Sale la tensione in vista dell'evento elettorale per la Regione. Dopo l'endorsement del Vescovo Zenti alla candidata Lavarini che ha scatenato forti critiche, Zelger si richiama nuovamente al voto cattolico e attacca il Verona Pride previsto il prossimo 6 Giugno. Intanto nella cattolica Irlanda il matrimonio tra persone dello stesso sesso viene approvato da una schiacciante maggioranza di cittadini con referendum popolare.
VERONA, 22 Maggio 2015 – “Mentre nella cattolicissima Irlanda la stragrande maggioranza della popolazione votante, tra cui molti cattolici, dice sì al matrimonio tra persone dello stesso sesso, nella bigotta Verona ci tocca assistere al teatrino politico e giornalistico di Zenti e Zelger.
Il primo fa propaganda vescovile elettorale per garantire i soldi di tutti, già pochi, alle scuole private confessionali sottraendoli ai bisogni di tutta la cittadinanza; il secondo, strumentalizza il sentimento religioso per i suoi personali interessi elettorali e si accanisce in modo delirante contro il Verona Pride, una manifestazione pacifica e gioiosa il cui svolgimento è peraltro garantito dalla Costituzione e dai valori fondanti della nostra Repubblica. L’uso della fede a garanzia di soldi e potere dovrebbe mettere in imbarazzo la maggioranza dei cattolici veronesi, se si riconoscessero davvero nella Chiesa di Papa Francesco.” - con questa riflessione Alex Cremonesi, presidente di Arcigay Verona, si appella ai credenti della città. “Questi auto-nominati paladini del cattolicesimo sarebbero cacciati dal tempio ai tempi biblici come i peggiori dei mercanti. Ho speranza che tutte le persone di buona volontà aprano gli occhi e si esprimano di fronte all’abbrutimento a cui i leader religiosi reazionari veronesi hanno condannato la loro fede.”
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