Omofobia Veronese - 1995

La prima volta in Italia. Quando nel settembre del 1995 partecipai alla conferenza di presentazione dell’UAAR a Reggio Emilia ero sull’onda della forte spinta emotiva per i fatti accaduti a Verona nel Giugno del 1995, dove le destre del Consiglio Comunale Veronese, nell’approvare una mozione contraria alla risoluzione del Parlamento Europeo per le pari opportunità delle persone omosessuali, usando toni arroganti e incivili, scatenarono una vera e propria crociata contro gay e lesbiche per imporre la morale cattolica di stampo integralista. Introdussi allora la discussione e il dibattito ponendo appunto l’accento su come gli integralismi colpiscano con l’intolleranza e la discriminazione chi non è nel gregge e cioè le minoranze, i diversi o chiunque abbia visioni del mondo diverse dalla fede cristiano-cattolica, ponendo quindi l’accento sulla necessità di aggregarsi e di partecipare attivamente in associazioni dove si promuova il diritto di tutela della propria libertà finalizzata a perfezionare le relazioni tra individui.

Il Consiglio Comunale di Verona, forte del suo governo di una destra conservatrice, aveva infatti approvato una serie di mozioni che, a partire dal documento del pattista Elmo Padovani, dichiaravano «immorali» tutta una serie di conquiste civili ottenute dalla civiltà occidentale nell’ultimo secolo, quali la dignità e l’autodeterminazione della donna, il diritto alla libertà per ogni individuo, il riconoscimento del valore delle differenze. Condannavano anche in quell’occasione la possibilità delle pari opportunità per le persone omosessuali, con l’evidente volontà di cancellare quei valori laici fondanti per la nostra democrazia e riportando indietro l’orologio della storia in una città che non sente il bisogno di capire veramente l’origine di un disagio sociale stagnante da troppo lungo tempo.

Ma per entrare nel merito ecco la trascrizione di alcuni brani degli interventi:

Prof. Elmo Padovani (Patto Segni), Comune di Verona - Consiglio Comunale 15/6/1995.

«Si rivela innanzitutto una rivoluzione sociale che non poteva non incidere pesantemente sulla famiglia: L’entrata a pieno diritto della donna nel mondo del lavoro. Ciò ha dato coscienza alla donna di avere gli stessi diritti dell’uomo con due corollari: il suo riscatto dallo stato di sudditanza nei riguardi dell’uomo (marito) e la fine della preminenza di questi da sempre capo riconosciuto. A questo scenario è da aggiungere una diversa concezione della religiosità… La Fede era una forza, un valore… ora ha perso di molto questo significato. L’Illuminismo e il Materialismo storico hanno collaborato a portare l’individuo a farsi una morale ad usum sui, la quale gli consente il divorzio, l’aborto, la manipolazione genetica, in qualche area l’eutanasia, la visione cioè della vita in chiave egoistica e consumistica. È il trionfo dell’individualismo!»

Romano Bertozzo (Lega Nord), Comune di Verona - Consiglio Comunale 22/6/1995.

«Il brutto, l’osceno, lo schifo è di moda? Lo vogliamo importare qui da noi, per la famiglia? …
Considerando la nostra cultura e paese altamente di fede cattolica, se vogliono e pretendono la par conditio (gli uomosessuali) allora dobbiamo farli “capponi” per la tranquillità di tutti. Noi diamo loro l’unione per vivere assieme e loro cedono alla nostra chirurgia i loro attributi…».

Vittorio Bottoli (capogruppo AN), Comune di Verona - Consiglio Comunale 22/6/1995.

«Attenzione non inquiniamo, non concediamo sconcezze immorali e contro natura… Nella famiglia ci vuole qualcuno che la deve dirigere ed uno soltanto può dire come devono essere educati i figli… Chi l’ha voluta l’emancipazione femminile?… L’utero è mio e me lo gestisco io e così la donna ha incominciato a lavorare […] Quando una donna rimane incinta perché ha fatto la scelta di avere un certo rapporto non si può dire che, visto che è rimasta incinta, vada ad abortire. Lo Stato deve salvaguardare la famiglia, se no quell’innocente disgraziato non ha nessuno che lo difende, questo essere che è vivo e che domani potrebbe essere consigliere comunale… chi è che gli dice “io ti do la morte”? Lo Stato? Perché? Perché tu hai aperto le gambe e non ci hai pensato in quel momento?…» 

Certo rimane difficile commentare queste espressioni se non sottolineando il degrado intellettuale di questi politici che vorrei definire pari all’ignoranza di quelli che, avvinghiati al clericalismo veronese, li hanno votati. L’indignazione dei «laici» veronesi si è poi espressa con l’adesione alla manifestazione nazionale Gay e Lesbica indetta a Verona Sabato 30 Settembre 1995 dove un lungo corteo ha attraversato la città ponendo in evidenza con striscioni e cartelli la volgarità delle "destre" che da sempre governano la bigotta Verona e che sono la riprova della loro incultura come pericoloso veicolo all’inasprimento dell’intolleranza, della cattiveria, alla reazione violenta di cui la città, purtroppo, è spesso posta in prima linea.

