Finalmente sono arrivati i decreti attuativi alle unioni civili diventate legge il 20 maggio scorso, la legge N. 76/2016 sulle "Unioni Civili e convivenze", popolarmente conosciuta come legge Cirinnà. E adesso anche il 14 gennaio sarà ricordata come una data storica per i diritti della comunità lgbti.
Ieri, infatti, il consiglio dei ministri ha dato il via libera a questi decreti ai quali il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha lavorato in piena estate e che chiariscono alcuni punti che erano rimasti un po’ in dubbio. Tra questi la possibilità di trascrivere i matrimoni contratti all’estero sul registro delle unioni civili italiane, e questo anche se il matrimonio è stato contratto prima dell’entrata in vigore della legge in Italia. Viene anche chiarita, una volta per tutte , la possibilità di delega da parte del sindaco delle funzioni di ufficiale dello stato civile, così come già avviene per il matrimonio.
UNIONI CIVILI, APPROVATI DECRETI ATTUATIVI. ARCIGAY: "UN PASSO
STORICO, LA SOCIETA' SI TRASFORMA".
Bologna,
14 gennaio 2017 - "L'approvazione dei tre decreti attuativi della legge
sulle
unioni civili sancisce definitivamente l'ingresso di questo istituto
nel nostro ordinamento": lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario
nazionale di Arcigay. Che prosegue: "La notizia ci rallegra: rappresenta
un momento
importante della storia del nostro Paese.
Già nel semestre trascorso
dall'approvazione della legge, abbiamo osservato i segnali di un
cambiamento da tanti anni atteso: le persone gay e lesbiche, in ogni
parte del Paese, hanno portato le loro storie e le loro relazioni sul
piano del riconoscimento pubblico . Attraverso la visibilità di tutte
queste coppie si afferma una cultura nuova, contraria a quella che
legittima crimini e parole d'odio e che di quest'ultima è il vero
antidoto. Per decenni osserveremo e scopriremo i benefici di questo
importante passo avanti. Inoltre, non possiamo non sottolineare il
sollievo di veder risolta nei decreti attuativi approvati la questione
delle persone gay e lesbiche provenienti da Paesi che non riconoscono o
che peggio ancora perseguitano e puniscono l'omosessualità. Queste
persone non dovranno più chiedere il "via libera" del Paese d'origine
per unirsi civilmente in Italia e sono perciò libere finalmente
dall'influenza dei tiranni omofobi".
"L'entusiasmo -
dichiara ancora Piazzoni - non deve però farci dimenticare che il
bicchiere è pieno solo per metà. Anzi: gli stessi decreti attuativi in
alcuni aspetti ci ricordano che l'uguaglianza non è ancora raggiunta. Lo
fanno ad esempio quando istituiscono per le unioni civili registri
diversi e distinti da quelli utilizzati per il matrimonio. E lo fanno
anche quando fanno riferimento allo scioglimento del matrimonio nel
caso in cui in una coppia eterosessuale uno dei partner decida di
intraprendere una transizione per la riattribuzione del sesso. Un
passaggio particolarmente odioso, non solo perché insiste su storie
reali ma anche perché ci ricorda una battaglia particolare, quella di
Alessandra Bernaroli e di sua moglie, che sono arrivate fino alla Corte
Costituzionale per rivendicare il diritto a rimanere sposate nonostante
la transizione di Alessandra. L'Alta Corte aveva riconosciuto loro quel
diritto, sollecitando il legislatore a dirimere la materia. Quella
sentenza è stata importante a determinare il percorso legislativo ed è
amaro pensare che proprio chi si fece carico di quella battaglia oggi si
veda togliere simbolicamente quello per cui aveva lottato. Infine c'è
la questione dei bambini, dei figli e delle figlie delle persone lgbt,
esclusi dalla legge nell'ultimo miglio della discussione parlamentare.
Quello stralcio fu accompagnato da promesse che attendono di essere
mantenute: perciò richiamiamo i parlamentari a sbloccare l'iter di
riforma della legge sulle adozioni, per dare giustizia a bambini e
bambine che lo Stato sceglie oggi di trattare come mezzi orfani. Aver
escluso i bambini dalla legge è una responsabilità di cui occorre farsi
carico concretamente e in tempi brevi. Nell'indicare quanto ancora manca
- conclude Piazzoni - non vogliamo però dimenticarci di esprimere
gratiitudine a tutte le persone che, nelle diverse generazioni che si
sono susseguite, nella società e nelle aule parlamentari hanno lottato per
raggiungere questo risultato. A loro dedichiamo il nostro abbraccio e il
nostro grazie".