minacce ed insulti, ad opera di un altro gruppo di militanti di Facciamo Breccia, culminato nello schiaffeggiamento del nostro Segretario nazionale Riccardo Gottardi.
Nonostante questo, il nostro fermo giudizio di condanna politica prescinde da ciò che è avvenuto all’individualità di Graziella e, come già più volte scritto, abbiamo reagito pubblicamente dal palco e ci siamo attivati immediatamente affinché fosse rilasciata e non faremo mancare il nostro apporto per fare sì che la vicenda si chiuda nel miglior modo possibile.L’azione di Graziella ha oggettivamente innescato un conflitto di cui bisognerebbe rendersi conto, ma è inaccettabile pensare che Arcigay possa tacere sul fatto che Graziella ha subito un trattamento ingiustificato, sproporzionato ed offensivo della sua dignità di donna e di militante.
Allo stesso modo ci saremmo attesi un’assunzione chiara di responsabilità da parte di chi ha provocato una serie di episodi spiacevoli, che hanno rischiato di inficiare il valore politico di una grande manifestazione nazionale e ci saremmo anche attesi le scuse rispetto al grave episodio di violenza che ha coinvolto Riccardo Gottardi.
Crediamo che proprio il Pride di Catania che si terrà oggi 5 luglio 2008 sia il banco di prova per dimostrare concretamente che si potrà marciare di nuovo insieme, superando l’attuale conflitto nel nome del bene comune e garantendo il rispetto e l’agibilità collettiva e individuale di tutti e di tutte.
Arcigay crede fortemente che il movimento LGBT (lesbico, gay, bisessuale, transgender) italiano abbia bisogno di maturare una consapevolezza nuova per affrontare una fase politica e sociale del paese difficile e che abbia inoltre bisogno che tutte le donne e gli uomini che da decenni si battono per il riconoscimento dei diritti civili e sociali delle persone LGBT tornino uniti.
Arcigay è consapevole di essere la più grande ed importante associazione lesbica e gay italiana e si adopererà quindi affinché siano ripristinate quelle condizioni di confronto civile e di rispetto delle pratiche non violenza indispensabili per riconoscere valore ed interlocuzione tra i vari soggetti.

Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay

Chiarezza su fatti, parole e intenzioni

COMITATO BOLOGNA PRIDE
Chiarezza su fatti, parole e intenzioni


Questo articolo lo trovi anche su:http://www.arcigay.it/tra-bologna-e-catania

Con questo documento il Comitato Bologna Pride intende fare chiarezza su fatti, parole e intenzioni che dalla serata conclusiva del Bologna Pride a oggi si sono susseguite attraverso documenti, email, blog e strumenti di varia natura, dando luogo a interpretazioni e posizionamenti che vanno ben oltre gli accadimenti di sabato 28 giugno.
Desideriamo innanzitutto tenere separati in modo netto la vicenda che ha visto coinvolta Graziella Bertozzo e l'azione di Facciamo Breccia sia sul palco sia dopo il pride
.

Posto che:
il Comitato Bologna Pride, come è ovvio, anche se, visto il tono di alcuni interventi degli ultimi giorni, evidentemente serve ribadirlo, possiede e si assume ogni responsabilità politica e organizzativa del pride verso terzi e non mette in discussione che l'intervento della polizia nelle manifestazioni di movimento debba essere assolutamente scongiurato, cercando, per quanto possibile, a meno di non correre rischi per la propria incolumità, di sciogliere le divergenze che sorgono, attraverso la dialettica politica;
la presenza della polizia e la sua collocazione, all'interno di un contesto di manifestazione, è imposta dalle norme di pubblica sicurezza, come noto a chiunque abbia mai organizzato una manifestazione, e il potere di contrattazione dell'organ izzazione è limitatissimo, attenendo solamente ad aspetti logistici del corteo e non incide minimamente sul modo con cui l'autorità pubblica decida di controllare la manifestazione;
a posteriori comprendiamo che sarebbe stato indubbiamente utile ed opportuno affiancare il servizio di gestione della zona transennata attorno al palco, svolto con grande coraggio e impegno dai volontari/e neomilitanti, che ancora una volta ringraziamo per il lavoro svolto, con militanti esperti – così come abbiamo fato per gli ingressi - non solo e non tanto di manifestazioni, ma delle dinamiche e pratiche politiche interne al movimento, al fine non solo di gestire nel modo migliore eventuali problematicità, ma anche per non esporre le/i volontarie/i neomilitanti, a situazioni rispetto a cui non potevano avere i necessari strumenti di valutazione, e per salvaguardare quindi la loro stessa incolumità (morale e fisica);
in un pride, i militanti, nuovi o di lungo corso che siano, non dovrebbero mai sentirsi minacciati, da nessuno, nemmeno, da componenti del movimento LGBT tanto da trovarsi nella condizione di dover chiedere l'intervento della polizia lì presente, come ultima possibilità per gestire una situazione che appare loro ingestibile; e se ciò avviene significa che la questione di una rispettosa e pacifica convivenza tra pratiche politiche diverse non è stata opportunamente trattata, compresa e gestita né a livello dei singoli individui, né a livello di elaborazione complessiva e generale di movimento nelle molteplici sedi che più volte ci siamo dati pe r discutere;
sarà opportuno riflettere quanto prima sulla questione dell'aggressività, di varia natura, che, letta e interpretata in modo diverso da soggetti diversi, è interna a questo movimento, che ha pertanto il dovere di interrogarsi su di essa;
al comitato bologna pride è stato consegnato il mandato di organizzare il pride nazionale, sia nel gennaio 2007 - quando si decise il pride a Roma quell'anno e a bologna nel 2008 – sia nel novembre 2007; è stata individuata un'unica piattaforma politica per i pride grazie allo sforzo degli organizzatori del pride di Bologna e dei pride di Roma Milano Biella Catania; è stata realizzata, su proposta del comitato Bologna pride, una presentazione congiunta della piattaforma rivendicativa che ha presentato al paese un movimento "alleato" di fronte a chi ci vuole aggredire e opprimere.

