SULL' USO DEI FONDI AIDS IN VENETO: Breveglieri risponde a Zaia

AIDS, ARCIGAY A ZAIA: "QUEI FONDI ERANO VINCOLATI A OBIETTIVI, NON SERVIVANO A COPRIRE SPESE ORDINARIE. LA LEGGEREZZA GRAVE È CONFONDERE I DUE PIANI"

Bologna, 2 dicembre 2014 - "Zaia se la cava col gioco delle tre carte":  Michele Breveglieri, segretario nazionale e responsabile Salute di Arcigay, interviene nuovamente nella polemica sull'uso dei fondi anti AIDS da parte della Regione Veneto ."Tardivi o no i finanziamenti - è la replica che Breveglieri indirizza al governatore -, rimane il fatto che essi non riguardavano la spesa ordinaria sull'HIV/AIDS, i Livelli essenziali di assistenza o i trasferimenti della L 135 sull'AIDS, per i quali ogni anno c'è lo stesso iter tra spese e trasferimenti, pochi o tanti che siano. Il punto è che quei finanziamenti (cioè 1,4 milioni di euro) erano vincolati ad obiettivi specifici, cioè per fare cose mirate e in più rispetto all'ordinario. La realtà è che la Regione Veneto fa roboanti comunicati sulla prevenzione nelle scuole (che comunque coprivano una parte irrisoria di quella progettualità finanziata su obiettivo), quando tutte le istituzioni nazionali e internazionali informate sull'Hiv sanno che sono altri gli obiettivi urgenti per fermare l'epidemia: obiettivi che erano oggetto di quei finanziamenti appunto. UNAIDS ha lanciato da tempo l'obiettivo, tra gli altri, di diagnosticare il 90% dei sieropositivi entro il 2020. La Regione Veneto che obiettivo ha? Ad oggi non riesce nemmeno a produrre un bollettino coi dati approfonditi. L'epidemia di HIV - conclude -non si sradica con quattro parole di comodo".

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