L'Università non deve parlare di DIRITTI LGBT?

La Lista Studenti Universitari Veronesi (Chi ci sarà mai dietro quest sigla?) attacano con un comunicato il primo di un percorso di tre incontri in Università, organizzato dall'UDU e dall'associazione LIEVITI (Bisessuali e queer del Veneto) dal titolo "Lo Stesso Amore, gli stessi diritti". Il primo incontro dal titolo GENITORIALITÀ ATIPICHE da un punto di vista culturale e giuridico è stato infatti attaccato da un vergognoso comunicato da parte di chi non vuole che in Università si parli di amore e di diritti. E' chiaro che oggi c'è un fronte intollerante che non vuole che all'Università e nella Scuola in generale si parli di questioni e di diritti lgbt. Riportiamo qui il vergognoso comunicato e la risposta di Raffaele Ladu, viceprsidente dell'Associazione LIEVITI Aps (Arci).

Dal Blog biqueer dell'Associazione LIEVITI APS
Risposta alla Lista Studenti Universitari Veronesi
Il primo degli eventi qui pubblicizzati, tenutosi il 4 Marzo 2015, ha suscitato questa risposta, pubblicata mentre il convegno era in corso:
COMUNICATO STAMPA CONTRO IL CONVEGNO "GENITORIALITA' ATIPICHE - DA UN PUNTO DI VISTA CULTURALE E GIURIDICO"

Noi, della Lista Studenti Universitari Veronesi al Convegno di oggi “Genitorialità atipiche – da un punto di vista culturale e giuridico” rispondiamo in tre semplici punti:

1. Noi non siamo contro il dibattito all’interno dell’Università, ma siamo contro queste manifestazioni monocolore che caratterizzano i convegni organizzati dall’ UDU o dai collettivi di sinistra (ricordiamo ad esempio il Convegno Negazionista sulle Foibe).

2. Per quanto riguarda la tematica affrontata, noi difendiamo la famiglia tradizionale, ma non per il gusto di andare contro l’UDU, ma semplicemente perché crediamo fortemente che essa costituisca la cellula fondamentale della nostra società. Il nucleo familiare è composto da due genitori: una madre di sesso femminile e un padre di sesso maschile, e così dev’essere.

Gli stati che hanno provato a invertire questi ruoli hanno miseramente fallito, gettatando nel caos intere generazioni di bambini cresciuti nell’ambiguità e profondamente segnati per il resto della loro esistenza.

3. Noi non siamo contro gli omosessuali, anzi, ma sia chiaro che consideriamo il Verona Pride paragonabile al circo di Mosca: al circo sfilano leoni e giraffe per far divertire i bambini, ma nel Verona Pride ciò che viene pubblicamente ridicolizzato è un valore importante come quello della famiglia.

La sig.ra Sandri crede di utilizzare l’Università per dare un contentino alle associazioni Semi culturali che gravitano intorno al PD e all’UDU; ... se il buongiorno si vede dal mattino, a quanto pare, non sarà una gran bella giornata.

Il magnifico rettore dellUniversità inoltre, dovrebbe intervenire, anche se questo comporterebbe, dopo due anni di riposo, l’uscita dal suo letargo.

STUDENTI UNIVERSITARI VERONESI
Abbiamo così deciso di rispondere:
La prima cosa da dire è che il convegno “GENITORIALITA' ATIPICHE - DA UN PUNTO DI VISTA CULTURALE E GIURIDICO” era aperto al pubblico, e che loro sarebbero tranquillamente potuti intervenire, se avessero voluto.

Ma farlo avrebbe significato smentire quello che hanno dichiarato, ovvero che "Il nucleo familiare è composto da due genitori: una madre di sesso femminile e un padre di sesso maschile, e così dev’essere" (corsivo nostro), ovvero che non è nemmeno concepibile un dibattito sull'argomento, nemmeno in un’istituzione di alta cultura, se non ha un esito prefissato.

L'idea di dibattito della Lista Studenti Universitari Veronesi è la medesima che ispirava le pubbliche discussioni tra teologi cattolici e rabbini ebrei nel medioevo: guai se il rabbino avesse vinto la discussione (cosa semplicissima), perché nel migliore dei casi avrebbe dovuto lasciare la città.

La seconda è che non è colpa nostra se le principali associazioni degli psicologi, in Italia e nel mondo, e l'esperienza personale di coloro che hanno ideato il convegno, danno alla Lista Studenti Universitari Veronesi torto: non è la composizione dei genitori a nuocere ai bimbi, ma la qualità dei rapporti all'interno della famiglia.

Inoltre, è bene notare che l’Olanda, il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario, a partire dal 1 Aprile 2001, supera l’Italia sia per credit ratingche per profitto scolastico.

