Arcigay Verona si unisce alla lettere inviata dal presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi, e dalla neo presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, Rosa Maiello, indirizzata al neo-sindaco di Verona, Federico Sboarina, per criticare fortemente il punto del programma politico nel quale si preannuncia il “ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni, che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso”.
Arcigay Verona aveva già denunciato questa grave situazione prima del ballottaggio del 25 Giugno scorso. “Non siamo lontani dal rogo di libri solo con forme più burocratiche. E’ sconcertante come il Sig. Sboarina, nel 2017, sia rimasto vittima del grande spauracchio, l’apoteosi paranoica reazionaria del momento: il babau gender nelle scuole, una roba che non esiste ma su cui ci hanno pure costruito un partito che prende qualche voti. Del resto si sa, da Trump in poi è chiaro a tutti che il fake oggigiorno paga, e molto.” – dichiara Alex Cremonesi, presidente di Arcigay Verona – “Invitiamo il neosindaco a riflettere e a rispettare i principi laici e plurali della nostra costituzione alla quale il suo ruolo lo chiama a rispondere. È risaputo come in campagna elettorale si arrivi a foraggiare l’elettorato con promesse di iniziative anche ridicole ma utili a conquistarne il voto; però, ora il sig. Sboarina siede a capo del comune di Verona e deve avere rispetto dell’Istituzione che amministra e dei suoi cittadini. Speriamo sia più lungimirante di altri sindaci, come l’ex sindaco di Padova Bitonci e l’attuale sindaco di Venezia Brugnaro, che prima di lui, su una medesima proposta, hanno esposto la propria persona e la propria città alla berlina nazionale dovendo poi far un passo indietro resisi conto dell’assurdità dell’iniziativa puramente ideologica e che nulla aveva di razionale, di utile e di buon senso”.
“Che al primo cittadino piaccia o meno, le molteplici forme dell’essere famiglia e della genitorialità, le differenze razziali e religiose, le diversità di orientamento sessuale e di genere sono un fatto, anche a scuola, può scegliere solo se rispettarle o meno. Ora Sboarina però scelga se valga di più il pegno elettorale dovuto al gruppo dei Bau Bau Gender oppure l’immagine di Verona. Spero ci risparmi la brutta figura internazionale fatta da Venezia due anni fa” – conclude Cremonesi.
Riferimenti
http://mattinopadova.gelocal.