Che "gender" di complotto

















Fonte: Compagnia della speranza

I  cittadini che da anni aspettano una normativa sulle unioni civili, e in particolare le persone omosessuali che non hanno nemmeno l’alternativa del matrimonio, hanno l’unico inutile “privilegio” di stare sempre al centro del dibattito e, ogni volta che si prova ad affrontare un problema che li riguarda (oggi le unioni civili, ieri l’omofobia) si scopre che c’è sempre qualcosa di più importante o di più urgente da fare, prima di dare diritti e dignità a una parte della cittadinanza (che aspetta da decenni) come dovrebbe succedere in ogni democrazia matura e civile.
Unioni civili? No! Prima c’è da pensare all’economia, al Jobs Act, a qualche guerra imminente (ce ne è sempre una alle porte), alle beghe interne ai partiti, agli equilibri di governo sull’altare dei quali le persone LGBT sono sempre le prime ad venir sacrificate. E poi occorre tutelare la “famiglia naturale”! E paradossalmente, nei palazzi del potere, ci si occupa di “famiglia” solo quando qualcuno nomina i gay.

Così, accade che, le tante proposte di legge in favore dei gay di cui si è parlato e straparlato  nel corso degli ultimi anni, fatti i conti, hanno ottenuto un solo risultato: quello di suscitare le ire di un'armata Brancaleone che si ispira al clericalismo cattolico.
Un esempio per tutti è la lettera aperta che il Comitato Famiglia Educazione Libertà ha destinato al premier Renzi, al neo Presidente della Repubblica Mattarella e al ministro dell’istruzione Giannini. Suggerita da un'ideologia familista che parte dal postulato che solo ed esclusivamente la famiglia “naturale” (inteso, quest'ultimo termine, nel senso di: eterosessuale e unita in matrimonio) abbia un ruolo e una dignità sociale, in apparenza, questa lettera sembra chiedere che a scuola non si faccia alcuna educazione sessuale per garantire il primato educativo della famiglia rispetto alla scuola. In realtà il vero obbiettivo sono i diritti delle persone LGBT, che vengono descritti tirando in ballo una non meglio identificata "teoria del gender" che, alla luce di un'analisi seria, non è altro che l'ennesima invenzione lessicale dell’estremismo cattolico.
E così si sono raccolte migliaia di firme affermando che, in nome di questa fantomatica "teoria del gender" si vuole imporre un “pensiero unico” che prevede l’annientamento della differenza tra i sessi; che si vuole insegnare «ai bambini di 4-6 anni» che «i rapporti orali e anali sono “naturali”» e che è lecito masturbarsi alla loro età quell’età; che si consiglia «alle ragazzine delle medie di non dire ai genitori se rimangono incinte, perché ci sarà un giudice cui affidarsi per il problema dell’aborto». Inanellano, in sostanza, una lunga teoria di orrori contro i quali chiedono di firmare l'appello, ma in realtà vogliono soltanto che, nelle scuole, non si insegni ai ragazzi e alle ragazze il rispetto per i loro compagni omosessuali.
La pressione politica contro le persone omosessuali e transessuali, in realtà, non è mai veramente venuta meno, ma la novità è che in questi ultimi mesi ha iniziato a coinvolgere forze che un tempo sembravano capaci di esprimere un giudizio equilibrato sulla questione e lo fa con un linguaggio che sembra fatto apposta per diffondere l'odio e il disprezzo nei confronti delle persone omosessuali e dei loro diritti.
Sentinelle in piedi, estremisti di Forza Nuova, Giuristi per la vita, paladini delle terapie riparative, cattolici del PD, leghisti della prima e dell'ultima ora, esponenti del Nuovo Centro Destra, giornalisti ambiziosi come Mario Adinolfi, che non si chiedono come faccia una persona che ammette candidamente di aver lucrato sul gioco d'azzardo a farsi paladina della famiglia in un paese dove la ludopatia distrugge le famiglie reali, madri di famiglia annoiate che possono permettersi di avere un stuolo di baby sitter per trovare il tempo di scrivere libri in cui teorizzano la sottomissione della donna, forzisti, fascisti, clericali di varia provenienza, ex