Riteniamo che:
il comitato bologna pride ha condotto il palco e il pride a partire dalla consapevolezza che ogni pride appartiene alle lesbiche ai gay alle trans ai bisessuali del paese e oltre, appartiene alla diversità di coloro che vi portano il proprio messaggio di liberazione;
gli organizzatori si sono prodigati fino allo sfinimento affinché tutti i numerosi e complicati passaggi che attengono ad una manifestazione di questa portata si svolgessero nel modo più sereno possibile, cercando la condivisione fra tutti i soggetti direttamente interessati che hanno deciso o meno di compiere un percorso comune sia politico sia organizzativo;
stare fuori da questo percorso è una scelta legittima e degna di rispetto; il dissenso è scelta legittima e degna di rispetto; la convivenza all'interno del movimento merita però che la pratica del dissenso venga esplicitata, nel movimento, senza prevaricazioni, che invece Facciamo Breccia in questo caso ha agito; merita quel dialogo che con le istituzioni, laiche o religiose, si può anche scegliere di non avere. Il Comitato bolognapride non è il G8, non è il governo Berlusconi, non è il papa, ma è composto da associazioni che pur con modalità differenti da FB lottano per l'identico fine della liberazione della popolazione LGBT.

Il Comitato Bologna Pride, pertanto:
come ha già dimostrato il 28 giugno sia dal palco sia in questura, ribadisce e chiarisce che è a completa disposizione affinché la vicenda in cui è rimasta coinvolta Graziella Bertozzo si risolva velocemente e positivamente per lei.
Auspichiamo che la pratica dell'assunzione di responsabilità diventi un nuovo contesto di lavoro per tutti/e noi, e che venga agita coerentemente e con beneficio da parte di tutte le molteplici soggettività che fanno di questo movimento quello che oggi è.


In bocca al lupo a Catania! In bocca al lupo a tutte e tutti noi!
Comitato BolognaPride

Serata Finale 1a Rassegna di Cinema GLBT Verona

Questa sera: Mercoledì 11 Giugno a conclusione della Rassegna 2008 di Cinema GLBT Verona ci sarà un party-buffet, durante il quale verranno estratti i premi della lotteria e si festeggerà anche Nicola del Romeo's

NON MANCARE !!

Ore 21.30 Proiezione del film "Quando sarò una star"

Diana de Montalte è un'attrice parigina senza lavoro. La sua ambizione la divora e le pesa molto questo ozio forzato. Conduce una vita esagerata e frivola, dividendo col figlio un lussuoso appartamento. E' vedova di un cantante degli anni 80, Farid Daoudi, famoso per avere composto la canzone « Quand je serai star ». Il figlio Marc, 23enne, omosessuale e sieropositivo, ha con la madre un rapporto allo stesso tempo intimo e distante. Ha abbandonato gli studi nel tentativo di staccarsi dalla madre, ed è diventato Steward in una compagnia aerea. Frequenta uno dei suoi colleghi, un giovane provinciale venuto a Parigi per godersi un po' di libertà. Diane è preoccupata per la progressione della malattia di suo figlio, ma ancora di più della sua carriera di attrice. Per arginare il suo declino, tutti i mezzi sono buoni. Insieme alla sua amica Alice frequenta assiduamente le serate mondane dove si mette in mostra. Riescono così a fare amicizia con il direttore di un piccolo teatro e ad organizzare un "one woman show" con Diane come protagonista e Alice come regista. Nel frattempo Marc fa molti viaggi a Marrakech, città originale di suo padre, stringe amicizia con una hostess dal forte carattere e con un uomo travestito. Trasformato da questi nuovi incontri riesce a poco a poco a liberarsi dall'influenza materna e a trovare la propria identità. Tra situazioni a volte comiche e a volte crudeli una bella commedia sulla conquista della propria strada e della maturità.

Ore 21.30 Presso ROMEO'S CLUB
Via Giolfino, 12 (Zona porta Vescovo) - Verona
INGRESSO GRATUITO - Tessera ARCIGAY*
*Riduzioni su tessera arcigay per chi già possiede tessera ARCI e ARCILESBICA

Aggredito a Roma un conduttore di Radio Deegay

Ancora Omofobia: Aggredito a Roma un conduttore di Radio Deegay, come Nicola anche Christian è ognuno di noi.
E' preoccupante come l'omofobia stia montando(spesso in modo violento)nel nostro paese.L'altra sera Christian Floris, ventiquattrenne conduttore di Radio deegay è stato aggredito e percosso da due persone che gli hanno sbattuto la faccia contro il muro.La sua colpa secondo gli aggressori è parlare di tematiche legate al mondo dell'omosessualità.Christian è conduttore di punta di Deegay.it, una webradio di informazione sulla comuntà LGBT.Dopo l'uscita dall'ospedale, Christian sarà sotto scorta della polizia.Questo è un ulteriore grave episodio che incrementa la lista dei casi di omofobia e transfobia oramai fuori controllo.
Arcigay Verona ha espresso la sua solidarietà e vicinanza a Christian e a tutta Deegay.it.
Come Nicola, anche Christian è ognuno di noi.

Articoli e News anche su:
http://stopomofobiaverona.blogspot.com
e http://www.arcigayverona.org

Le Foto della Manifestazione a Verona di Sabato 17 Maggio

Tutti gli albun fotografici sulla presenza di ARCIGAY PIANETA URANO VERONA e ARCILESBICA VERONA alla manifestazione "Nicola è ognuno di noi" di Sabato 17 Maggio 2008 a Verona.

