Ma quale gender di sindaco per Verona? Sboarina o Bisinella?


Scegliamo di tornare indietro al Medioevo con Sboarina o di restare ancora fermi al Novecento con Bisinella? 

Nonostante la sofferenza di vivere in una città perennemente governata dalla destra, o comunque da conservatori di varia specie, l’esito conservatore di questo ballottaggio non sarà indifferente e questo non lo possiamo tacere. 

Sboarina ha messo nero su bianco sul suo programma un ritorno al Medioevo per Verona. Ad esempio, libri che equiparano la famiglia naturale a quella tra persone dello stesso sesso ritirati dalle biblioteche (siamo ad un passo dal rogo, con forme burocratiche). Poi l’impegno a respingere ogni iniziativa in contrasto con i valori suoi e di quelli che interessano a lui e con il diritto dei genitori di educare i figli secondo i loro valori religiosi (immaginiamo quindi che entrerà in scena con Sboarina anche il primato dell’Islam sugli insegnamenti della scuola pubblica, laddove i genitori lo richiedano). Anche un eventuale Pride sarà respinto: che fa? Lo vieta? Butta nel cesso la Costituzione Italiana? E poi il grande spauracchio, l’apoteosi paranoica reazionaria del momento: il babau gender nelle scuole, una roba che non esiste ma su cui ci hanno pure costruito un partito che prende voti. Del resto si sa, da Trump in poi è chiaro a tutti che il fake oggigiorno paga, e molto. Sboarina si impegna a fermare il babau gender nelle scuole: a livello pratico, significa che tanti ragazzi e ragazze saranno semplicemente più soli e sole, e che la scuola di Sboarina non avrà strumenti per insegnare il rispetto delle differenze ed ridurre discriminazione e bullismo. In finale, il Vescovo chiama e Sboarina supino risponde e offre (notizie di stampa) al Partito del Babau Gender un accordo e un assessorato. Lo avrebbero chiamato probabilmente Assessorato al Babau Gender, o Assessorato al Medioevo. Comunque sia, non dubitiamo che con la vittoria di Sboarina un assessorato del genere si faccia, magari non col Partito del Babau Gender.

E la Bisinella? Lei si barcamena, come ha fatto Tosi negli ultimi anni del suo mandato. Nel suo programma non c’è scritto nulla di tutto ciò. Per noi, dunque, niente di buono e niente di cattivo. Incalzata dalla solita campagna paranoide di quelli del Babau Gender, si è affrettata a dire che aveva ritirato la firma dal Disegno di Legge Fedeli sull’educazione di genere (sempre da notizie di stampa). Non sappiamo dunque cosa farà Bisinella, e quando Tosi è venuto a rispondere pubblicamente per lei alle nostre sollecitazioni, non ha praticamente detto nulla di rilevante, solito mix tra possibilismo moderato, vediamo, approfondiamo. Sappiamo quello che ha fatto e non ha fatto Tosi, patrocinando ad esempio eventi sul rispetto delle diversità insieme ad eventi omofobi usando semplicemente lo scudo della “libertà di opinione”. Oppure promuovendo un Registro Comunale delle Unioni Civili nel 2015, cosa poi fallita, ma comunque di sapore novecentesco: quei registri comunali si iniziarono a fare nel secolo scorso, perché nel 2015 si sperava di portare il Paese ad un passo successivo di civiltà, come poi è stato. Insomma, con Bisinella male che vada siamo nelle mani di una destra ferma al secolo scorso. A Verona ci siamo abituati.

Possiamo dire che tra i due non c’è differenza? No. Bisinella ha tempo per imparare se lo vorrà, prestando attenzione ai bisogni di tutta la comunità, non solo a quella anti-gay del Partito del Babau Gender: il passaggio dal Novecento al XXI secolo si può ancora fare. Per Sboarina invece il passaggio dal Medioevo al XXI secolo è una chimera: è chiaramente fermo lì, e lì ha intenzione di riportarci tutti e tutte. Insomma, francamente anche no, grazie.

Arcigay Verona - Pianeta Urano