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Allarme Aids, i giovani non si proteggono più: "Numero di contagi come negli anni '80"
ROMA - Un balzo indietro di anni, di generazioni. Un pericolosissimo ritorno al passato che ora fa paura. L'Aids sta vivendo una nuova ondata di contagi.
Il 1° dicembre si celebrerà la giornata mondiale contro il virus Hiv e, mai come oggi, occorre prestare attenzione ai dati allarmanti che emergono dal rapporto annuale dell'Oms Europa e Centro europeo per il controllo delle malattie, Ecdc: sono ben 142mila i nuovi casi di aids nei 53 Paesi.
Una fotografia della situazione attuale che somiglia troppo a quella di inizio anni '80 quando, con la prima vera ondata, esplose il virus in Europa. Dove, da allora, non ci sono mai state così tante nuove diagnosi come nel 2014.
A rischio sono soprattutto i giovanissimi: l'11% delle infezioni infatti avviene tra i 15 e i 24 anni. «Dal 2005 – ha spiegato Andrea Ammon, direttore dell'Ecdc - le nuove diagnosi sono più che raddoppiate in alcuni paesi dell'Unione europea e diminuite del 25% in altri ma complessivamente l'epidemia non vede grandi cambiamenti. La risposta al virus non è stata efficace nell'ultimo decennio».
Il tasso di incidenza tra gli uomini è 3,3 volte superiore rispetto alle donne mentre i Paesi in cui si registra un maggior numero di diagnosi sono Romania, Slovacchia e Cipro mentre sono minori i casi in Finlandia, Slovenia e Islanda. Il problema sembra essere la mancanza di efficaci campagne di prevenzione: la prima causa di contagio resta infatti il rapporto sessuale. Le nuove infezioni da rapporti omosessuali nel 2005 erano il 30% ora sono il 42%, il 32% per i rapporti eterosessuali.
Per droga appena il 4,1%. In Italia il virus colpisce soprattutto nella fascia d'età tra 25 e 29 anni, nel 2014 sono stati diagnosticati oltre 3600 nuovi casi, per l'80% si tratta di rapporti non protetti.
E l'allarme più forte riguarda la consapevolezza della malattia: oltre 7 malati su 10 non sanno di esserlo.
Fonte notizia: Leggo.it