L'OMOFOBIA NON E' UN OPINIONE!

I cattolici si stanno stracciando le vesti, gridando al Liberticidio, facendo sit-in, raccogliendo firme, gridando parole forti come "vogliono far tacere le nostre coscienze", o "No alla legge liberticida" con cartelli che scimiottano quelli del movimento omofobo francese "Manif pour tout", pur di fermare o depotenziare la prevista Legge contro l'Omo-transfobia. Le stesse persone che gridano al liberticidio, sono poi le stesse che sui loro blog o siti inneggiano e plaudono alla legge Russa (quella si veramente liberticida e assassina) che vieta la "Propaganda gay". Non si può avere la libertà di discriminare, insultare, aggredire, permettere omicidi o indurre al suicidio (come ha fatto di recente un giovanissimo gay di 14 anni e riportato da tutti i giornali). Perciò ancora una volta ribadiamo:
Cari cattolici... L'OMOFOBIA NON E' UN OPINIONE! FATEVENE UNA RAGIONE!
Riportiamo sotto l'articolo di Tommaso Cerno sulla Repubblica-Espresso del 19 Agosto.

Omofobia, no alla legge spot Il testo concordato tra Pd e Pdl è un'indecorosa mediazione al ribasso. Niente da dire: i cattolici integralisti sono stati bravi a imporla. E ci è cascato pure Scalfarotto Espresso-Repubblica (19 agosto 2013) Solo uno sciocco può pensare che basti una legge per fermare l'omofobia. Ma proprio per questo, di fronte alla violenza quotidiana contro migliaia di gay, lesbiche e trans, di fronte a tragedie come quella del quattordicenne romano che si è ucciso, un Paese civile ha il dovere di legiferare: votare una legge non significa, infatti, illudersi di cancellare i delitti, altrimenti in Italia non avremmo né mafiosi né assassini. Significa sancire che lo Stato sta da una parte e il delinquente sta dall'altra. Stabilire un punto fermo, un punto da cui partire. Ecco che l'errore più grave che il Parlamento può fare è varare una legge spot. E il pericolo che la proposta votata in commissione da Pdl, Pd e Sel lo diventi è alto. Dopo la morte del ragazzino romano, nessun leader di partito ha parlato. Tranne Nichi Vendola, che ha scritto qualcosa su Twitter. Perché? Perché la morte crea imbarazzo. Riporta il tema dell'odio verso i gay dal filosofeggiare di Carlo Giovanardi o Paola Binetti alla realtà dell'Italia del 2013. Brutto per il Pd rendersi conto che, mentre si muore, la sua legge è pura teoria. Brutto ammettere che solo i cattolici integralisti hanno saputo fare fronte comune. Bravi, a modo loro. L'obiettivo: garantirsi una "dose minima" di omofobia per legge. Affermare, insomma, che se è sbagliato insultare gli omosessuali, un pochino però ci sta. Altrimenti che Italia sarebbe. E' una specie di "salvacondotto gay", secondo un refrain simile a quello seguito alla condanna del Cavaliere: evadeva sì, ma poco rispetto a quel che pagava di tasse. Il solito disco: voi dite che avete fatto una legge contro l'omofobia e lasciate a noi la possibilità di "evaderla" un po'. A differenza del salvacondotto per il Cav, però, su questo il Pd ci è cascato, Ivan Scalfarotto in testa, e ha piegato una buona norma (quella originale) ai dettami teocon. E ora arranca per recuperare con un emendamento, che sarà difficile far passare in aula. Intanto, il fronte del "no" tiene calde le truppe e racconta su giornali e tv due bugie per far saltare la legge. La prima riguarda "l'aggravante" per i reati di stampo omofobico, che i gay invocano ma che nella legge è stata cancellata: gli omosex vogliono una legge che li renda migliori degli etero, vogliono valere più dei nostri figli. E giù editoriali sull'uguaglianza. Nulla di tutto questo c'è nella norma. Spieghiamolo con un esempio: se io picchio Mario Rossi perché ha detto o fatto qualcosa, compio un reato. Gay o no, l'aggredito si rivale sull'aggressore. La legge e la pena sono identiche. Cosa vuole invece colpire la legge sull'omofobia? Chi picchia Rossi, non perché è lui, ma perché rappresenta per il delinquente "l'omosessualità", e viene quindi preso di mira come simbolo di un odio generale. Proprio come il razzismo, o la xenofobia. Tant'è vero che la norma prevede di estendere ai gay proprio la legge Reale-Mancino, che punisce i delitti basati su odio razziale, xenofobo, religioso con "l'aggravante". Negarla per i gay non significa sancire un'uguaglianza, dunque, ma il contrario. E' come se lo Stato dicesse: se volete picchiare qualcuno, vi conviene un gay, così rischiate meno. Seconda bugia: la legge mina la libertà di opinione sui gay in tv. Anche qui siamo fuori dalla realtà. Per prima cosa, la legge è in vigore dal '75 eppure finora nessuno si era mai sognato di dire che minava la libertà di opinione. Finché parlava di razzismo e xenofobia era una buona legge, mentre adesso che di mezzo ci sono i gay, è bollata come liberticida. Seconda questione, la norma non punisce chi esprime un'opinione, ma chi incita all'odio. Confondere le due cose, è come sostenere che la negazione dell'Olocausto, o gli insulti xenofobi, sono la stessa cosa rispetto all'opinione, anche critica, sulla politica estera di Israele. Quale cattolico potrebbe sostenere una tesi del genere? Eppure anche il Pd è caduto in questa trappola. La soluzione? Tornare al testo originale, con le sue 250 firme, anche del M5S. Una legge migliore di quella uscita dal presunto accordo con il Pdl, cercato da Scalfarotto. Accordo al ribasso. E nemmeno riuscito. Visto che a destra il coro dei "no" è alto. E gli unici a rimetterci, in questo pasticcio, sarebbero i gay. http://espresso.repubblica.it/dettaglio/omofobia-no-alla-legge-spot/2213300