PATRIMONIO ABBANDONATO. La grande zona verde a Porto San Pancrazio resta inutilizzabile. Ogni tanto si parla di piani di recupero, poi se ne perdono le tracce
Lazzaretto dimenticato fra rovine e degradoIncontri «proibiti» fra le erbacce e i ruderi del tempietto sammicheliano In tutta l’area sarebbe vietato l’accesso per la presenza di residuati bellici
L'Arena - mercoledi 16 Luglio 2008 - Giorgia Cozzolino
Passa il tempo, ma non il degrado. A distanza di tre anni dalla nostra ultima inchiesta sul Lazzaretto, siamo andati a vedere se qualcosa è cambiato tra le rovine dell’antico nosocomio immerso nel verde a Porto San Pancrazio. Nel settembre del 2005, infatti, avevamo denunciato il fatto che l’area considerata pericolosa, perché non bonificata dagli ordigni bellici, è abbandonata ma non recintata, quindi facilmente accessibile. Una splendida zona a ridosso dell’Adige che bene si presterebbe ad attività sportive e ricreative è invece considerata «off limits» dalle famiglie in quanto si tratta di uno dei ritrovi gay più frequentati. Tra i ruderi delle cellette e del tempio del Lazzaretto si consumano infatti incontri a luci rossa tra uomini. Alcuni sono giovani e prestanti stranieri in cerca di un facile guadagno, altri sono veronesi, alcuni attempati e altri di bell’aspetto, in cerca di un rapporto fugace. Ma con la bella stagione, il tempio e l’argine dell’Adige si trasformano anche in un luogo ideale per l’abbronzatura totale. Passeggiando nella zona, guardati a vista con sospetto, incontriamo infatti due uomini completamente nudi che prendono la tintarella sdraiati sul marmo del tempietto. Tra le porte di un campo da calcio abbandonato e le erbacce alte, si snodano tutta una serie di percorsi battuti che conducono ad anfratti isolati, coperti dalla vegetazione e dai ruderi della struttura. E in ognuno di questi angoli è facile capire dove si consumano gli incontri: basta gettare un occhio a terra per notare le tracce del passaggio. La strada che porta al Lazzaretto è chiusa da una sbarra: infatti le auto dei frequentatori sono tutte parcheggiate sul ciglio della strada. Da lì si può proseguire solamente a piedi o in bicicletta, ma sono molti i motorini che vi transitano e alcuni trovano sosta tra i cespugli. Da tempo si discute del destino di questa zona: nel corso della passata amministrazione era stato un consigliere circoscrizionale del centrodestra, allora all’opposizione, Simone Dal Forno (An) a sollevare il problema attaccando l’amministrazione Zanotto. Verso la fine della legislatura, alcuni privati avevano presentato un progetto di recupero che intendeva costruire una sorta di cittadella dello sport. Il documento era passato al vaglio della Commissione ed era stato osteggiato dalle associazioni ambientaliste. Ma con lo scadere dell’amministrazione Zanotto si è persa traccia anche di questo intervento. Ora sono in molti a chiedersi se la Giunta Tosi riuscirà a trovare una soluzione per riqualificare il Lazzaretto e riconsegnare a tutti i cittadini un luogo tanto bello
Lazzaretto dimenticato fra rovine e degradoIncontri «proibiti» fra le erbacce e i ruderi del tempietto sammicheliano In tutta l’area sarebbe vietato l’accesso per la presenza di residuati bellici
L'Arena - mercoledi 16 Luglio 2008 - Giorgia Cozzolino
Passa il tempo, ma non il degrado. A distanza di tre anni dalla nostra ultima inchiesta sul Lazzaretto, siamo andati a vedere se qualcosa è cambiato tra le rovine dell’antico nosocomio immerso nel verde a Porto San Pancrazio. Nel settembre del 2005, infatti, avevamo denunciato il fatto che l’area considerata pericolosa, perché non bonificata dagli ordigni bellici, è abbandonata ma non recintata, quindi facilmente accessibile. Una splendida zona a ridosso dell’Adige che bene si presterebbe ad attività sportive e ricreative è invece considerata «off limits» dalle famiglie in quanto si tratta di uno dei ritrovi gay più frequentati. Tra i ruderi delle cellette e del tempio del Lazzaretto si consumano infatti incontri a luci rossa tra uomini. Alcuni sono giovani e prestanti stranieri in cerca di un facile guadagno, altri sono veronesi, alcuni attempati e altri di bell’aspetto, in cerca di un rapporto fugace. Ma con la bella stagione, il tempio e l’argine dell’Adige si trasformano anche in un luogo ideale per l’abbronzatura totale. Passeggiando nella zona, guardati a vista con sospetto, incontriamo infatti due uomini completamente nudi che prendono la tintarella sdraiati sul marmo del tempietto. Tra le porte di un campo da calcio abbandonato e le erbacce alte, si snodano tutta una serie di percorsi battuti che conducono ad anfratti isolati, coperti dalla vegetazione e dai ruderi della struttura. E in ognuno di questi angoli è facile capire dove si consumano gli incontri: basta gettare un occhio a terra per notare le tracce del passaggio. La strada che porta al Lazzaretto è chiusa da una sbarra: infatti le auto dei frequentatori sono tutte parcheggiate sul ciglio della strada. Da lì si può proseguire solamente a piedi o in bicicletta, ma sono molti i motorini che vi transitano e alcuni trovano sosta tra i cespugli. Da tempo si discute del destino di questa zona: nel corso della passata amministrazione era stato un consigliere circoscrizionale del centrodestra, allora all’opposizione, Simone Dal Forno (An) a sollevare il problema attaccando l’amministrazione Zanotto. Verso la fine della legislatura, alcuni privati avevano presentato un progetto di recupero che intendeva costruire una sorta di cittadella dello sport. Il documento era passato al vaglio della Commissione ed era stato osteggiato dalle associazioni ambientaliste. Ma con lo scadere dell’amministrazione Zanotto si è persa traccia anche di questo intervento. Ora sono in molti a chiedersi se la Giunta Tosi riuscirà a trovare una soluzione per riqualificare il Lazzaretto e riconsegnare a tutti i cittadini un luogo tanto bello