Vent'anni di mozioni omofobe: Arcigay Verona scrive ai consiglieri

Lettera di Arcigay Verona a tutti i membri del consiglio comunale di Verona in occasione dei vent'anni dall'approvazione delle Mozioni omofobe. 

Cordialmente “Gentilissima Consigliere, Egregio Consigliere, il 14 Luglio c.a. ricorrerà il triste anniversario dei vent’anni dell’approvazione della Mozione n. 336/1995 dell'allora giunta Sironi. In quell’occasione, il Comune di Verona si oppose apertamente e chiaramente, unico caso conosciuto in Italia, alla risoluzione A3-0028/94 del Parlamento Europeo che invitava gli Stati Membri ad adottare misure giuridiche per porre fine ad ogni tipo di discriminazione contro lesbiche ed omosessuali, e ad ogni disparità su temi quali previdenza sociale, adozione e successione. A più riprese si è tentato di revocare la ‘mozione omofoba’ del ‘95, come da tutti rinominata, ma con scarsi risultati. L’ultimo (vano) tentativo avvenne il 18 luglio 2013, quando una larga maggioranza del Consiglio comunale votò contro la revoca, con 19 voti contro 7.
Lo scorso mese in occasione del Verona Pride la città scaligera ha dimostrato di essere una città accogliente delle differenze e lontana dall’intolleranza del provvedimento comunale in oggetto. Il 6 Giugno scorso numerosi sono stati i cittadini veronesi che hanno applaudito, salutato con entusiasmo, partecipato attivamente alla gioiosa manifestazione di rivendicazione civile. Guardando al contesto nazionale, sono numerose le sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e di varie Corte D’Appello che sottolineano l’inaccettabile ritardo italiano e decretano l’attuale vuoto legislativo come ingiusto. L’opinione pubblica italiana è a maggioranza favorevole al riconoscimento dei diritti di coppia alle unioni omosessuali, trovando ormai irragionevole e puramente ideologica l’avversione nei confronti dell’omosessualità e delle coppie/famiglie con figli formate da persone dello stesso sesso. Più di 200 comuni in Italia riconoscono tali realtà a livello locale e molti sindaci procedono anche alla trascrizione dei certificati matrimoniali esteri di cittadini, italiani e non, che risiedono nel nostro paese. Tutti i paesi dell’Europa occidentale hanno codificato normativamente tutele alle coppie omosessuali e nazioni come la Slovenia e l’Irlanda, solo per citare i casi più recenti, riconoscono ad esempio il pieno matrimonio egualitario al pari di molte altre nazioni. In una visione globale invece, quest’anno, paesi come l’Uruguay, considerati da molti come meno avanzati rispetto all’Italia, hanno riconosciuto il diritto al matrimonio indipendentemente dal sesso dei contraenti. Da ultimo, con una storica sentenza la Suprema Corte statunitense ha legalizzato i matrimoni egualitari in tutti gli Stati Uniti d’America. Il Parlamento Italiano in questi mesi sta procedendo all’esame del DDL Cirinnà che aprirà al riconoscimento delle unioni civili per le coppie formate da persone dello stesso sesso e la cui approvazione è prevista prima della fine dell’anno in corso. Quando ciò avverrà, la mozione del ’95 e riconfermata nel 2013 sarà di fatto sconfessata dalla normativa nazionale ed il Comune di Verona dovrà riconoscere, registrandole, le coppie formate da persone dello stesso sesso. Sarebbe decisamente più dignitoso per il Comune di Verona evitare questo schiaffo morale e normativo. Visto quanto sopra, risulta palese come la mozione n. 336/1995 del Comune di Verona sia fuori dal tempo della storia ed una macchia sulla città che le cittadine e i cittadini veronesi, eterosessuali ed omosessuali, non meritano. Credo che il Comune di Verona, istituzione che amministrate e rappresentate, debba con uno scatto d’orgoglio chiudere questa buia e anacronistica visione oscurantistica dell’omosessualità che è costata alla città la deprecabile fama di “città nera”. Auspico che la ragionevolezza prevalga sull’ideologia e che si provveda quanto prima all’approvazione di una mozione che di fatto elimini e sia nella sostanza diametralmente opposta la mozione datata 1995, riallineando la città di Verona al secolo attuale. Ringraziandovi per l’attenzione e certo che non rimarrete insensibili a questo sollecito, che coincide con le rivendicazioni politiche sostenute dai 10000 partecipanti al Verona Pride, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.


Alex Cremonesi 
Presidente Arcigay Verona” 

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