Ancora una volta, l'ennesima grave ingerenza nella politica italiana da parte Vaticana. Una Chiesa che teme aperture verso i diritti delle persone LGBT, anche da parte di esponenti politici, appartenenti a partiti, da sempre considerati ostili a matrimoni ed unioni civili di persone dello stesso sesso. Pier Ferdinando Casini, che recentemente si era detto "possibilista" su una legge sulle "Unioni Civili", che non si chiamasse matrimonio, è stato "sgridato" e richiamato all'ordine dal suo capo, in occasione di un'incontro dell'internazionale democristiana. E' per questo che come Arcigay Pianeta Urano Verona, consideriamo estremamente importante continuare la battaglia per la laicità in Italia, a fianco di altre organizzazioni e associazioni amiche, come è avvenuto con la manifestazione Catholicash Day a Verona il 22.0.2012, organizzata dai Radicali Verona e dall'UAAR di Verona.
Papa Ratzinger invita Pier Ferdinando Casini e i politici cristiani a tutelare la famiglia tradizionale
Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza i partecipanti all’incontro promosso dall’Internazionale Democratico Cristiana, il cui presidente è Pier Ferdinando Casini. Ratzinger non si lascia sfuggire certo la ghiotta occasione per parlare di come debba governare un politico cristiano e per ribadire il suo no al matrimonio gay. Dice il papa: Oggi risuona quanto mai attuale l’insegnamento conciliare secondo cui «nell’ordinare le cose ci si deve adeguare all’ordine delle persone e non il contrario». Un ordine, questo della persona, che «ha come fondamento la verità, si edifica nella giustizia» ed «è vivificato dall’amore» e il cui discernimento non può procedere senza una costante attenzione alla Parola di Dio ed al Magistero della Chiesa, particolarmente da parte di coloro che, come voi, ispirano la propria attività ai principi e ai valori cristiani Poi parla del matrimonio, che è solo tra uomo e donna. Affronta l’argomento da lontano, in modo da abbracciare più temi possibili e non lasciare il minimo dubbio su cosa un politico cristiano debba o non debba fare: Gli ambiti nei quali si esercita questo decisivo discernimento sono proprio quelli concernenti gli interessi più vitali e delicati della persona, lì dove hanno luogo le scelte fondamentali inerenti il senso della vita e la ricerca della felicità. Tali ambiti peraltro non sono separati, ma profondamente collegati, sussistendo tra di essi un evidente continuum costituito dal rispetto della dignità trascendente della persona umana, radicata nel suo essere immagine del Creatore e fine ultimo di ogni giustizia sociale autenticamente umana. Ecco quindi gli “ambiti”: Il rispetto della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento fino al suo esito naturale - con conseguente rifiuto dell’aborto procurato, dell’eutanasia e di ogni pratica eugenetica - è un impegno che si intreccia infatti con quello del rispetto del matrimonio, come unione indissolubile tra un uomo e una donna e come fondamento a sua volta della comunità di vita familiare. È nella famiglia, «fondata sul matrimonio e aperta alla vita», che la persona sperimenta la condivisione, il rispetto e l’amore gratuito, ricevendo al tempo stesso – dal bambino al malato, all’anziano – la solidarietà che gli occorre. Ed è ancora la famiglia a costituire il principale e più incisivo luogo educativo della persona, attraverso i genitori che si mettono al servizio dei figli per aiutarli a trarre fuori («e-ducere») il meglio di sé. La famiglia, cellula originaria della società, è pertanto radice che alimenta non solo la singola persona, ma anche le stesse basi della convivenza sociale. Correttamente quindi il Beato Giovanni Paolo II aveva incluso tra i diritti umani il «diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente morale, favorevole allo sviluppo della propria personalità». Da tutto questo, deriva un dovere per i politici cristiani: Un autentico progresso della società umana non potrà dunque prescindere da politiche di tutela e promozione del matrimonio e della comunità che ne deriva, politiche che spetterà non solo agli Stati ma alla stessa Comunità internazionale adottare, al fine di invertire la tendenza di un crescente isolamento dell’individuo, fonte di sofferenza e di inaridimento sia per il singolo sia per la stessa comunità. Quindi, in soldoni: i singoli stati e la comunità internazionale devono adottare delle politiche familiari, che però non saranno loro a decidere, ma dovranno essere ispirate a quello che la chiesa dice. Senza se e senza ma.