17 Maggio 2012 - Giornata Mondiale contro l'Omofobia



Le Associazioni e i gruppi del MILK VERONA LGBT COMMUNITY CENTER
nella GIORNATA MONDIALE CONTRO L'OMOFOBIA

Senegalese gay ottiene status di rifugiato politico


(IN QUESTO ARTICOLO DE L'ARENA, LA STORIA E' RACCONTATA IN MODO POCO PRECISO E NOI NON SIAMO MENZIONATI. SI TRATTA DI UN CASO CHE HA SEGUITO LO SPORTELLO MIGRANTI LGBT, E DI CUI SIAMO MOLTO FELICI!
Lorenzo Bernini

Giampaolo Chavan Verona. 

Il giovane senegalese non poteva che trovare nella città dell'amore il lieto fine delle sue traversie. A partire dal padre che voleva lavare l'onta di un figlio gay con il sangue. A continuare con il suo paese, il Senegal, che punisce fino alla morte «chiunque commetta un atto... con un individuo dello stesso sesso», recita l'articolo 319 del codice penale dello Stato africano. Da pochi giorni per il nuovo veronese, le sue vicissitudini, vissute fino a poche settimane fa, rimarranno un ricordo. Un brutto ricordo. La sua vita ha aperto un capitolo nuovo grazie alla convivenza con un giovane veronese. Ha fatto fatica a dichiarare la sua tendenza omosessuale, racconta il ricorso del suo legale, l'avvocato di Ravenna, Andrea Maestri. L'ha detto quando si è trovato sul precipizio della disperazione. Una sentenza del giudice di pace parlava chiaro: doveva tornare in Senegal. Era un clandestino e le leggi italiane non fanno sconti: se non hai un permesso di soggiorno, il tuo destino è segnato. Tornare a casa, voleva dire per lui rischiare la morte. Lo dice anche il Ministro dell'interno. Lo scrive nella decisione della commissione per il riconoscimento della protezione internazionale di Gorizia. Proprio perché gay nel suo paese, recita il provvedimento, «sarebbe sicuramente condannato e in carcere gli potrebbe succedere di tutto anche di essere ucciso». Alla luce anche di questa considerazione e della convenzione di Ginevra, la commissione non ha avuto dubbi e gli ha riconosciuto lo status di rifugiato politico. Fine dei tormenti. Stop alle paure dei controlli di polizia e carabinieri. E semaforo verde al suo nuovo amore veronese. È una storia da romanzo quello del giovane senegalese. È partito dal suo paese nel 2009 con visto turistico per la Spagna. In realtà, voleva andarsene per sempre dalla sua casa. Sapeva che nessuno nel suo paese poteva tollerare la sua attrazione verso le persone dello stesso sesso. Voleva venire in Italia. A Roma, c'era il figlio della prima moglie di suo padre. Nel frattempo, in Senegal si è venuto a sapere che lui era gay. Ed è scattato il ripudio dei famigliari. Non l'avrebbero mai accettato, lui l'ha capito subito. Li ha anche contattati e loro gli hanno fatto sapere che non lo volevano più vedere. È iniziato così il suo calvario. Ha lasciato Roma. Ha così iniziato a viaggiare lungo lo Stivale. Da clandestino. A Rimini e poi a Ravenna. E sono fioccati i decreti di espulsione. Il primo il 26 luglio 2010 a Rimini. Poi, inesorabile, è arrivata la sentenza del giudice di pace. Che, alla fine, riportava la parola-incubo: espulsione. «Il coming out come persona omosessuale», scrive il legale nel ricorso, «è maturato faticosamente». È stato il suo compagno veronese a spronarlo, a insistere perchè raccontasse, scrivesse alle autorità la verità. Che lui era gay, che se tornava in Senegal, la sua vita avrebbe assunto i contorni di un perimetro di una cella, che suo padre lo voleva uccidere. Che là, come purtroppo capita a volte anche qui in riva all'Adige, essere omosessuali è una vergogna. Da non dire a nessuno. E lui ha ceduto. Si è rivolto ad un legale. Ha spiegato e raccontato. È partito poi il ricorso, depositato il 25 novembre scorso in questura a Verona, la città dell'amore per antonomasia, di Romeo e Giulietta che ha così accolto un giovane discriminato. E pochi giorni fa la risposta del ministero dell'interno: «Sei un rifugiato politico» è stata la sentenza. Vuol dire che il senegalese può vivere qui. Che gli sono stati riconosciuti finalmente i diritti. I suoi diritti. Anche quello di vivere un amore con il suo compagno. 

