Arcigay Verona risponde a Casali e Tosi

CS: VERONA DOMANI CONTRO UNIONI CIVILI. ARCIGAY VERONA: “STUPISCE COME TOSI E CASALI NON CONOSCANO LE SENTENZE”
Verona, 21 Ottobre 2015. Il 21 Luglio 2015 l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani a causa del mancato riconoscimento nel proprio ordinamento della vita famigliare delle coppie omosessuali. Quest’ultima condanna si aggiunge ai pronunciamenti della Corte Costituzionale che sia nel 2010 sia nel 2014 richiama con la massima urgenza il legislatore ad intervenire– dice la Corte senza mezzi termini – “con la massima sollecitudine per superare la rilevata condizione di illegittimità della disciplina in esame per il profilo dell’attuale deficit di tutela dei diritti dei soggetti in essa coinvolti”. In altre parole, la Corte Costituzionale richiama il Parlamento ad approvare subito una legge che preveda una forma di convivenza registrata per le coppie dello stesso sesso, la quale, come aveva già sottolineato dalla stessa Corte, deve consistere in una disciplina robusta, completa e priva di sbavature sotto il profilo dell’uguaglianza con i diritti e i doveri già previsti per la coppia coniugata. Risulta quindi evidente, almeno alle persone correttamente informate, come il DDL Cirinnà si ispiri completamente ai dettami della Costituzione nei modi indicati dalla Corte.
Alla luce di ciò, viene da chiedersi se il Sig. Casali sia al corrente della ormai assodata giurisprudenza e quale sia, oltre al mero obiettivo propagandistico, lo scopo delle sue iniziative. E’ evidente che la Regione ha poche competenze in questa materia squisitamente parlamentare, portando a classificare il suo intervento come “caciara elettorale”.

In merito al controverso tema della Step Child Adoption, sul quale il Sig. Tosi arriva a parlare addirittura di incostituzionalità, bisogna invece ricordare che già alcuni tribunali dei minori italiani, in virtù dell’attuale legge, stanno riconoscendo, come è ovvio che sia, il supremo interesse del minore ad aver riconosciuto legalmente il genitore non biologico che nella realtà, indipendentemente dalla step child adoption, già riveste il ruolo di genitore sociale nella crescita del bambino. Sarebbe grave sacrificate all’altare del calcolo politico le tutele dei bambino delle coppie omosessuali introdotte dalla Step Child Adoption, che parzialmente le allineano a quella dei figli delle coppie eterosessuali.
Infine, ribadendo che i diritti dei bambini sono importanti anche nel caso riguardino solo un minore in tutta Italia, ci dispiace smentire la dichiarazione del Sindaco Tosi che, probabilmente per carente conoscenza e interesse, stima in “al massimo una decina” i minori che la Step Child Adoption andrebbe a proteggere e tutelare. Al Verona Pride, svoltosi quest’anno proprio nella sua città, si contavano decine e decine di famiglie omogenitoriali rappresentanti solo di una frazione delle famiglie arcobaleno nella nostra nazione, stimate intorno alle 100000. Se il sindaco avesse partecipato, non si troverebbe nella condizione di azzardare numeri per giustificare un’opinione che palesemente ha solo basi ideologiche. Consigliamo al Sindaco un confronto con le associazioni LGBT, psicologi e giuristi che lo aiutino a comprendere questa complessa materia di fronte alla quale il colore politico dovrebbe abdicare in nome della ragionevolezza.
Qualora vi sia l’interesse, ci rendiamo disponibili.

Alex Cremonesi
Presidente Arcigay Verona

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