Il mondo è cambiato, anche nelle fiabe?
Nuove polemiche contro Camilla Seibezzi consigliera comunale di Venezia
C’è un mondo che va avanti che guarda oltre e si confronta con la realtà in cui vive; e un altro che vuole rimanere ancorato a un passato culturale e sociale che ormai sta cambiando, con nuovi modelli di famiglie/*. Modelli che però spaventano proprio perché scardinano una parte della nostra società ancorata a simboli culturali “normalizzanti”.
Crediamo che il percorso intrapreso da Camilla Seibezzi, delegata del Sindaco di Venezia ai diritti civili e alle politiche contro le discriminazioni, vada in questa direzione: aggiornare tutta una serie di strumenti culturali che stanno cambiando e che sicuramente possono essere un arricchimento per tutte/i/*, anche per quelle famiglie tradizionali, cattoliche “normali” che hanno paura non tanto per le/i loro figlie/i ma per se stesse, paura di perdere quel terreno di sicurezze e privilegi che le ha poste al vertice della catena educativa della nostra società. Quei modelli non sono più i soli, ne esistono anche altre/i/*. Ecco che allora, anche nei linguaggi, tutto può e deve cambiare proprio partendo dal mondo delle/dei bambine/i/*, dalla scuola dove spesso nascono e si alimentano tutti i pregiudizi nei confronti del diverso o di nuovi modelli. L’iniziativa di Camilla Seibezzi di sostituire i termini “padre” e “madre” con “genitore” sulla modulistica scolastica è stato per noi gruppi LGBTQI (lesbiche-gay-bisex-trans-queer-intersex) del Veneto un grande passo avanti verso una pluralità del concetto di famiglia, ma ci preoccupa in ogni caso il clima intimidatorio che le si è costruito intorno per un’altra sua iniziativa, quella di adottare nei nidi e nelle materne libri di fiabe in cui si parla di bambine/i/* libere/i di giocare anche con giochi considerati “da maschio” (e viceversa), di coppie miste, genitori single, adozioni, bambine/i/* con due mamme o due papà. Troviamo molto gravi le dichiarazioni del sindaco di Venezia Orsoni che in una intervista dichiara “La delega di Seibezzi è per la tutela dei Diritti civili e per le Politiche contro le discriminazioni, non per fare propaganda”. Ma di che propaganda parla Orsoni? Di cosa ha paura il primo cittadino di Venezia? Forse che le/i bambine/i/* apprendano che il mondo è cambiato anche nelle fiabe che si raccontano. Le affermazioni di Orsoni richiamano ciò che è avvenuto in Russia con la legge anti-gay contro la cosiddetta “propaganda omosessuale”, e come tali sono molto pericolose perché alimentano il clima d’odio nei confronti della comunità LGBTQI del Veneto, rischiando di giustificare istituzionalmente la violenza. Le associazione e le persone LGBTQI(lesbiche-gay-bisex-trans-queer-intersex) del Veneto sono al fianco di Camilla Seibezzi: brava continua così, noi siamo con te
Crediamo che il percorso intrapreso da Camilla Seibezzi, delegata del Sindaco di Venezia ai diritti civili e alle politiche contro le discriminazioni, vada in questa direzione: aggiornare tutta una serie di strumenti culturali che stanno cambiando e che sicuramente possono essere un arricchimento per tutte/i/*, anche per quelle famiglie tradizionali, cattoliche “normali” che hanno paura non tanto per le/i loro figlie/i ma per se stesse, paura di perdere quel terreno di sicurezze e privilegi che le ha poste al vertice della catena educativa della nostra società. Quei modelli non sono più i soli, ne esistono anche altre/i/*. Ecco che allora, anche nei linguaggi, tutto può e deve cambiare proprio partendo dal mondo delle/dei bambine/i/*, dalla scuola dove spesso nascono e si alimentano tutti i pregiudizi nei confronti del diverso o di nuovi modelli. L’iniziativa di Camilla Seibezzi di sostituire i termini “padre” e “madre” con “genitore” sulla modulistica scolastica è stato per noi gruppi LGBTQI (lesbiche-gay-bisex-trans-queer-intersex) del Veneto un grande passo avanti verso una pluralità del concetto di famiglia, ma ci preoccupa in ogni caso il clima intimidatorio che le si è costruito intorno per un’altra sua iniziativa, quella di adottare nei nidi e nelle materne libri di fiabe in cui si parla di bambine/i/* libere/i di giocare anche con giochi considerati “da maschio” (e viceversa), di coppie miste, genitori single, adozioni, bambine/i/* con due mamme o due papà. Troviamo molto gravi le dichiarazioni del sindaco di Venezia Orsoni che in una intervista dichiara “La delega di Seibezzi è per la tutela dei Diritti civili e per le Politiche contro le discriminazioni, non per fare propaganda”. Ma di che propaganda parla Orsoni? Di cosa ha paura il primo cittadino di Venezia? Forse che le/i bambine/i/* apprendano che il mondo è cambiato anche nelle fiabe che si raccontano. Le affermazioni di Orsoni richiamano ciò che è avvenuto in Russia con la legge anti-gay contro la cosiddetta “propaganda omosessuale”, e come tali sono molto pericolose perché alimentano il clima d’odio nei confronti della comunità LGBTQI del Veneto, rischiando di giustificare istituzionalmente la violenza. Le associazione e le persone LGBTQI(lesbiche-gay-bisex-trans-queer-intersex) del Veneto sono al fianco di Camilla Seibezzi: brava continua così, noi siamo con te
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