martiniani delusi dal fatto che non c'è più nessuno che li raccomanda, nostalgici di Ratzinger, ciellini, ascoltatori di Radio Maria, nostalgici dell'Alleanza Cattolica, lettori fedeli di Avvenire, redattori di famiglia Cristiana, parroci che pensano che un nemico contro cui scagliarsi possa riempire nuovamente le chiese,  insegnanti di religione terrorizzati dalla prospettiva di perdere un lavoro che dipende solo dall'autorità ecclesiastica, vescovi e cardinali, tutti insieme si sono mobilitati per dire no a qualunque riconoscimento della positività che ci può essere nella vita di una persona omosessuale.
Accecati dal sacro fuoco familista, certi personaggi, non hanno esitato a imbrogliare le carte, pur di portare avanti al meglio la loro campagna. É il caso del dottor Mario Binasco che si è presentato davanti alla Commissione Giustizia del Senato per dire che il disegno di legge che riconosce le unioni civili è più pericoloso dell'ISIS. Era stato invitato alla discussione dal senatore Carlo Giovanardi che l'aveva sdoganato come rappresentante della sezione italiana dell'Ecole Européenne de Psychanalyse. Peccato che questa “scuola” non esista più dal 2001, e che, come ha poi dichiarato Domenico Cosenza, presidente della Scuola italiana lacaniana di psicoanalisi: «Le idee espresse da Binasco riguardo alla questione delle unioni omosessuali distano anni luce dalle elaborazioni in materia sviluppate in seno all’Associazione mondiale di psicoanalisi».
Quello che preoccupa è questa mania compulsiva e morbosa di catalogare le persone parlando delle loro preferenze sessuali e dimenticando che, dietro a queste preferenze c'è un'affettività profonda, coni suoi valori e con i suoi percorsi.
Si dipingono gli omosessuali e i transessuali come i portatori di un'ideologia che rappresenta «un vulnus grave alla famiglia» (parole del cardinal Bagnasco) nello stesso momento in cui ci si rifiuta di accogliere il progetto che molti omosessuali hanno di costruire una famiglia.
Si accolgono senza criticarle le affermazioni di chi parla di omosessualità con disgusto («Gli omosessuali fanno schifo!» è la frase che campeggia in un blog di devozione mariana), di chi dice che gli omosessuali dovrebbero essere curati («Le perversioni vanno curate» recitava uno striscione che Forza Nuova aveva appeso fuori dalla sede del Cassero di Bologna), di chi li definisce servi del Diavolo (uno per tutti padre Gabriele Amorth), di chi attribuisce loro le responsabilità più curiose: dalla diffusione di certe malattie (come non ricordare i tanti predicatori che hanno indicato nello "stile di vita omosessuale" la prima causa dell'AIDS), alla congiuntura economica sfavorevole (c'è stata di recente una sortita in questo senso del Vescovo di Ferrara).
Si inventa un complotto "omosessualista" che assomiglia troppo al Protocollo dei Savi di Sion per non destare qualche preoccupazione. Si guardano con simpatia le leggi liberticide che  la Federazione Russa ha approvato contro omosessuali e transessuali, mentre si considerano le mozioni sui diritti civili approvate dal Parlamento Europeo, il frutto di una cospirazione e di una deriva che porterà l'umanità alla rovina.
Si invoca la libertà di coscienza a sproposito per difendere il proprio atteggiamento di rifiuto e di disprezzo nei confronti delle persone omosessuali. Si lasciano i malati soli negli ospedali e si preferisce perdere il proprio tempo per partecipare a silenziose quanto inutili organizzate dalle Sentinelle in Piedi nella speranza di provocare qualche reazione violenta e di poter dire finalmente che l'ideologia omosessualista è come il nazismo (Adinolfi docet).
Il tutto sullo sfondo della chiesa italiana dei tempi di Bergoglio, che invece di denunciare la violenza di certi attacchi e di richiamare le persone alla ragionevolezza, offre a questi estremisti appoggio, strutture e visibilità.
Non è certo questo il segnale di un nuovo corso, anzi, sembra quasi che sia ispirato da chi vuole fare di tutto per dimostrare che un nuovo corso non c'è.