:: ALBUM 1 ::

:: ALBUM 2 ::

:: ALBUM 3 ::

Verona Città Conforme

"Da tempo, come Arcigay, andiamo ripetendo che occorre che la politica si assuma la responsabilità delle sue azioni sciogliendo i gruppi neofascisti e neonazisti presenti in Italia".Questo il commento del presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso dopo gli sconcertanti fatti di Verona che han visto ridurre in fin di vita un ragazzo considerato dagli aggressori "non conforme"."Sarà pur vero quello che è stato detto sui ragazzi veronesi protagonisti della aggressione, ovvero che non fanno parte di gruppi organizzati dei partiti di destra, – ha proseguito Mancuso – ma non ci si nasconda dietro un dito e si insulti l'intelligenza umana. Questi gruppi non saranno organici con Forza Nuova o con Veneto Fronte Skinheads ma si muovono in quei meandri e si nutrono delle medesime parole d'ordine. Il confine fra frange autonome ed organizzate, per quanto riguarda i seguaci di ideologie neofasciste o neonaziste, è inesistente. Pestare un ragazzo per non aver offerto una sigaretta e perché considerato non conforme con gli altri, insomma diverso nel senso lato del termine, è un fatto inquietante che produce insicurezza e rimanda per ovvie ragioni alla concezione di normalità che voleva Hitler per la sua razza ariana.Noi omosessuali ci sentiamo colpiti, sia dalla brutalità e assurdità dell'episodio e sia perché sarebbe potuto accadere ad uno di noi.Ricordo che l'anno scorso abbiamo presentato come Arcigay, sia al ministero degli Interni e sia alla Commissione Giustiziia della Camera, un nutrito dossier sulle aggressioni, violenze, atti vandalici e minacce ai danni di persone e sedi lgbt perpetrati in tutta Italia da gruppi e singoli che fanno riferimento al neo nazifascismo italiano "."È per questo troppo tiepida la dichiarazione del sindaco Tosi – ha concluso Mancuso - che tende a minimizzare i fatti perché da come l'impressione che alcune istituzioni si vogliano nascondere dietro a facili consociativismi con certe frange di elettorato, forse troppo sornionamente adulate e coltivate"."Questi personaggi imperversano a Verona da tempo, cosa che emerse già all'indomani dell'elezione di Tosi a sindaco della città scaligera, quando il procuratore Papalia dispose la perquisizione nelle case di questi giovani dove furono trovati materiali e simboli nazisti usati per organizzare ronde fra il balordo e l'ideologizzato - ha affermato Zeno Menegazzi presidente del comitato Arcigay Verona Pianeta Urano - L'ossessione ideologica del Sindaco su ordine e decoro è la stessa di cui si nutrono questi personaggi provenienti dalla galassia di estrema destra di cui lui è consapevole ed esplicito referente politico: è l'idea di una "città conforme" dove tutte le irregolarità sociali e culturali devono essere eliminate per far posto ad una supposta ordinata veronesità patinata.Quando Tosi parla di banale bullismo giovanile sa benissimo di mentire e questo è gravissimo per un primo cittadino che ha la responsabilità di rappresentare tutti. Questa volta gli aggressori sono veronesi doc, di famiglia bene e appartengono all'area politica di cui Tosi è da sempre referente assieme a Forza Nuova e ad altri: ci aspettiamo una risposta degna di un primo cittadino responsabile""Città scaligera città di classe": questo è uno dei convincimenti ideologici che fanno da sfondo delll'aggressione da parte di giovani della cosidetta Verona bene. Il valore di Verona vetrina è lo stesso concetto sostenuto anche dal sindaco. Noi contrastiamo - conclude Menegazzi - la visione del Sindaco che volutamente minimizza parlando di bullismo giovanile, perché la verità è che qualcosa di preoccupante sta avvenendo in alcuni strati della popolazione giovanile veronese"."Chi ricopre una carica pubblica istituzionale come Tosi o Gentilini – ha rincarato la dose Alessandro Zan presidente Arcigay Veneto - dovrebbe cercare di misurare le parole. Ogni dichiarazione pubblica, se contiene delle dichiarazioni razziste, omofobe o violente, ha una cassa di risonanza che può avere effetti devastanti perché viene interiorizzata da persone che possono agire sentendosi legittimate da chi ricopre incarichi istituzionali. Ecco perché, per frenare questa ondata pericolosa e preoccupante dei gruppi neonazisti a Verona e in Veneto, gente come Tosi dovrebbe intervenire con delle dichiarazione di chiara condanna verso questi gruppi per evitare di esserne in parte complice".

Questo comunicato lo trovate anche sui blog:

http://stopomofobiaverona.blogspot.com
http://www.arcigayverona.org

L’ARCIGAY «Sciogliere i gruppi neonazisti»

«Occorre che la politica si assuma la responsabilità delle sue azioni sciogliendo i gruppi neofascisti e neonazisti presenti in Italia». Lo si legge in una nota del presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso dopo l'aggressione ai danni di Nicola Tommasoli. Quanto alle parole di condanna del sindaco di Verona Flavio Tosi, per Mancuso sono «troppo tiepide perché danno come l'impressione che alcune istituzioni si vogliano nascondere dietro a facili consociativismi con certe frange di elettorato». «Tosi», rincara la dose Alessandro Zan, presidente Arcigay Veneto, «per frenare questa ondata pericolosa dei gruppi neonazisti a Verona e in Veneto, dovrebbe intervenire con delle dichiarazioni di ferma condanna per evitare di risultarne, anche se in parte, complice».

L'Arena - 6 maggio 2008

Verona "città conforme"