Secondo Standards & Poor's, l’Olanda merita un rating di AA+, l’Italia di BBB- (ed anche le altre agenzie ritengono l’Olanda finanziariamente ben più solida dell’Italia); l’OCSE conduce periodicamente un’indagine chiamata PISA sul profitto scolastico nei vari paesi del mondo, e dall’edizione 2012 risulta che gli studenti olandesi hanno un punteggio medio di 523 in matematica, 511 nella lettura, 522 nelle scienze; quelli italiani invece di 485 in matematica, 490 nella lettura, 494 nelle scienze.

Poiché la media mondiale è rispettivamente 494, 496 e 501, siamo obbligati a condividere le conclusioni dell’OCSE: gli olandesi sono più bravi della media, gli italiani meno! Ed anziché chiederci dove abbiamo sbagliato, cerchiamo dei capri espiatori.

Il confronto è ancora più scoraggiante con il primo classificato europeo, il Liechtenstein, che nel 2011 ha sia votato all’unanimità in parlamento, che confermato con il 68% dei voti a favore in un referendum, le unioni civili per gli omosessuali: rating AAA per Standards & Poor's, punteggi PISA 2012 di 535 in matematica, 516 nella lettura, 522 nelle scienze.

Non sono i risultati economici e culturali che ci aspetteremmo da paesi in grave decadenza per aver disprezzato ciò che della società è la base! Le accuse della Lista Studenti Universitari Veronesi sono frutto di disinformazione - chi non l'ha votata sapeva da chi stava alla larga.

La cosa più importante però da osservare è che non è vero che quando le persone lesbiche, gay, bi, trans, queer, intersessuali, asessuali, ecc. organizzano un Pride per rendersi visibili e chiedere la parità dei diritti e del rispetto, ipso facto fanno torto alle famiglie eterosessuali.

Dichiararlo vuol dire accusare queste famiglie di poter sopravvivere solo a prezzo dell'invisibilità e della diseguaglianza imposte a chi non ne fa parte, ovvero di non avere niente di buono da offrire a chi invece ne fa parte.

Noi invece ci guardiamo bene dallo sminuire le famiglie eterosessuali perché sono per noi uno dei tanti possibili modelli di famiglia che possono coesistere - e non è l'unico, letteratura psicologica ed esperienza di prima mano, di molte persone e dei nostri soci, lo confermano, che garantisce il benessere di chi ne fa parte.

Lieviti è la prima associazione italiana di persone bisessuali, si occupa della salute e dei diritti delle minoranze sessuali, sostiene il matrimonio egualitario, e sta facendosi un nome non solo a Verona, non solo in Italia, ma anche tra chiunque legga la lingua inglese; per esempio, la rivista trimestrale americana Bi Women Boston ha appena pubblicato un'intervista di Robyn Ochs alla presidentessa di Lieviti, Luigia Sasso (testo inglese alle pp. 3-4 di questo PDF, traduzione italiana qui), molto apprezzata negli USA ed in Europa.

Lieviti non ha padrini politici, ma solo associazioni con cui collabora volentieri, tra cui il Comitato del Verona Pride, e l'UDU di Verona, insieme con la quale ha voluto dare un contributo alla cultura veronese; ha tra i soci persone di tutte le età – dalla prima giovinezza alle soglie del pensionamento; genitori biologici, genitori acquisiti, non genitori; comprende sia persone che vivono rapporti omosessuali che persone che vivono rapporti eterosessuali, anche sposate secondo la legge italiana. Sperimentiamo ciò di cui parliamo, e nessun socio si sente messo in discussione da un altro socio, anzi, ci si sostiene nelle sventure e si gode insieme dei momenti felici.

Lieviti si propone come modello non solo di solidarietà ma anche di inclusione, in quanto ha fra i soci italiani e stranieri; cristiani di varie confessioni, ebrei ed atei; nonché psicologi, dipendenti della sanità e perfino bancari – tutte persone il cui mestiere ha insegnato a ragionare globalmente ed a non giudicare lo stile di vita del prossimo.

L'UDU e Lieviti hanno avuto cura di invitare cattedratici di alto profilo, i cui studi non si sono limitati alla realtà italiana, e quello che hanno detto lo potrete presto ascoltare dal Web. Sono stati portati all'Università proprio perché lì avrebbero trovato persone alla loro altezza capaci di metterli in discussione, ed è un vero peccato che chi avrebbe voluto contraddirli abbia preferito il comunicato stampa emanato di sorpresa al confronto aperto con loro.

Per Lieviti APS,
il vicepresidente
Raffaele Yona Ladu
Laureato in Psicologia Generale e Sperimentale