Il Pride? E' Speranza - Stuart Milk a Verona

IL CONSIGLIERE DI OBAMA A VERONA «IL PRIDE? È SPERANZA»
07-03-2015 - Corriere del Veneto - Angiola Petronio

... ieri era a Verona, nella sede di quel circolo che non a caso è intitolato a Milk e che è il fulcro dell’organizzazione del Verona Pride che si terrà il 6 giugno...

VERONA La sua storia, quella di suo zio, sono un inno ai diritti civili. Tanto che Barak Obama lo ha nominato suo consigliere per i diritti Lgbt quelli delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. E lui, ieri, non a caso era a Verona. Nella città delle mozioni omofobe del 1995, che in vent’anni non solo non sono state cancellate, ma sono state riconfermate nel 2013. Nella città in cui si sfornano ordini del giorno per ribadire che l’unica «famiglia» è quella composta da un uomo e una donna. In quella che, nel mondo, si spaccia come la città dell’amore sulla scia di Romeo e Giulietta. «Io queste cose le ho già vissute...», diceva ieri. Lui è Stuart Milk, il nipote di Harvey Milk. Lo ha reso celebre al mondo il film con cui Sean Penn ha vinto l’Oscar, Harvey Milk. Ma la sua storia è quella del primo politico apertamente gay eletto negli Stati Uniti nel 1977, quando vinse un seggio nel consiglio delle autorità di vigilanza a San Francisco.
Un anno dopo fu ammazzato insieme al sindaco della città, da un ex consigliere comunale. Suo nipote Stuart è il presidente della fondazione che porta il nome di Harvey Milk. E ieri era a Verona, nella sede di quel circolo che non a caso è intitolato a Milk e che è il fulcro dell’organizzazione del Verona Pride che si terrà il 6 giugno.
Ha portato la riproduzione di un francobollo che in America è stato dedicato a suo zio, Stuart Milk. A lui è stata donata la chiave del circolo. Ha spiegato, si è confrontato. Ha voluto sapere e la raccontato, il consulente di Obama.
«Anche da noi le cose sono andate come da voi, per molto tempo. Quando mio zio venne ucciso, in tribunale la gente piangeva per la famiglia del suo assassino, non per lui. I diritti delle persone Lgbt non venivano riconosciuti. Eppure dopo quell’omicidio qualcosa cambiò...». In 40mila sfilarono con la foto di Harvey e quello che era il suo motto divenne un credo. «Senza la speranza, la vita non vale la pena di essere vissuta. Devi dare alla gente la speranza... Gli devi dare la speranza». Ieri Stuart Milk lo ha ripetuto sia agli attivisti che stanno organizzando il Pride sia ad alcuni esponenti politici veronesi. Consiglieri comunali e provinciali del Pd ma anche Antonia Pavesi, lista Tosi. Quella di cui fa parte uno dei più strenui difensori di quelle mozioni omofobe, Alberto Zelger. «Le stesse cose le abbiamo vissute in America - ha spiegato Milk - Nel 1996 l’allora presidente Clinton firmò un documento in cui si ribadiva che non si sarebbero mai approvati i matrimoni gay e che nell’esercita doveva prevalere il diktat della non dichiarazione. Adesso sia lui che la moglie, che tutti quelli che approvarono quel documento hanno ammesso pubblicamente di essersi sbagliati. È partendo dal basso, dalla gente, che si cambiano le cose...». E ha ribadito l’importanza del Pride di giugno. «Sono momenti importanti, soprattutto per i giovani che possono conoscersi, incontrarsi, confrontarsi. Possono connettersi e capire che c’è sempre una speranza...». A raccontargli di Verona sono stati gli attivisti, il presidente di Arcigay Verona Alex Cremonesi, con Rita Di Martino, presidente del comitato Verona Pride 2015. «È umiliante cone cittadino veronese descrivere a Stuart Milk la situazione di Verona. Nonostante le recenti aperture del sindaco Tosi - ha spiegato Cremonesi - la nostra situazione rimane imbarazzante anche se solo confrontata con altre città italiane, figuriamoci se paragonata alla realtà europea e americana». E tutto, anche il senso del Pride di giugno, sta in una frase di Harvey Milk: «Se non ti mobiliti per difendere i diritti di qualcuno che in quel momento ne è privato, quando poi intaccheranno i tuoi, nessuno si muoverà per te. E ti ritroverai solo».
(57)