"Da tempo, come Arcigay, andiamo ripetendo che occorre che la politica si assuma la responsabilità delle sue azioni sciogliendo i gruppi neofascisti e neonazisti presenti in Italia".
Questo il commento del presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso dopo gli sconcertanti fatti di Verona che han visto ridurre in fin di vita un ragazzo considerato dagli aggressori "non conforme".
"Sarà pur vero quello che è stato detto sui ragazzi veronesi protagonisti della aggressione, ovvero che non fanno parte di gruppi organizzati dei partiti di destra, – ha proseguito Mancuso – ma non ci si nasconda dietro un dito e si insulti l'intelligenza umana. Questi gruppi non saranno organici con Forza Nuova o con Veneto Fronte Skinheads ma si muovono in quei meandri e si nutrono delle medesime parole d'ordine. Il confine fra frange autonome ed organizzate, per quanto riguarda i seguaci di ideologie neofasciste o neonaziste, è inesistente. Pestare un ragazzo per non aver offerto una sigaretta e perché considerato non conforme con gli altri, insomma diverso nel senso lato del termine, è un fatto inquietante che produce insicurezza e rimanda per ovvie ragioni alla concezione di normalità che voleva Hitler per la sua razza ariana.
Noi omosessuali ci sentiamo colpiti, sia dalla brutalità e assurdità dell'episodio e sia perché sarebbe potuto accadere ad uno di noi.
Ricordo che l'anno scorso abbiamo presentato come Arcigay, sia al ministero degli Interni e sia alla Commissione Giustiziia della Camera, un nutrito dossier sulle aggressioni, violenze, atti vandalici e minacce ai danni di persone e sedi lgbt perpetrati in tutta Italia da gruppi e singoli che fanno riferimento al neo nazifascismo italiano "."È per questo troppo tiepida la dichiarazione del sindaco Tosi – ha concluso Mancuso - che tende a minimizzare i fatti perché da come l'impressione che alcune istituzioni si vogliano nascondere dietro a facili consociativismi con certe frange di elettorato, forse troppo sornionamente adulate e coltivate".
"Questi personaggi imperversano a Verona da tempo, cosa che emerse già all'indomani dell'elezione di Tosi a sindaco della città scaligera, quando il procuratore Papalia dispose la perquisizione nelle case di questi giovani dove furono trovati materiali e simboli nazisti usati per organizzare ronde fra il balordo e l'ideologizzato - ha affermato Zeno Menegazzi presidente del comitato Arcigay Verona Pianeta Urano - L'ossessione ideologica del Sindaco su ordine e decoro è la stessa di cui si nutrono questi personaggi provenienti dalla galassia di estrema destra di cui lui è consapevole ed esplicito referente politico: è l'idea di una "città conforme" dove tutte le irregolarità sociali e culturali devono essere eliminate per far posto ad una supposta ordinata veronesità patinata.
Quando Tosi parla di banale bullismo giovanile sa benissimo di mentire e questo è gravissimo per un primo cittadino che ha la responsabilità di rappresentare tutti. Questa volta gli aggressori sono veronesi doc, di famiglia bene e appartengono all'area politica di cui Tosi è da sempre referente assieme a Forza Nuova e ad altri: ci aspettiamo una risposta degna di un primo cittadino responsabile"
"Città scaligera città di classe": questo è uno dei convincimenti ideologici che fanno da sfondo delll'aggressione da parte di giovani della cosidetta Verona bene. Il valore di Verona vetrina è lo stesso concetto sostenuto anche dal sindaco. Noi contrastiamo - conclude Menegazzi - la visione del Sindaco che volutamente minimizza parlando di bullismo giovanile, perché la verità è che qualcosa di preoccupante sta avvenendo in alcuni strati della popolazione giovanile veronese".
"Chi ricopre una carica pubblica istituzionale come Tosi o Gentilini – ha rincarato la dose Alessandro Zan presidente Arcigay Veneto - dovrebbe cercare di misurare le parole. Ogni dichiarazione pubblica, se contiene delle dichiarazioni razziste, omofobe o violente, ha una cassa di risonanza che può avere effetti devastanti perché viene interiorizzata da persone che possono agire sentendosi legittimate da chi ricopre incarichi istituzionali. Ecco perché, per frenare questa ondata pericolosa e preoccupante dei gruppi neonazisti a Verona e in Veneto, gente come Tosi dovrebbe intervenire con delle dichiarazione di chiara condanna verso questi gruppi per evitare di esserne in parte complice".

VERONA. PENALIZZATE LE COPPIE CONVIVENTI

La giunta leghista di Tosi e la tolleranza zero
Sabato 03 maggio 2008 , da
Liberazione

di Laura Eduati

Tutto questo è accaduto in via Leoni, nel pieno centro di quella Verona che il sindaco Flavio Tosi vorrebbe perfetta e cioè senza immigrati clandestini, senza rom, senza turisti che bivaccano all'ombra dell'Arena mangiando un panino o vecchietti che schiacciano un pisolino sulla panchina.
Nei giorni scorsi la giunta leghista ha persino proposto un regolamento per dare la precedenza negli asili nido ai figli delle coppie sposate, penalizzando le ragazze madri e le coppie conviventi o separate. Nella città utopica di Flavio Tosi, insomma, non c'è spazio per le irregolarità e verrà un giorno nel quale passeggerrano per le vie veronesi soltanto coppie bianche di cittadinanza italiana, sposate con figli, sorridenti e felici.In fondo la tolleranza zero del leghismo ultracristiano non è altro che questo, lo sforzo disperato di tornare ad una arcadia felice mai esistita. Ma nel tentativo di ricreare il villaggio perfetto, senza stranieri né gay né zingari né turisti scostumati, i sindaci leghisti come Tosi dimenticano che non possono eliminare le irregolarità made in Italy come questo terribile episodio di violenza irragionevole. Sappiamo quale sarà l'obiezione del leghista: «Perché mi devo accollare i crimini degli stranieri quando ho già i miei?». Obiezione accolta. Il problema sta nel fatto che Verona, dispiace per Tosi, non è una Arcadia felice perché i migranti vivono da 15 anni nel territorio, si sono integrati e lavorano. E peraltro esiste il divorzio e spesso nascono figli da coppie non sposate, come esistono turisti che, bontà loro, vorrebbero mangiare un panino mentre si rilassano in una delle piazze più belle d'Italia. Insomma, il caos che muove l'universo non smetterà mai di mangiucchiare l'oasi veronese. Non si tratta di tollerare la criminalità, bensì di non oltrepassare il buon senso delle cose. Quel buon senso secondo il quale se qualcuno delinque, siano ragazzi italianissimi o stranieri, viene punito dalla legge. Stupisce che, almeno fino a ieri sera, il sindaco Tosi non abbia rilasciato alcun commento sulla vicenda che ha coinvolto Nicola Tommasoli- Poco prima dell'aggressione, Tosi aveva chiesto al ministero dell'Interno 72 nuovi agenti delle forze dell'ordine per tutelare la sicurezza della città. Molto probabilmente saranno utili per prevenire i reati, ma sarebbe utile che nei discorsi pubblici venisse sottolineato che questi reati vengono commessi anche dagli italiani.

