Addio SHIRA.Vittima dell'omofobia religiosa e politica


Shira Banki non c'è più. E' morta a 16 anni accoltellata da un uomo, definito "con problemi mentali", ma senza dubbio cresciuto ed indottrinato in un ambiente che, con dogmi e regole rigide, insegna l'intolleranza e spinge a quei gesti. 
Non facciamo finta di niente, non nascondiamoci dietro al paravento del "caso isolato" o della sola "malattia mentale" del soggetto in questione, Shira Banki il giorno del Pride di Gerusalemme era probabilmente felice, come lo sono tantissimi dei suoi coetanei in ogni parte del mondo (dove è possibile farlo), che quel giorno vogliono soprattutto gridare al mondo "Io ci sono, guadatemi, sono qui! Non mi nascondo!"

Shira non immaginava che quel giorno la sua breve esistenza sarebbe terminata sotto i colpi di pugnale di "un caso isolato, malato di mente" come lo hanno definito anche alcuni giornali italiani; Shira è stata invece vittima dell'omofobia religiosa e politica. La stessa cosa che ogni giorno miete vittime omo-bisessuali e transessuali in tutto il mondo. 

La raccolta di consenso tramite la manipolazione delle menti, la leva sulla diffusa ignoranza delle persone hanno creato un brutto clima in ampia parte del nostro piccolo pianeta. E non importa che termine si usi; se Omo-bi-transfobia, intolleranza, familismo, fondamentalismo o No-Gender; dove si semina tutto ciò, si raccoglierà solo emarginazione, infelicità o peggio ancora morte. 
Migliaia di persone a Gerusalemme si sono recate ai funerali di Shira per darle un ultimo commosso saluto, ma anche per ribadire che la l'istigazione all'intolleranza ed il terrore verso le persone lgbt deve finire. 

Per Arcigay Verona
Zeno Menegazzi