Proprio per i toni sconcertanti del dibattito la vicenda ebbe anche rilievo sulla stampa nazionale e il Circolo di Cultura Gay e Lesbica Pink (ai tempi Arcigay-Arcilesbica) di Verona promosse una causa civile contro i consiglieri comunali che brillarono per i toni offensivi usati, chiedendo un risarcimento danni per gravi offese alla dignità gay e lesbica, e contro Palmarino Zoccatelli presidente dell’Associazione Integralista Cattolica Famiglia e Civiltà promotore tra l’altro di una raccolta di firme contro l’indecente risoluzione di Strasburgo per dire NO ad un vizio rivoltante e contro natura in difesa della morale naturale e cattolica. Questa associazione si affianca ad altri gruppi reazionari cattolici tradizionalisti, già attivi da tempo, e recentemente inquisiti per le loro minacce ed anatemi dal Procuratore Guido Papalia. Essi sono: Gruppi di famiglie cattoliche; Comitato “Principe Eugenio” per la salvaguardia della cattolicità italiana e contro l’islamizzazione e l’espianto dei popoli; “Sacrum Imperium” Movimento Legittimista (già anti 89, quello della rivoluzione francese). Tutti questi gruppi, pur agendo in campi diversi e con diversi responsabili, sono riconducibili ad una matrice comune; organizzano crociate contro il rock satanico - l’arte degenerata - le infiltrazioni del cattocomunismo nella compagine ecclesiale - il pericolo dell’islamizzazione - l’immigrazionismo selvaggio - legittimando e diffondendo pregiudizi di stampo razzista e additando gli untori come gli immigrati, i gay, le lesbiche e cosi via.

Il mondo cambia continuamente, la morale si evolve, ma gli integralisti cattolici sono ancora fermi ad una società condizionata dalle regole della religione, ignara dei valori del laicismo. Ben vengano quindi «sentenze» come la seguente che, oltre a far giustizia di un torto subito, potrebbero contribuire a rischiarare le menti più ottuse e intorpidite riconoscendo una associazione gay e lesbica come portatrice dei valori della categoria delle persone omosessuali.

Motivi della sentenza del 11 Marzo 1999 n° 581 (estratto)

[…] Le frasi ed espressioni in questione appaiono con tutta evidenza di carattere ingiurioso e diffamatorio (sotto certi profili, poi, è ravvisabile financo un’istigazione a delinquere) […] 
[…] Nelle pubblicazioni di Famiglia e Civiltà di cui è responsabile lo Zoccatelli è costante l’equiparazione tra l’omosessualità e la pedofilia […] e si afferma che tale «aberrante vizio è strettamente correlato a quello dell’omosessualità», anzi «ne è una sua espressione». Anche se pare ozioso il ribadirlo, le suddette espressioni sono tutte di carattere ingiurioso e diffamatorio. 
[…] Ricordando tragiche esperienze del passato l’esortazione alla sterilizzazione degli omosessuali è affermazione talmente abbietta in sé, da non poter essere giustificata neppure come battuta o provocazione. 
[…] Tutte queste dovrebbero essere provocazioni banali e scontate, ma purtroppo così non è, stante lo strato sedimentato di intolleranza ideologica che caratterizza la società moderna, con rigurgiti di violenza connessi alla collocazione dei singoli nell’ambito delle varie comunità etniche, religiose, politiche, culturali, ed anche sessuali. 
[…] Quanto, poi, all’inesistenza dei diritti costituzionali in capo agli omosessuali in quanto tali, è ben vero che la parola «omosessualità» (come del resto molte altre) non è contenuta nella nostra Costituzione, che, però, ricordiamo, all’art. 2 garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali […]; ed all’art. 3 sancisce la pari dignità sociale e l’uguaglianza davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 
[…] Nei casi che ci interessano l’indirizzo delle espressioni offensive nei confronti dell’Arci-Gay /Lesbica è assolutamente certo. […] Essi vanno, pertanto, condannati a risarcire il danno, causato sotto il profilo morale e della compromissione di una corretta attività dell’organizzazione, alla Associazione attrice. 
Dispositivo della sentenza 11 Marzo 1999 n° 581

Il Tribunale, in persona del G.I. - Giudice Unico, sentiti i procuratori delle parti […] pronunciando sulla domanda proposta dall’Associazione Arci Gay/Lesbica di Verona, un atto di citazione notificato in data 10-25/6/1997 nei confronti di Padovani Elmo, Zoccatelli Palmarino e Bertozzo Romano, dichiara l’illiceità dei comportamenti dei convenuti oggetto della presente lista.

[…] Condanna conseguentemente i convenuti a pagare a titolo di risarcimento all’Associazione attrice la somma di lire 50.000.000 (cinquantamilioni) ciascuno, oltre agli interessi legali dalla data della presente sentenza al saldo effettivo. […] Condanna i convenuti in solido a rifondere alla controparte le spese di causa, che si liquidano in complessive 10.000.000 […]

Sentenza esecutiva ex lege. Così deciso in Verona, in data 11/3/1999
Il G.I. - Giudice Unico
Antonio Levolella

Ciliegina sulla torta. Anche quest’anno, come fa da quattro anni, il Circolo Pink ha chiesto al Comune di Verona di poter partecipare alle commemorazioni ufficiali del 25 Aprile. La domanda, come da copione, viene regolarmente rifiutata; se negli anni precedenti le motivazioni erano di tipo burocratico (ritardo nella presentazione) o più vaghe («Il Sindaco rappresenta già tutti i cittadini»), quest’anno la motivazione è stata più emblematica.

Il dott. Luciano Sterzi, dirigente dell’ufficio manifestazioni del Comune, così risponde in una lettera del 10 aprile scorso: «…Non è necessario che ogni associazione rappresentante persone che hanno subito lo sterminio e i campi di concentramento partecipino con una loro delegazione alle manifestazioni…».

Ma ci si domanda, chi decide la graduatoria dei più meritevoli ad essere commemorati? Perché distinguere? L’ideologia di sterminio dei nazisti si fondava appunto su determinate distinzioni: la razza pura ariana da una parte e il resto del mondo dall’altra.

Io credo che non si possa negare la memoria delle persecuzioni a nessuno.

Ringraziamo Mario Patuzzo - Storico attivista UAAR per la raccolta di queste perle di Omofobia.