Articolo pubblicato anche sui seguenti siti e BLOG:
http://www.arcigayverona.org
http://stopomofobiaverona.blogspot.com

Delitto di Lugagnano - Comunicato stampa

IL DELITTO DI LUGAGNANO FIGLIO DI QUESTA SOCIETÀ

COMUNICATO DI ARCIGAY VERONA E ARCILESBICA VERONA


La vicenda di Lugagnano ci addolora e ci lascia sgomenti. Tuttavia, se le prime ricostruzioni sullo sfondo omoerotico considerato plausibile e credibile dagli inquirenti saranno confermate, emerge che questo delitto improvviso e irrazionale matura in un contesto di responsabilità diffuse che non possono essere eluse confacili etichettature e capri espiatori.
La figura del pensionato con i suoi indicibili approcci omoerotici, ben lungi dall’essere cosa rara, rispondetragicamente alle aspettative “di normalità” di questa società. Finché sarà considerato più dignitoso e “di valore”, nel costume e nella legge, costruire una vita e una famiglia eterosessuale anziché una vita e una famiglia omosessuale, questa società sarà destinata a produrre ombre e a replicare le tragedie che aborrisce: ci saranno sempre nell’ombra un padre, un marito, un figlio, un collega, un insegnante, un sacerdote, a cui improvvisamente crolla il mondo e la verità addosso trascinando con se comunità incredule e anche, com’è il caso di questa tragedia, i propri cari di una vita. Vien da dire, a proposito di questa società sgomenta e incredula, che chi è causa del suo mal pianga se stesso. In quanto alla figura del giovane assassino, non un clandestino ma un incensurato ragazzino lavoratore, la sua reazione è stata orribile e ingiustificabile e dovrà essere punita secondo la legge. Ma ancora una volta ci troviamo sulla scena di un dramma sociale dove alle aspettative, allo spaesamento e all’orgoglio di migranti in cerca di fortuna, per quanto piccola, transitoria e dolorosa essa possa essere, si mescolano nell’ombra insopportabili asimmetrie di potere che in un caso come questo, quando vengono toccate anche le corde dell’intimità e dell’onore maschile eterosessuale spesso ferocemente omofobo e violento, si trasformano in tragedia incontenibile e irrefrenabile. Una società più giusta, meno ipocrita e più sincera, meno incline a nascondere sotto il tappeto le questioni più scandalose e indicibili della vita sociale e sessuale, saprebbe difendersi anche da queste tragedie. Ma non è purtroppo questa la società.

Arcigay “Pianeta Urano” Verona - Arcilesbica “Juliette e Juliette” Verona
---------------------------------------------------------
Trovate questo comunicato stampa anche su:
http://www.arcigayverona.org

Prossimi Appuntamenti GLBT a Verona

Settimana 17 - 23 Marzo 2008

Lunedì 17 Marzo 2008

Omofobia Interiorizzata: Incontro con il Prof. Cesare de Monti
Organizza: il
Gruppo ELGBT Studenti Universitari di Verona
:: Vai alla pagina::

Martedì 18 Marzo 2008
Incontro TITANIA: Giovani GLBT Verona
ore 21 al Bar LUCLA'
:: Vai alla pagina::

Mercoledì 19 Marzo 2008
Serata Cinema al Romeo's
Proiezione del Film:
Addio al Nubilato (April's Shower)
Organizza:
Arcigay e Arcilesbica Verona
:: Vai alla pagina::

Zan escluso da Sinistra Arcobaleno

Zan escluso da Sinistra Arcobaleno, bene le candidature DeSimone e Luxuria
Siamo molto dispiaciuti per l'esclusione di Alessandro Zan,presidente veneto e della Segreteria nazionale di Arcigay,dalle liste di Sinistra Arcobaleno. I partiti padovanidell'alleanza avevano sottoscritto un documento a sostegnodella sua candidatura, e tutte le realtà territoriali venetedi Arcigay avevano chiesto un segnale positivo. Purtroppo,così com'è avvenuto anche per altre candidature indipendenti, il tavolo nazionale ha escluso un'assunzione collettiva diqueste figure, determinando nei fatti un veto incrociato,che ha tolto cosi spazio a personalità che avrebberocertamente dato il senso di un'apertura nei confronti dellasocietà civile e dell'associazionismo.
Siamo inoltre ancora in attesa di conoscere in qualeposizione sarà collocata la candidatura di GianpaoloSilvestri, fondatore Arcigay e senatore uscente.
Per quanto riguarda Sinistra Arcobaleno salutiamopositivamente le candidure delle due parlamentari uscentiTitti De Simone e Vladimir Luxuria, rispettivamentecapolista in Basilicata e in seconda posizione in Sicilia 1.Come per tutti i candidati del movimento omosessuali e peratri candidati lgbt presenti in altre liste, Arcigay lesosterrà convintamente.

Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay

IL VATICANO E GLI OMOSESSUALI. - Video

IL VATICANO E GLI OMOSESSUALI.
Un ben fatto video inchiesta-denuncia su come la Chiesa Cattolica sostenga e incoraggi le cosidette "Terapie Riparative" per la "cura" delle persone omosessuali.
Teorie pseudoscientifiche e pericolose, un misto di creduloneria al limite dello sciamanesimo. teorie, purtroppo supportate anche da politici senza scrupoli nel mondo e da qualche tempo anche in Italia.
In questo video decumento: La teoria di Joseph (Che guarda caso si chiama come un altro Joseph) Nicolosi e la "Cura pastorale" della Chiesa Cattolica
(Fonte: ITALIAN JOB - LA7)