Fonte: L'ARENA 
Pubblicato da Lorenzo Bernini su SPORTELLO LGBT MIGRANTI VERONA

VOTEFORYOURDIGNITY: ARCIGAY E ARCILESBICA VERONA PER UN VOTO DI DIGNITÀ

La campagna "Vote for your dignity" (Vota per la tua dignità) è un'iniziativa che noi di Arcigay Pianeta Urano Verona e Arcilesbica Juliette & Juliette abbiamo lanciato per la prima volta nel 2009 in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale e del Parlamento Europeo.
La campagna consiste nel segnalare ed invitare la popolazione lgbtq (e non solo) a votare, all'interno dei diversi partiti, per quelle candidate e candidati espressione del movimento lgbtq, ma anche per quelle/i che appoggiano e si riconoscono nelle nostre battaglie per i diritti civili e la dignità.
Anche in occasione delle elezioni amministrative veronesi del 6-7 Maggio 2012,chiediamo a tutti i candidati e candidate a Sindaco, a Consigliere Comunale e/o di Circoscrizione a Verona di sottoscrivere in tutto o in parte i 14 punti di impegno politico verso le persone LGBT che vivono a Verona. In base alle risposte date, daremo le nostre indicazioni di voto.
Perché?
Spesso, come persone lesbiche/gay/bi/transessuali ci sentiamo dire, o piuttosto ci viene fatto intendere fra le righe, che in questa fase di grave crisi economica alcuni temi (i nostri) sono fuori luogo e vanno tenuti fuori dalle campagne elettorali, da comizi o discorsi pubblici, dalle agende politiche di partiti e liste. Cosa che consideriamo sbagliata, culturalmente arretrata e umiliante.
In Italia, a differenza di altri Paesi europei ed extraeuropei, certi temi comi i diritti delle persone LGBTQ o la laicità dello stato, non è mai il momento di affrontarli: che ci si trovi in un periodo di crisi o di crescita, poco importa.
E’ dimostrato invece da molti studi, che è sbagliato scindere le tematiche delle libertà civili, sociali e sulla laicità dalle questioni economiche. Le dinamiche che si riscontrano nelle aziende e negli ambienti lavorativi più inclusivi, dove le persone LGBTQ (ma anche le donne, la "minoranza" più numerosa) si sentono invogliati/e a lavorare meglio e di più, vale anche su una scala più ampia: infatti, più uno stato è libero e riconosce uguali diritti ai propri cittadini, più è dinamico e sviluppato in economia. Più i cittadini si sentono riconosciuti e tutelati nel loro stile di vita, più si sentono parte della società e partecipi della crescita del bene pubblico.Pertanto, i riconoscimenti dei diritti civili delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender, queer e delle loro famiglie - una fetta tutt'altro che trascurabile della popolazione- sono fondamentali per la crescita, in tutti gli ambiti, del nostro Paese, che attualmente si mantiene agli estremi più bassi in tutte le graduatorie internazionali di benessere, libertà d’informazione e democrazia partecipativa.
Dove i diritti delle persone LGBTQ, come il matrimonio o una qualche forma di “Unione civile”, sono stati riconosciuti si è registrato anche un aumento di credibilità e dell’apprezzamento di quel Paese.
In questo Paese siamo milioni, e siamo amati e sostenuti da parenti ed amici, altrettanto (se non ancor più) numerosi. Anch’essi vorrebbero, per la nostra felicità e realizzazione personale, ma anche per il progresso del Paese, che fossero riconosciuti quei diritti fondamentali continuamente negati per sudditanza politica alle gerarchie ecclesiastiche cattoliche o per semplice disinteresse, se non addirittura ostilità. Non pochi personaggi politici hanno infatti fatto dell'astio e dell'intolleranza verso le persone LGBTQ la propria bandiera, o peggio, in mancanza di altri argomenti e iniziative, la propria ragione d'esistere: omofobia a volte velata o sottintesa, spesso manifesta e vantata. In Italia pochi si indignano, a partire dai politici, se un gay, una lesbica o un trans vengono derisi, picchiati o addirittura uccisi.
A questa vergogna bisogna mettere la parola fine al più presto. La lotta ad ogni forma di omofobia, discriminazione o bullismo omofobico in qualsiasi contesto è per noi una battaglia irrinunciabile, senza dimenticare il diritto alla salute, a non essere considerati cittadini di serie B nell'accesso a servizi o politiche sanitarie: la lotta e la prevenzione all’AIDS, alle MST (malattie sessualmente trasmissibili) in generale, la garanzia di tutele e servizi per le persone HIV+, una corretta educazione sanitaria e sessuale nelle scuole, la non discriminazione delle persone lgbt nelle donazioni del sangue.
E ancora, un Paese di ancora forte immigrazione come il nostro (nonostante la crisi), non può ignorare che, fra le migliaia di persone che fuggono dai loro Paesi d'origine per cercare una vita più dignitosa e migliore, molti sono gay, lesbiche o trans, in fuga da ancora più dure persecuzioni, dal carcere fino alla pena di morte, che subiscono unicamente a causa del loro orientamento sessuale. Verso di loro abbiamo dei doveri in termini di accoglienza, solidarietà, servizi e cittadinanza.

