BASSO ACQUAR: LA MANIFESTAZIONE DEL 1° FEBBRAIO

Dopo il successo della manifestazione-blitz di Venerdì scorso, durante il quale ci siamo riappropriati simbolicamente dei nostri spazi storici, il Movimento GLBT Veronese e tutto il Comitato che ha promosso l'iniziativa di Venerdi 1° Febbraio 2008 in Basso Acquar risponde al sindaco Tosi che parla di Carnevalata.

COMUNICATO STAMPA
TOSI ASCOLTA SOLO ALCUNI CITTADINI

Tosi non faccia finta di non capire: la chiusura delle vie di Basso Acquar non è un’ordinanza antiprostituzione e lui lo sa. Non esiste prostituzione nella maggior parte delle vie in cui è scattata la sua ordinanza, ma solo transito e incontro di persone omosessuali. Di più, se il problema fosse la prostituzione, Tosi non avrebbe che da far
applicare l’ordinanza già valida su tutto il territorio cittadino fin dallo scorso luglio: il Sindaco sta forse dicendo che quell’ordinanza è già diventata pura aria fritta? Nella foga ipertrofica delle ordinanze repressive, Tosi non si è nemmeno reso conto che la chiusura serale di certe vie andava a danneggiare alcuni esercizi pubblici, tanto da tornare parzialmente sui suoi passi: quali cittadini ha ascoltato quindi esattamente?

Il problema è che il Sindaco ha l’udito selettivo, guarda caso colpisce duro solo alcune categorie di cittadini cercando il consenso facile degli altri: non esiste una
politica di Tosi per la convivenza civile e il contemperamento dei diritti, ma solo persecuzione ideologica di alcuni cittadini a vantaggio di altri. Ma dato che il Sindaco dichiara di rispondere solo alle richieste dei cittadini, abbiamo anche noi una richiesta: uno spazio dignitoso di aggregazione e di cultura per la comunità gay , lesbica, bisessuale e trans di Verona. E ribadiamo la richiesta che questi cartelli discriminatori vengano rimossi e che al loro posto vengano posizionate comode panchine nel rispetto del "clima salottiero" che questo luogo ha da sempre goduto. Il Sindaco ha una risposta altrettanto concreta e solerte da dare a quest’altra parte di suoi cittadini?

In quanto alla cosiddetta carnevalata, rileviamo che molti veronesi preferiscono ancora, e per fortuna, l’ironia pacifica, colorata e festosa delle manifestazioni gay all’uniforme, lugubre e aggressiva marcia nera di teste rasate, manganelli retrattili e stemmi virili: sappiamo già, invece e purtroppo, in quali manifestazioni si sente più a suo agio il Sindaco.

Arcigay Verona, Arcilesbica Verona, Circolo Pink Verona, Sinistra
Critica
, csoa La Chimica, Giovani Comuniste/i Verona,
FGCI-Verona.

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Domenica 3 Febbraio 2008

«Io rispondo alle richieste dei cittadini»

«Hanno scelto il giorno giusto per fare una carnevalata». Commenta così il sindaco Tosi la manifestazione in via Dominutti a salvaguardia di uno «storico luogo di ritrovo di gay». Dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza, il «giro» di
incontri clandestini tra omosessuali si è spostato in alcune zone della Zai, come confermano i diretti interessati e i responsabili della polizia che presidiavano la manifestazione. Il rischio, secondo alcuni, è che se il
sindaco vorrà continuare a «perseguire i ritrovi gay», si finirà per creare il coprifuoco in tutta la città. Tosi replica: «Non mi interessano affatto le abitudini sessuali dei cittadini, lo spirito del provvedimento è lo stesso di quello attuato a San Bernardino per ogni tipo di prostituzione. Non è certo omofobo, ma una risposta agli abitanti che si lamentano perché non vogliono vedere certi spettacoli per strada». E dice: «Coprifuoco? Mano a mano che ci segnaleranno disagi ci attiveremo con gli strumenti a disposizione. Non è colpa mia se il legislatore dorme. Fino a quando a Roma non daranno norme, io sarò costretto a firmare ordinanze di questo tipo».G.C.


Domenica 3 Febbraio 2008 L'ARENA

ORDINANZE
Nella strada ribattezzata via dell’Amore i gay sfidano i divieti anti-prostituzione «Ora siamo entrati nel mirino dei vigili»
Breviglieri (Arcigay): «Brutto clima, costretti a difendere luoghi nati per emarginarci»

È nata la via dell’Amore. È stata inaugurata l’altra notte dal «sindaco» dell’«altra Verona», Laurella (Ludovico) Arietti, il primo trans di Verona candidato alla carica di primo cittadino. Non ha vinto le elezioni, ma per una notte ha indossato la fascia e tagliato il nastro come un vero sindaco per protestare contro «le azioni e il clima omofobo in cui sta sprofondando la città».

Oggetto della manifestazione era infatti la chiusura notturna al traffico di via Dominutti, strada di Basso Acquar conosciuta come luogo storico d’incontro di omosessuali, imposta dall’ultima ordinanza del sindaco Flavio Tosi. I
militanti di Circolo Pink, Arcigay, Arcilesbiche, Sinistra Critica, Centro sociale La Chimica, Giovani Comunisti, Fgci si sono quindi ritrovati, improvvisando una festa di strada con musica e balli, per manifestare il loro dissenso a una ordinanza giudicata «omofoba». Zeno Menegazzi di Arcigay spiega: «Ci vediamo privati di nostri spazi storici di ritrovo con ordinanze pretestuose». E aggiunge: «È vero che da qualche anno si è sviluppato anche un fenomeno marginale di prostituzione, ma qui molti si ritrovano solo per conoscersi. E poi qui non vive nessuno, non capisco che fastidio possa dare». Anche per Michele Breviglieri (Arcigay) l’ordinanza limita a libertà dei cittadini. Dice: «Se in città ci fosse un diverso atteggiamento culturale nei confronti degli omosessuali, forse questo spazio non avrebbe nemmeno lo scopo di esistere». E prosegue: «Ma il clima è cambiato, sono aumentati i controlli di documenti nelle zone
di ritrovo gay e alcuni locali frequentati da omosessuali sono entrati nel mirino dei vigili, tanto che oggi ci troviamo costretti a difendere persino luoghi nati per emarginare i cosiddetti diversi».

I cartelloni appesi dai manifestanti sono provocatori e goliardici nei confronti dei vigili urbani, per esempio con la scritta «Gegen Altamura supereroi contro la municipale», oppure contro la polizia di Stato come «Vi Digos che tra di noi dieci di voi». A dare forza alla protesta anche gli irriducibili della Chimica e il consigliere comunale del Pdci Graziano Perini, che spiega: «Questa ordinanza rientra nella violazione dei diritti personali e non rappresenta una risposta alla sicurezza. Per risolvere il problema della prostituzione bisogna andare alla radice del problema evitando sfruttamento e schiavitù dei corpi, non limitando le libertà individuali».G.C.