>> Lascia un commento<<

Arcigay non dà nessuna indicazione di voto ai partiti

Sono terminati il 2 marzo gli Stati Generali di Arcigay tenutisi a Bologna all'hotel I Portici. Obiettivo dell'associazione era quello di raggiungere una sintesi politica fra i vari comitati territoriali dell'associazione per stabilire un orientamento rispetto alle prossime elezioni politiche ed amministrative.
Arcigay conferma il suo non allineamento, e quindi nessuna indicazione di voto, nei confronti dei partiti e delle alleanze che concorreranno alle elezioni politiche del 2008.
Arcigay, recependo l'indicazione espressa dal presidente nazionale di estendere l'incompatibilità esistente tra segretario e presidente e cariche elettive e di partito, ha deciso di approvare un ordine del giorno in cui si estende la medesima incompatibilità anche ai componenti della segreteria nazionale gia all'atto della accettazione della candidatura.
L'associazione ha precisato la sua netta e chiara indicazione di non votare alcun partito del centro destra e della destra estrema responsabili nel nostro paese del clima d'odio e di omofobia, che tra l'altro si concretizza anche con atti di violenza fino ad arrivare all'assassinio di persone lgbt.
La più grande associazione nazionale lesbica e gay del paese indica inoltre di non sostenere i candidati e le candidate esplicitamente omofobi che, con dichiarazioni pubbliche o atti parlamentari, abbiano offeso la dignità delle persone omosessuali.
Arcigay ribadisce il proprio sostegno a tutti e a tutte i candidati lgbt espressione diretta del movimento fra cui Franco Grillini, Gianpaolo Silvestri, Titti De Simone e Wladimir Luxuria. Si attendono ancora risposte da parte del Pd in particolare sulle candidature di Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay e consigliere comunale di Bologna, e di Andrea Benedino, ex portavoce del tavolo delle lesbiche e dei gay del Pd ed assessore al comune di Ivrea.
In ogni territorio, dove è presente l'associazione, i tavoli provinciali di Arcigay sottoporranno ai candidati dei partiti del centro sinistra e della sinistra, collocati in posizione eleggibile, la piattaforma rivendicativa del Roma Pride 2007. Chi la sottoscriverà e si impegnerà a formare un intergruppo nel Parlamento italiano fra i sottoscrittori della soprascritta piattaforma avrà il nostro esplicito sostegno, sia a livello locale sia a livello nazionale.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay

Il testo completo del documento approvato dal consiglio nazionale del 2 marzo 2008

L'Ordine del Giorno su autonomia politica e incombatibilità

UN AMORE LESBICO A SANREMO

L'ultima cantante della categoria Giovani ad esibirsi nella 2° serata del Festival di Sanremo 2008 è stata Valeria Vaglio.
Alle 00.30 ha portato sul palco dell'Ariston "Ore ed ore", una canzone d'amore a tematica lesbica.
Purtroppo Valeria non è riuscita a superare la selezione della Giuria per accedere alla finale di venerdì 29. Comunque, brava Valeria!

Guarda il video dell'esibizione su YouTube
ORE ED OREdi V. VaglioEd. Warner Chappell Music italiana – Milano

http://www.arcigay.it/un-amore-lesbico-sanremo

DIFENDIAMO LE NOSTRE VITE

Un gruppo di donne che si riconosce nei principi di laicità, autodeterminazione e difesa della libertà individuale, si è incontrato e ha scritto questo appello per la venuta del Cardinale Ruini a Verona la prossima settimana.

Ti chiedono di sottoscriverlo e di essere presente
Martedì 26 febbraio alle 19,30
A Verona - Piazzetta Scalette Rubiani (Via Mazzini - Lato Piazza Brà)
DIFENDIAMO LE NOSTRE VITE


Martedì 26 febbraio nella sala della Gran Guardia si svolgerà un convegno sulla figura di Gesù di Nazareth. Ospite d’onore il cardinale Camillo Ruini che terrà la lectio magistralis.
In apparenza un incontro teologico ma in una prestigiosa sala pubblica (concessa gratuitamente) e con un personaggio come Ruini. Niente di più facile che il tutto si trasformi in un evento politico, palcoscenico ideale per qualche nuova esternazione del cardinale.
Camillo Ruini è infatti uno dei più convinti sostenitori della necessità dell’ingerenza della chiesa nella vita politica e sociale italiana e non ha mai perso occasione per mettere in pratica tale teoria, dalle crociate contro i pacs e contro i diritti delle coppie omosessuali a quella contro il referendum sulla procreazione assistita, dal rifiuto del diritto ad una morte dignitosa alla rivendicazione dell’identità culturale cristiana da contrapporre all’invasione islamica, agli strumentali attacchi contro la 194.
Per ultima la campagna di Giuliano Ferr ara per la moratoria sull’aborto, che provocatoriamente equipara l’interruzione di gravidanza alla pena di morte e le donne ad assassine, ha trovato in Camillo Ruini un convinto sostenitore.
Per tutto questo non riteniamo di dover accettare in silenzio la presenza di Ruini nella nostra città.
Siamo stanche di questa chiesa crudele e intollerante che pretende di decidere al nostro posto nei momenti più delicati e intimi della nostra vita come scegliere se avere o non avere un figlio o affrontare la ricerca di una maternità quando questa è difficile e costringe a cure, tentativi e fallimenti. Una chiesa che disprezza le donne e sembra considerare il nostro corpo un semplice contenitore che deve preservare la Vita a qualunque costo, anche a scapito della nostra.
Pensiamo che le posizioni di Ruini e delle gerarchie ecclesiastiche alimentino un clima dove diventa possibile un episodio agghiacciante come quello di Napoli, utile per offrire all’opinione pubblica la nuova figura della madre assassina, della madre “feticida”.
E riteniamo inaccettabile che niente si dica invec e della vita reale delle donne, che non si parli della violenza contro le donne, della violenza dei nostri mariti, fidanzati, padri e fratelli dentro famiglie e rapporti “normali” che ci uccide più di qualunque malattia; che non si parli del peso e della fatica del lavoro che per le donne è sempre il più precario, il meno pagato, il meno gratificante anche quando siamo le più brave, le più intelligenti, le più studiose; che niente si dica della solitudine terrificante, dell’isolamento di tante donne nelle loro case a occuparsi senza alcun sostegno di bambini, mariti, anziani e malati, condannate a sostituire tutto quello che nella società non c’è più.
Questa è la vita delle donne, queste sono le nostre vite.
Noi vogliamo difendere le singole vite di tutte e tutti fatte di corpi, desideri e sogni, smarrimenti e fragilità e non l’astratta Vita su cui si vuole esercitare un potere e un controllo assoluti.
Non ci interessa la Famiglia ma le tante e diverse famiglie, i tanti e diversi modi che donne e uomini hanno di mettere insieme affetti e bisogni.
Questo vo gliamo ricordare a Ruini e ai suoi interessati sostenitori. Non potranno mai ridurre le tante cose che siamo e vogliamo essere alle loro astratte e violente ossessioni. Per questo vorremmo essere in tante martedì sera in piazza Bra all’esterno della Gran Guardia. Una presenza aperta al contributo di tutte e di tutti.