Piattaforma di impegno politico nei confronti dei cittadini LGBT
Area “lotta alle discriminazioni, violenza e omofobia”
1) Promuovere, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica e transfobica (impegno già contenuto nella mozione regionale n°4 “MOZIONE PER LA PREVENZIONE E LA LOTTA AD OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE E ALLA IDENTITÀ DI GENERE”, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale del Veneto);
2) Adottare iniziative utili a far si che la giornata mondiale contro l’omofobia abbia nel territorio comunale un’adeguata risonanza e veda il massimo coinvolgimento delle istituzioni pubbliche (impegno già contenuto nella mozione regionale n°4 “MOZIONE PER LA PREVENZIONE E LA LOTTA AD OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE E ALLA IDENTITÀ DI GENERE”, approvata all’unanimità);
3) Sostenere progetti, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, per lo sviluppo di iniziative dedicate alla lotta contro le discriminazioni e alla prevenzione degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura discriminatoria, per eliminare stereotipi, pregiudizi e violenza (impegno già contenuto nella mozione regionale n°4 “MOZIONE PER LA PREVENZIONE E LA LOTTA AD OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE E ALLA IDENTITÀ DI GENERE”, approvata all’unanimità);
4) Contribuire alla realizzazione ed al funzionamento di una casa-accoglienza o di soluzioni similari per migranti LGBT richiedenti asilo o riconosciuti rifugiati a causa delle persecuzioni sofferte nel proprio Paese di provenienza in ragione del proprio orientamento sessuale e/o identità di genere (attuazione concreta della recente risoluzione dell’ONU, co-sponsorizzata dall’Italia, a protezione delle persone LGBT che subiscono persecuzioni nel mondo);
5) Aderire alla rete Ready – Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere;
6) Promuovere la costituzione di un osservatorio (con amministrazioni, prefettura, associazioni, mondo del lavoro) per l’analisi, la prevenzione e la denuncia dei fenomeni di discriminazione e violenza contro le persone LGBT, ivi inclusi gli episodi di bullismo omofobico e di violenza nell'ambito della famiglia;
7) Impegnarsi nel proprio partito/movimento/area politica affinché il legislatore nazionale approvi una normativa specifica che tuteli le cittadine ed i cittadini contro ogni forma di discriminazione legata all'orientamento sessuale e alla identità di genere (impegno già contenuto nella mozione regionale n°4 “MOZIONE PER LA PREVENZIONE E LA LOTTA AD OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE E ALLA IDENTITÀ DI GENERE”, approvata all’unanimità);
Area “promozione della salute e del benessere della persona”
8) Aumentare l’informazione, la prevenzione e la cura dell’HIV e delle altre malattie a trasmissione sessuale, mediante campagne di comunicazione mirate ai diversi target e interventi informativi a tutti i livelli contro il pregiudizio e la discriminazione delle persone affette da HIV;
9) Sostenere e promuovere i servizi di ascolto e consulenza (counseling psicologico, medico, legale, per migranti LGBT, gruppi di auto-mutuo-aiuto, etc.) realizzati gratuitamente dalle associazioni;
Area “famiglia, unioni e convivenze”
10) Promuovere forme e strumenti di riconoscimento locale delle unioni tra persone dello stesso sesso, adeguando regolamenti e normative di competenza comunale o sollecitando quelle di enti collegati, nei limiti della legislazione vigente, al fine di rispondere ai bisogni concreti delle coppie LGBT residenti a Verona nel senso sollecitato da più parti e in particolare dalle Istituzioni Europee, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione;
11) Promuovere l'applicazione dei principi di non discriminazione a tutta l'attività amministrativa, ed in particolare per la fruizione dei servizi comunali, con particolare riferimento alla non discriminazione delle coppie formate da persone dello stesso sesso e dei figli di famiglie omo-genitoriali;
12) Impegnarsi nel proprio partito/movimento/area politica, affinché il legislatore nazionale approvi forme di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, nel senso sollecitato da più parti e in particolare dalle Istituzioni Europee, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione;
Area “socialità, integrazione e turismo”
13) Contribuire alla realizzazione di spazi, iniziative ed eventi che favoriscano la socializzazione e l’organizzazione delle persone LGBT e la piena integrazione nella comunità locale;
14) Promuovere e contribuire alla realizzazione di spazi, iniziative ed eventi atti a favorire un’immagine turistica della città come città accogliente verso le persone LGBT, ovvero come città gay-friendly.

Io sottoscritto candidato/io sottoscritta candidata (barrare qui sotto e, solo nel secondo caso, specificare rispetto a quali punti ci si impegna):
___ mi impegno relativamente a TUTTI i punti sopra esposti.
___ mi impegno relativamente a PARTE dei punti sopra esposti, in particolare i punti seguenti (precisare quali scrivendo i numeri):
_________________________________________________________
NOME E COGNOME Candidato/a: _________________________________

Firma ___________________________________ Verona, lì _______________

Spedire il documento firmato via fax al numero 0455111564 o scannerizzato a presidente@arcigayverona.org