Adesioni:Le donne della Chimica, del Circolo Pink, del Metropolis,di Sinistra Critica, Miria Pericolosi, le donne e (gli uomini) di Arcigay Pianeta Urano e Arcilesbica Verona, Lia Arrigoni - La Sinistra L'Arcobaleno, Circolo Lesbico Drasticamente - Padova, Facciamo Breccia, Saverio Aversa resp. naz.Diritti e Culture delle Differenze PRC-SE-Sinistra Arcobaleno, TrsnsGenderPink - Verona, Coordinamento Transessuale Nazionale "Silvya Riveira", "Fuxia Block - Collettivo scienze politiche PD", Associazione Pro-To-Chefs-Ireland,

PER ADERIRE: francesca.bragaja@tin.it - l.arietti@tin.it

Roma: Preoccupazione per Omofobia in aumento

Ieri sera si è svolto un sit-in contro il preoccupante episodio di intolleranza.
La comunità GBLT Romana, si dice preoccupata ma non si farà intimidire.


Dopo l'incendio doloso appiccato al Coming Out, storico bar gay romano, notte tra domenica e lunedì scorsi, la comunità gay romana si è mobilitata per ribadire con forza il proprio impegno contro la discriminazione."L'attentato al Coming Out, cuore della Gay Street di via di San Giovanni in Laterano non è l'unico gesto di omofobia che si è verificato negli ultimi mesi nella zona e in città contro le persone lesbiche, gay e trans – afferma Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma – qualche giorno fa un ragazzo non è stato fatto salire su un taxi perché gay e numerosi testimoni ci hanno riferito che lo scorso anno, era stato trovato uno zaino con della benzina davanti al Coming Out a pochi giorni dall'inaugurazione della Gay Street. Sono segnali che non possono essere trascurati e che devono far riflettere la città e tutti i nostri amministratori. L'omofobia non è un'invenzione e colpisce, in modi diversi, tutti i giorni".

La comunità GLBT Romana ringrazia per la solidarietà espressa:
Francesco Rutelli – Vicepresidente del Consiglio e candidato a sindaco di Roma; Barbara Pollastrini - Ministro per i Diritti e le Pari Opportunità; Paolo Ferrero - Ministro della Solidarieta' Sociale; Nicola Zingaretti, eurodeputato candidato alla presidenza della Provincia di Roma; Fausto Bertinotti Presidente della Camera."Rivolgiamo un appello a tutti i candidati a sindaco perché si impegnino a garantire la sicurezza per tutte le cittadine e i cittadini, anche lesbiche, gay e trans - continua Marrazzo – E chiediamo loro di impegnarsi a sostenere in maniera concreta azioni di sensibilizzazione, per combattere l'omofobia, oltre ad attuare la pedonalizzazione dell'ultimo tratto di via di San Giovanni in Laterano, la Gay Street di Roma, completando così un progetto di aggregazione culturale e sociale e un importante veicolo di valori positivi come il dialogo e la visibilità. Siamo molto rammaricati che nessun esponente del centrodestra abbia manifestato vicinanza o solidarietà dopo quanto accaduto. Un segnale negativo che ci allontana dall'Europa dove tutte le forze politiche, indipendentemente dallo schieramento, sono d'accordo sul principio della non discriminazione".

Tantissime le adesioni da tutta Italia.

Pacs, Dico, Cus, Matrimonio - Dibattito a Verona

ARCIGAY PIANETA URANO VERONA
e ARCILESBICA "Juliette & Juliette" Verona


Organizzano

Le prospettive dei diritti in italia:tra modernità e controriforma.

Pacs, Dico, Cus, Matrimonio, Legge contro l’omofobia ed altro ancora.
C’è un futuro per i diritti civili nell’Italia delle nuove famiglie
sempre più numerose o ci sarà un ritorno al passato?

SERATA DIBATTITO

NE DISCUTIAMO CON
On.Titti De Simone - PRC (Sinistra Arcobaleno)
On.Franco Grillini - (Partito Socialista) e Presidente onorario Arcigay
Sen. Giampaolo Silvestri - Verdi (Sinistra Arcobaleno)
Alessandro Zan - Presidente LINFA (Lega Italiana Nuove Famiglie)
Modera la serata: Michele Breveglieri - Arcigay Verona


VENERDI' 29 FEBBRAIO 2008
SALA CIVICA S. GIACOMO
Circoscrizione 5 ( Di fronte al Policlinico di B.go Roma ) - VERONA

13/14 RAGIONI PER (E NON) VOTARE

13/14 RAGIONI PER (E NON) VOTARE
di Aurelio Mancuso (Presidente Nazionale Arcigay)

NON VOTARE


1 – Non votare perché questa classe dirigente del centro sinistra italiana deve andare tutta a casa.

2 –Non votare perché per colpa dell’inettitudine di questa classe politica torna a governare Berlusconi.

3 – Non votare perché nemmeno una delle promesse fatte prima, durante e dopo la campagna elettorale alla comunità lgbt è stata mantenuta

4 – Non votare perché siamo state e stati presi per il culo (quando ce vo’ ce vo’), con proposte come i Dico, con sceneggiate come il decreto sulla sicurezza dove si sono volute introdurre norme sbagliate sulle discriminazioni.

5 – Non votare perché tanto tornerà una destra ancora più forte per colpa del centro sinistra, che se possibile cercherà di peggiorare le condizioni di vita e restringere le libertà di tutte e di tutti noi.

6 – Non votare perché Rutelli ha voluto la Binetti, che dal niente è diventata una delle persone più potenti d’Italia, offendendoci tutti i giorni senza una degna reazione da parte di dirigenti del centro sinistra

7 – Non votare perché continuano ad ucciderci, violentare, discriminare, e il governo non ha fatto nulla, il Parlamento neppure, nell’indifferenza generale, a volte con l’appoggio culturale di alcune e di alcuni.

8 – Non votare in nome di Matteo, che si è gettato da un balcone pugnalandosi perché non sopportava più di essere molestato perché "accusato" d’essere gay. Questa cattiva politica non si è commossa, non ha mosso un dito: lo hanno ucciso due volte

9 – Non votare perché in nome delle donne violentate e uccise si è tentato di approvare norme razziste, mentre il 90% delle violenze si consumano in famiglia o negli ambienti conosciuti.

10 – Non votare perché le poche donne che saranno elette non conteranno niente, molte di loro saranno state designate dal capo maschio eterosessuale dominante, che al limite gli metterà a disposizion dicasteri senza portafogli e senso.

11 – Non votare perché mentre le famiglie non arrivano a fine mese, i giovani non guadagnano più di mille euro (quando sono fortunati), e si inventano campagne criminali ad hoc per rimettere in discussione l’ottima legge 194. Perché il baratro valoriale e di dignità di uno Stato in putrefazione, seppellitto da tonnellate d’immondizia accumulata dal sottobosco politico delinquenziale, si nasconde meglio tra i fumi dei turiboli della difesa della vita, o meglio dell’eternità di poteri avidi e responsabili dello sfacelo storico di un paese martoriato.

12 – Non votare perché per strada le facce sono scure, gli individui stanchi di treni che non partono e non arrivano mai, di servizi vergognosi, d’ospedali zeppi di primari che sanno cos’è una tessera di partito e il bisturi lo hanno intravisto nei telefilm.

13 – Non votare perché, non un giovane che verrà candidato o eletto avrà la possibilità di cacciare via una classe gerontocratica, bulimica, gelosa dei propri tanti poteri, sostenuti da un potere ancora più forte, nascosto, impalpabile, che corrompe da sempre la possibilità che lo Stato italiano sia finalmente una vera entità.

14 – Non votare perché di là da chi vince, il vero capo del governo sarà il cardinale Ruini, che non ha bisogno di campagne elettorali, perché ricatta quasi tutti i partiti, li addomestica, li blandisce, gli succhia miliardi d’euro per organizzare le sue truppe, che servono a mantenere un potere in profonda crisi, ma con le casse piene.

VOTARE

1 – Votare perché se no Berlusconi non solo vince ma ci travolge tutte e tutti, potendo così comandare davvero.

2 – Votare perché non tutto è perduto, da qualche parte si può ricostruire se non un centro sinistra almeno una sinistra nuova, ancora divisa ma nel futuro, forse, veramente unita

3 – Votare perché è possibile scegliere tra i programmi e i partiti. Perché in questa situazione di gran casino, almeno tutti dovranno dire davvero come la pensano

4 – Votare perché è possibile scegliere, speriamo, partiti che in modo chiaro diranno che vogliono il riconoscimento dei nostri diritti, che difendono la laicità, che vogliono contrastare il medioevo culturale e sociale in cui siamo sprofondate e spronfondati.

5 – Votare perché esiste e resiste ancora un’altra Italia, quella che non si piega, che non crede che queste elezioni potranno distruggere quel minimo d’agibilità sociale e politica che ancora rimane in piedi

6 – Votare perché ci sono ancora in giro politiche e politici onesti, che pensano al bene comune, che non condividono il dilagante conformismo e s’impegnano davvero.

7 – Votare perché dopo queste elezioni è possibile che la sinistra e il centro sinistra ripensino al loro ruolo nella società, comprendano che il passato non torna, ma anche l’illusione del modernismo asettico non porta da nessuna parte.

8 – Votare perché è un diritto dovere costituzionale, che va difeso con le unghie e con i denti, perché se si allarga l’area del non voto, sempre più i poteri forti faranno a meno di noi.

9 – Votare perché la povera gente, le persone pulite, le donne e gli uomini che la mattina si alzano, vanno a lavorare, con fatica, con dignità, tirando la cinghia, non si possono permettere il lusso che altri per loro decidano.

10 – Votare perché la democrazia, la partecipazione, l’azione, sono conquiste che ci hanno consegnato le nostre madri e i nostri padri partigiani, resistenti, che hanno davvero versato sangue e rinunciato a vite per conquistare la libertà.

11 – Votare perché l’Italia è uno dei più bei paesi del mondo, e nonostante gli squarci, le ferite profonde, le offese, al suo ambiente, al suo patrimonio culturale e storico, alle sue tante qualità, continua a vivere e abbiamo il dovere di coltivare una fiducia ragionata.

12 – Votare perché aiutare chi fa onestamente il suo lavoro, i tanti servitori dello Stato, della magistratura, del welfare, delle amministrazioni è un dovere d’ogni cittadina e d’ogni cittadino; scegliendo bene, anche tra queste orrende liste bloccate.

13 – Votare perché Fini, Berlusconi, Mastella, Binetti, andranno a votare, e non si può arrabbiarsi con una classe politica devastante come quella del centro sinistra e poi fare lo stesso errore: non essere capaci di scegliere.

Come vedete non è facile decidere…. Però bisogna parlarne con schiettezza e poi farsi un’opinione. Attendo le vostre.

Lascia un commento su questo Blog oppure vai a: DIRITTI E LIBERTA' - Il Blog di Aurelio Mancuso